SALVINI, Giorgio
(App. III, II, p. 655)
Fisico nucleare italiano. Titolare dal 1955 della cattedra di Fisica generale all'università di Roma, ha lavorato (1977-78) presso i laboratori del Centro Europeo di Ricerche Nucleari (CERN) di Ginevra. È stato presidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (1966-69) e dell'ECFA (European Commettee for Future Accelerators); è socio di numerose accademie nazionali e internazionali, tra le quali l'Accademia Nazionale dei Lincei, di cui è stato presidente dal 1989 al 1994.
L'attività di ricerca di S. ha spaziato in diversi campi della fisica delle particelle e della ricerca nucleare e subnucleare. Nel periodo trascorso a Princeton fra il 1949 e il 1950 scoprì le proprietà di scintillazione di alcune soluzioni fluorescenti e studiò i rapporti di produzione tra i mesoni carichi e neutri nella radiazione cosmica. Gli anni tra il 1953 e il 1960 lo videro impegnato nella realizzazione e poi nella direzione del primo elettrosincrotrone italiano, con il quale si ottenne nel 1959 la più alta intensità fino ad allora raggiunta nel mondo: 1100 MeV. Con l'elettrosincrotrone S. ha individuato, insieme al suo gruppo, il decadimento radioattivo del mesone η, fissando le proprietà fondamentali. Successivamente si è dedicato allo studio dei processi di annichilazione e+e−, riscontrando un valore elevato della sezione d'urto. La spiegazione teorica di questo fatto ha contribuito alla visione attuale del mondo subnucleare, dimostrando che nucleoni e mesoni sono oggetti composti da elementi primi noti come quark, tra loro legati dai gluoni. Nel 1974 S., in collaborazione con altri gruppi del centro di ricerca di Frascati, ha confermato la scoperta di J/Ψ, avvenuta subito dopo SLAC e Brookhaven (USA): il nuovo sistema a risonanza stretta quark charm-antiquark charm ha fornito una chiave sperimentale che è fondamentale per la verifica della teoria elettrodebole.
Negli anni seguenti, S. ha studiato presso i laboratori del CERN le interazioni protone-antiprotone. Tali ricerche, svolte con un folto numero di collaboratori, il gruppo UA1, hanno portato tra l'altro alla scoperta del bosone carico intermedio W± e del bosone neutro Z°. Questo risultato ha evidenziato con assoluta certezza la validità della teoria elettrodebole, che unifica le forze elettromagnetiche e quelle deboli. Altri risultati ottenuti nel gruppo di ricerca di UA1 riguardano la scoperta degli stati di mescolamento (mixing) tra i mesoni neutri B e antiB, la verifica del Modello Standard e il problema del numero di neutrini presenti nell'universo. In tempi recenti S. ha dedicato parte dei suoi studi allo sviluppo di nuovi e più efficienti rivelatori di particelle, strumenti essenziali per i nuovi anelli di accumulazione adronici.