MORI, Giorgio
MORI, Giorgio. – Nacque a Castelfiorentino (Firenze) il 2 dicembre 1927 da Pietro e da Dusolina Manetti.
Diplomatosi ragioniere nel 1946, si iscrisse alla facoltà di economia e commercio dell’Università di Firenze e, per mantenersi agli studi, lavorò presso la Cooperativa Laterizi San Matteo di Castelfiorentino. Nel 1954 si laureò discutendo una tesi su «La Valdelsa dal 1848 al 1900», sotto la supervisione di Armando Sapori.
Fin da giovanissimo svolse un’intensa attività politica. Nel 1945 si iscrisse al Partito comunista italiano (PCI) – rimanendovi ininterrottamente fino al 1991 – e negli anni successivi entrò nella segreteria comunale del partito a Castelfiorentino. Eletto in Consiglio comunale nel 1951, nonostante la giovane età fu nominato nello stesso anno assessore al Bilancio e alle Finanze, incarico che tenne fino al 1956; rimase invece consigliere comunale fino al 1970. Nel 1954, intanto, aveva sposato Eda Bagnoli (nel 1960, un anno dopo che la coppia si era stabilita a Firenze, nacque il figlio Gianluca). Vincitore nel 1955 di uno dei tre premi per la migliore tesi di laurea di storia economico-sociale banditi dall’Istituto Giangiacomo Feltrinelli, iniziò una collaborazione scientifica con tale istituzione, partecipando al progetto che portò alla pubblicazione della Bibliografia della stampa periodica operaia e socialista italiana (1860-1926), occupandosi in particolare dei giornali di Milano e Napoli. Nel frattempo poté completare la ricerca avviata per la stesura della tesi, pubblicandola presso l’editore Feltrinelli: La Valdelsa dal 1848 al 1900: sviluppo economico, movimenti sociali e lotta politica (Milano 1957).
Iniziò la carriera universitaria presso la sua stessa facoltà di economia e commercio come assistente volontario (1954-59); fu poi assistente incaricato (1959-60) e assistente ordinario (1960-68). Nel 1960-61 tenne il suo primo corso di storia economica e dal 1963 al 1966, sempre nella stessa facoltà, insegnò storia delle dottrine economiche. Dal 1961 al 1972 collaborò alle pagine culturali del quotidiano l’Unità. Membro dal 1956 della segreteria della Rassegna storica toscana, in quegli anni iniziò anche una collaborazione scientifica con la rivista trimestrale dell’Istituto Gramsci Studi storici, fondata nel 1959, di cui tra il 1967 e il 1970 fu nel comitato direttivo, per figurare poi dal 1983 al 1990 tra i membri del comitato scientifico ed entrare infine nel comitato di direzione, di cui fece parte ininterrottamente fino alla morte.
In quegli anni le sue ricerche spaziavano dalla storia economico-sociale locale (di grande impatto furono i suoi lavori sul moderatismo e l’anti-industrialismo delle classi dirigenti toscane) al dibattito internazionale sulla rivoluzione industriale, senza perciò mancare di seguire i prodromi delle discussioni sulla business history.
Nel 1960 fu eletto nel Consiglio provinciale di Firenze; assessore alle Finanze e alle Biblioteche e Cultura, nel 1962 divenne anche responsabile del neoistituito assessorato allo Sviluppo economico; rieletto nel 1965, mantenne solo l’assessorato allo Sviluppo economico e quello alla Cultura. Nonostante gli impegni amministrativi la produzione scientifica si ridusse appena. Durante il secondo quinquennio di amministratore continuò infatti a pubblicare con regolarità sia ricerche originali, come quella sull’Industria del ferro in Toscana dalla Restaurazione alla fine del Granducato (1966), sia volumi nei quali riuniva lavori già usciti in riviste, come Studi di storia dell’industria (1967), e destinati a costituire le basi metodologiche per quanti si sarebbero occupati di storia dell’industria in Italia. Nel 1968 divenne professore straordinario e si trasferì all’Università di Modena. Qui rimase fino al 1974 ricoprendo anche la carica di presidente del Comitato istitutivo della nascente facoltà di economia e commercio.
