Manacorda, Giorgio
Manacòrda, Giorgio. – Poeta, saggista e critico letterario (n. Roma 1941). Già professore universitario di letteratura tedesca, ha collaborato come critico militante ad alcune delle maggiori testate giornalistiche. Grazie a P.P. Pasolini, nel 1963 pubblica i primi versi sulla rivista Paragone. Partecipa al movimento dei nuovi poeti degli anni Settanta con i libri poetici Iconografia (1974) e Tracce (1977). Intanto, nel volume Materialismo e masochismo. Il Werther, Foscolo e Leopardi (1973), oltre a fornire un rilevante contributo filologico, elabora il primo nucleo teorico di un’arte come radice profonda dell’uomo, in polemica con il nichilismo della modernità. Con i versi di L’esecutore (1981) si congeda dalla poesia, in un silenzio interrotto dalla silloge minore di Comunista crepuscolare e altre poesie (1989). Con Per la poesia. Manifesto del pensiero emotivo (1993) si fa più organica la riflessione attorno alla natura arcaica del fare poetico, in un percorso che culmina con il successivo La poesia è la forma della mente (2002), che sottrae la poesia alla sfera dell’estetica e la consegna a quella di un’ampia antropologia. Intanto fonda un annuario critico sulla produzione poetica contemporanea e torna a pubblicare versi nei volumi Soldato segreto (1999) e Il cielo delle parche (2002). Il poemetto Scrivo per te, mia amata (2003) costituisce poi la più alta sintesi del suo mondo poetico e insieme il nucleo dell’antologico Scrivo per te, mia amata e altre poesie (1974-2007), apparso nel 2009, opera che rilegge la produzione passata nell’equilibrio «di una vena al tempo stesso materica e onirica, lontana sia dal realismo narrativo che dalle eredità simboliste» (Marchesini). Recente è il suo esordio nella narrativa con il romanzo Il corridoio di legno (2012), 'controstoria' di un’Italia dominata da una feroce dittatura militare e sconvolta dal terrorismo, ma anche riflessione sugli errori di un’intera generazione e in assoluto sul male.