giorni e mesi, nomi dei [prontuario]
I nomi dei giorni della settimana sono: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica. I nomi dei giorni da lunedì a venerdì sono di genere maschile e, in quanto tronchi, invariabili. Diversamente dalle altre parole tronche di almeno due sillabe, si incontrano anche privi dell’accento grafico sull’ultima vocale, pertanto scritti come lunedi, martedi, ecc.; ma la grafia con l’accento è senz’altro da preferire.
Di etimo latino, derivano tutti dalla contrazione di espressioni del tipo Lunae dies («il giorno della Luna» e, a seguire: «di Marte», «di Mercurio», «di Giove», «di Venere»), con dies femminile che, nel passaggio dal latino all’italiano, è diventato dì maschile cambiando il genere anche ai nomi dei giorni.
Sabato è maschile (il plurale è sabati, ma ogni tanto si sente e si legge anche i sabato, specie in contesti come tutti i sabato, i sabato sera ) e deriva dall’ebraico shabbāth («giorno di riposo»). Domenica è l’unico giorno il cui nome sia di genere femminile, in quanto originariamente il suo etimo era un aggettivo attributo del femminile dies: dies dominica («giorno del Signore»).
I nomi dei mesi dell’anno sono: gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre e dicembre. Sono tutti maschili perché il loro etimo era un attributo del maschile mensem (per es., mensem februarium, cioè «della purificazione», etimo di febbraio). Fatta eccezione per febbraio, i nomi dei mesi da gennaio ad agosto sono legati alle divinità o ai personaggi storici a cui erano dedicati: Giano, Marte, Afrodite, Maia, Giunone, Giulio Cesare, Ottaviano Augusto. Invece i nomi da settembre a dicembre, privi di dedica, sono legati ad un numerale perché sono, rispettivamente, il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo mese dell’anno romano, che iniziava a marzo.
I nomi dei giorni e dei mesi, di norma, si scrivono con l’iniziale minuscola, ma spesso, soprattutto i nomi dei mesi all’interno delle date, si trovano scritti con l’iniziale maiuscola perché vengono assimilati ai nomi propri e per influsso dell’ortografia inglese. La maiuscola è del resto usata per contrassegnare date ed eventi particolari: il Martedì grasso, il Venerdì santo, il Primo Maggio, il Maggio fiorentino.
In calendari, agende, tabelle orarie, ecc., i nomi dei giorni e dei mesi si abbreviano (quasi sempre senza il punto per non appesantire la grafica) in lun., mar., mer., gio., ven., sab., dom. oppure l., m. o ma., m. o me., g., v., s., d.; gen., feb., mar., apr., mag., giu., lug., ago., set., ott., nov., dic.
Ai nomi dei mesi si associano una quantità di ➔ proverbi e scioglilingua mnemonici: uno dei più conosciuti serve a ricordare il numero dei giorni di ciascun mese: «trenta giorni ha novembre, con april, giugno e settembre; di ventotto ce n’è uno, tutti gli altri ne han trentuno».
I nomi dei giorni e dei mesi intervengono anche nella formulazione delle ► date.