SOMMARIVA, Giorgio
Letterato, appartenente ad antica famiglia veronese, che ebbe per alcun tempo dominio sull'Isola di Andro.
Giovane amò Laura Loredan, Angela Maffei e altre donne per cui petrarcheggiò; studiò legge, patrocinò per qualche tempo nel foro, poi ebbe uffici civili come membro del Consiglio dei cinquanta e della curia del podestà, nel 1476 quale provisor fortilitiorum veronensium. Gli fu anche affidato l'incarico d'una relazione sullo stato di Verona e del Veronese, verso il 1488 fu mandato governatore a Gradisca per la repubblica veneta. Ebbe inimicizie e subì un lungo esilio. Morì dopo il 1497.
Il S. ebbe corrispondenza poetica con umanisti e scrisse versi d'amore anche per altri. Amò stampare in opuscoli e fogli volanti, oggi rarissimi, "verseggiate riduzioni di storie e di manifesti politici... con desolato squallore di stile" (V. Rossi). È notevole che abbia dato mano fra i primi a traduzioni d'alcune operette classiche, che abbia lodato in rima Marin Sanudo per la sua storia, e i Bellini per la loro arte, e in Sonetti villaneschi (17 in lingua rustica veronese, 3 in bergamasca, finiti nel 1462 e quindi fra i più antichi di quei dialetti) abbia preceduto il Ruzzante nella poesia rustica. Sue opere sono: La Batracomyomachia d'Omero tradotta in terza rima, finita nel 1470, edita intorno all'80; le Satire di Giuvenale in terza rima (Treviso e Toscolano 1480), traduzione rozza e spesso arbitraria, ma fortunata, già finita nel 1475, di cui sono codici alla Marciana di Venezia e alla Capitolare di Verona; Martyrium Sebastiani Novelli in terzine volgari (Treviso 1480), ristampata subito col titolo Il martirio del Beato Simone da Trento, e sullo stesso argomento ancora le terzine della Enarratio sententiae a Sereniss. Venetor. imperio in infidos Iudaeos (ivi 1480). A Gradisca scrisse il suo Testamento in versi. Stampe venete del 1495 sono considerate in Gallos exortatio, Breve apostolico e Processo contro al re di Gallia, tutte contro Carlo VIII, "Ch'el pona l'arme e sgombri fuor de Italia" (alcuni sonetti aggiunse V. Rossi, in Poesie storiche sulla spedizione di Carlo VIII in Italia, Venezia 1887). Seguono la Chronica vulgare in terza rima de le cose geste nel Regno Napoletano (due volte in Venezia 1496, e un brano in opuscolo per nozze, Milano 1867), trenta canti in terzine, che portano dal 537 al 1495, e le Poesie volgari e latine (Venezia 1496), dove con epigrammi nelle due lingue è la versione dell'epistola ovidiana di Saffo a Faone e il capitolo volgare De qualitate et origine morbi gallici... ac de curatione eius, che ne descrive i sintomi, la causa e ne suggerisce la cura mediante unzioni mercuriali.
Nella comunale di Verona un codicetto autografo di rime storico-politiche, datato dal 1494, e una cronichetta che va dal 1260 al 1478.
Bibl.: G. B. Giuliari, Della letteratura veronese, Bologna 1876; G. Fabris, Sonetti villaneschi di G. S., Udine 1907, con bibl.; G. Biadego, Variazioni e divagazioni, Verona 1907.