Nel 1970, con oltre 3500 voti di preferenza, entrò nel Consiglio regionale della Toscana e fu membro della Commissione istruzione e cultura e della Commissione per lo Statuto regionale e il Regolamento dell’assemblea regionale, approvato nel marzo 1973. Nel 1974 rientrò a Firenze come professore ordinario di storia economica presso la facoltà di economia, dove assunse pure la carica di direttore dell’istituto di storia economica, tenuta fino al 1995. Eletto nel 1975 in Consiglio comunale a Firenze, vi restò fino al 1985. Membro della Commissione cultura, fu presidente della Rassegna internazionale dei teatri stabili di Firenze a cavallo degli anni Ottanta. Nel 1986 fece parte della Commissione dei dodici saggi per Firenze capitale della cultura europea.
La scelta di impartire la materia di storia economica contemporanea fu il chiaro segno di un deciso cambiamento, peraltro accolto favorevolmente dalla facoltà, rispetto al suo predecessore Federigo Melis, scomparso nel 1973, noto come uno dei principali storici dell’età medievale e fondatore, nel 1967, dell’Istituto internazionale di storia economica Francesco Datini di Prato.
Visiting scholar presso l’All Souls College di Oxford nel 1974 (circostanza nella quale ebbe modo di sviluppare un’intensa collaborazione e una profonda amicizia con Peter Mathias, tra i maggiori studiosi dello sviluppo economico inglese), si proiettò con entusiasmo nel contesto internazionale, partecipando con regolarità ai congressi dell’International Economic History Association.
Nel 1978 fu tra i fondatori della Commissione per la storia dell’industria del CNR, un organismo assai attivo ed efficace nel sensibilizzare le soprintendenze archivistiche regionali e le imprese pubbliche a un’azione di salvaguardia e di riordino degli archivi d’impresa. Uno dei risultati maggiori fu la nascita degli archivi dell’Ente nazionale per l’energia elettrica (ENEL), che portò, negli anni Novanta, alla realizzazione di un’opera in cinque tomi sulla storia dell’industria elettrica in Italia, della quale Mori fu tra i responsabili. Più o meno negli stessi anni fu tra i coordinatori dei quattro tomi di Prato: storia di una città (1982- 87), ideata in stretto rapporto con Fernand Braudel, e pur essendo uno storico dell’età contemporanea, nel 1987 divenne presidente dell’Istituto Datini. In queste vesti e in una fase molto complessa della vita dell’Istituto fu capace di svolgere una paziente opera di mediazione. L’equilibrio col quale seppe gestire le più delicate questioni gli valse la conferma per un secondo mandato di tre anni, completato nel 1993.
Membro del comitato che progettò la Storia dell’Italia repubblicana, pubblicata da Einaudi (1994-96), puntò, dagli anni Novanta in avanti a una rivisitazione dell’industrializzazione italiana (per la quale coniò l’espressione di «vero miracolo economico») e su affinamenti interpretativi riguardanti gli anni della ricostruzione postbellica fino alla nascita del primo centro-sinistra.
In pensione dal 2003 per raggiunti limiti di età, nel 2004 fu nominato professore emerito e continuò a svolgere ancora per qualche tempo un’intensa attività di ricerca. Critico nei confronti del paradigma neoclassico che ha prodotto molte modellizzazioni quantomeno discutibili di fenomeni economici e sociali alquanto compositi, fu convinto assertore di una storia economica priva di complessi di inferiorità nei riguardi delle discipline con le quali essa condivide parte del proprio statuto scientifico.
Morì a Firenze, all’ospedale Careggi, il 6 agosto 2011.
Fonti e Bibl.: Università di Firenze, Archivio del personale docente, f. G. M.; Archivio storico comunale di Castelfiorentino; Archivio della Provincia di Firenze, Protocolli delle deliberazioni della Giunta, 1960, vol. 6, seduta del 23 dicembre 1960; 1965, vol. 3, seduta del 1° marzo 1965; http://www.consiglio.regione.toscana.it/ politica/ archivio-elettorale/navicella/mori.asp; http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=98310; http://www.comune.castelfiorentino.fi.it (ad nomen); La Provincia di Firenze e i suoi amministratori dal 1860 a oggi, a cura di S. Merendoni - G. Mugnaini, Firenze 1996, pp. 58, 60, 87; La storia e l’economia. Miscellanea di studi in onore di G. M., I, a cura di A.M. Falchero et al., Varese 2003; a quest’ultimo lavoro si rinvia per la bibliografia completa e l’elenco degli articoli pubblicati su l’Unità; Il tempo della Regione. La Toscana, a cura di P.L. Ballini - M. Degl’Innocenti - M.G. Rossi, Firenze 2005, pp. 49, 131, 232, 237.