Filologo italiano (Roma 1885 - Belluno 1952). Accademico d'Italia, P. è considerato uno dei più insigni rappresentanti della filologia classica nella prima metà del secolo. Studiò, tra l'altro, testi neoplatonici, la vita costantiniana di Eusebio, Pausania, Callimaco, la lirica di Orazio e i rapporti di essa con i suoi modelli greci. P. si è occupato, inoltre, con particolare interesse e acume storico di storia dei testi classici e metodologia critica. La recensione per P. non fu mai riassunto, ma occasione d'impostazione critica: suo intento costante fu quello di far esplodere la problematica di alcuni nodi critici e culturali.
Prof. di letteratura greca nelle univ. di Messina (1920-21) e di Firenze (1921-52), direttore (dal 1930) del seminario di filologia classica della Scuola normale superiore di Pisa. Membro di numerose accademie italiane (dal 1927 socio corrispondente dei Lincei) e straniere, collaboratore dell'Enciclopedia Italiana (i suoi contributi sono stati riuniti in Rapsodia sul classico, post., 1986), diresse fino alla morte la rivista Studi italiani di filologia classica.
Nella sua vastissima produzione spiccano gli studi sulla tradizione dei classici (Storia della tradizione e critica del testo, 1934; 2a ed. arricchita, 1952), le edizioni di testi (commento di Proclo al Cratilo di Platone, 1908; i Caratteri di Teofrasto, 1920; Epistole di Gregorio di Nissa, 1925), gli studi sulla poesia ellenistica e romana (Quaestiones callimacheae, 1913; Orazio lirico, 1920; Preistoria della poesia romana, 1936), e su Le lettere di Platone (1938). Frutto di meditazioni sull'antichità classica, ma anche sui problemi dell'insegnamento e su argomenti di varia umanità, è la serie, anche letterariamente assai notevole, delle sue Pagine stravaganti (Pagine stravaganti di un filologo, 1933; Pagine meno stravaganti, 1935; Terze pagine stravaganti, 1942; Stravaganze quarte e supreme, 1951; edd. post. complessive: Pagine stravaganti, 2 voll., 1968; Pagine stravaganti di un filologo, 2 voll., 1994). Originali e acute sono le osservazioni su particolari fenomeni (specialmente sintattici) della lingua italiana, dei dialetti, delle altre lingue europee; gli scritti in proposito sono raccolti in Conversazioni sulla nostra lingua (post., 1953) e Lingua antica e nuova (post., 1964).