Ferroni, Giorgio
Regista cinematografico, nato a Perugia il 12 aprile 1908 e morto a Roma il 25 luglio 1981. Documentarista conosciuto e apprezzato negli anni Trenta, nel corso di una lunga carriera F. si misurò con uguale abilità in quasi tutti i generi del cinema popolare (comico, poliziesco, melodrammatico, horror), contribuendo alla nascita del western all'italiana (si veda per es. Un dollaro bucato, 1965) e alla fortuna dei peplum, kolossal molto in voga nel cinema italiano degli anni Sessanta, nei quali rielaborò i miti dell'antichità classica in maniera ironica, eccellendo soprattutto nelle scene di massa.
Figlio di un alto magistrato, F. compì gli studi di giurisprudenza a Bologna, ma già dal 1924 iniziò a seguire parallelamente i corsi della Scuola cinematografica Azzurri e, per alcuni anni, diresse il Teatro minimo, allora molto conosciuto negli ambienti bolognesi, recitando anche in alcune produzioni. Stabilitosi a Roma, lavorò nel cinema con vari incarichi e infine come aiuto regista di Gennaro Righelli nel film Al buio insieme (1933). Nel 1933 diresse il suo primo documentario, Pesca nel golfo, una poetica descrizione dei metodi di pesca utilizzati a Napoli, che vinse in quell'anno i XII Littoriali. Assunto come tecnico (nel 1934) dall'Istituto Luce, continuò a realizzare documentari, perfezionandone l'aspetto creativo non meno della qualità tecnica, come Pompei (girato in quello stesso anno) e Armonie pucciniane, premiati alla Mostra del cinema di Venezia, rispettivamente nel 1936 e nel 1938, o, più tardi, Ville lucchesi del Settecento (1944). Girò anche alcuni cortometraggi a carattere spettacolare, oltre a curare una cine-rivista del Luce, "Cinema trenta anni fa", appassionante excursus sul cinema degli esordi, con immagini e brani inediti. Nel 1938 fondò e assunse la direzione tecnica e artistica della Incom centro cinematografico, la maggiore casa di produzione di documentari del periodo della guerra e in seguito, con la fine del monopolio dell'Istituto Luce, produttrice anche di cinegiornali. Nel 1940 fu nominato direttore del reparto documentari del Luce.Proprio la passione per il documentario e per la rappresentazione del reale fu il motore del suo primo film, L'ebbrezza del cielo (1940), storia vera di un gruppo di ragazzi che costruiscono un aliante, raccontata attraverso l'uso del flashback, e primo lungometraggio italiano con alcune sequenze a colori. Di tutt'altro genere i due film realizzati con Macario, Il fanciullo del West (1942), western in chiave parodistica che ebbe molto successo, e Macario contro Zagomar (1944), parodia della celebre serie del bandito francese Fantômas. Seguirono Senza famiglia e Ritorno al nido (girati nel periodo in cui il regista aveva raggiunto il Cinevillaggio a Venezia durante il periodo della Repubblica di Salò e che vennero di-stribuiti nel 1946), riduzione in due parti del popolarissimo romanzo di H.-H. Malot. Cambiando di nuovo genere, F. realizzò nel 1947 Tombolo ‒ Paradiso nero con Aldo Fabrizi, tratto da un'inchiesta giornalistica di I. Montanelli ed esempio di un Neorealismo da cronaca nera, e nel 1949 Marechiaro, melodramma poliziesco, con un delitto finale spiegato senza ricorrere al dialogo. Dopo un film gotico, una sorta di horror italiano a metà fra incubo e realtà, Il mulino delle donne di pietra (1960), F. decise di cimentarsi nel kolossal mitologico, genere molto amato dal pubblico, realizzando con successo, fra gli altri, Le baccanti, ispirato alla tragedia di Euripide, e La guerra di Troia, entrambi del 1961; Ercole contro Moloch (1963); Il colosso di Roma ‒ Muzio Scevola e Coriolano, eroe senza patria del 1964. Sempre disponibile a sperimentare nuovi generi, diresse poi Giuliano Gemma, firmandosi Calvin Jackson Padget, in tre film appartenenti al filone del western all'italiana: Un dollaro bucato, Per pochi dollari ancora (1966) e Wanted (1967) e in un film d'avventura ispirato alla leggenda di Robin Hood L'arciere di fuoco (1971).
F. Savio, Cinecittà anni Trenta. Parlano 116 protagonisti del secondo cinema italiano (1930-1943), Roma 1979, pp. 121-22 e 133.