giorno
giórno [Der. del lat. diurnum (tempus) "tempo diurno", da dies "giorno"] [MTR] [ASF] [GFS] Termine usato con i seguenti signif.: (a) il periodo della rotazione terrestre, cioè l'intervallo di tempo fra due passaggi successivi di una medesima stella al meridiano di un luogo, ed è questo il g. sidereo o siderale, che è circa 4 minuti (precis., 236 secondi) più breve del g. ordinariamente inteso, di cui parleremo oltre (in c); (b) il g. solare vero, che è l'intervallo di tempo tra due passaggi successivi del Sole al meridiano di un luogo e che varia leggermente e non allo stesso modo durante l'anno in rapporto al fatto che la Terra percorre con velocità non costante (è costante la sua velocità areolare) un'orbita non circolare inclinata sull'orbita del Sole (come dire che l'orbita apparente di quest'ultimo sulla volta celeste è inclinata sul piano dell'equatore celeste); (c) il g. solare medio, più adatto per gli usi della vita civile in quanto di durata costante, essendo riferito al passaggio al meridiano di un Sole fittizio (Sole medio) che percorre convenz. con velocità costante un'orbita circolare nel piano del-l'equatore celeste; tale g. costituisce l'unità di misura del tempo detta g. (simb.: d) in quanto rapportato esattamente a 86 400 secondi (di tempo UTC); esso viene diviso in 24 ore che attualmente sono uguali fra loro ma che hanno avuto varie vicissitudini nei tempi storici, anche recenti (→ ora: Storia delle o. in Italia); mentre l'inizio del g. vero (la cui durata risulta di 23h 56m 4.091s) è sempre stato l'istante del passaggio del Sole (vero) al meridiano superiore (culminazione vera superiore, mezzogiorno vero), l'inizio del g. solare è attualmente al passaggio del Sole medio al meridiano inferiore (culminazione media inferiore, mezzanotte media) relativo al fuso orario cui appartiene il luogo (salvo lo spostamento di un'ora esatta e in qualche luogo due ore esatte in periodi di vigenza della cosiddetta ora legale), ma non sempre è stato così (→ ora, al punto indicato sopra); (d) in contrapp. a notte, l'intervallo di tempo nel quale il Sole è sopra l'orizzonte del luogo (per evitare confusio-ne con il precedente, converrebbe chiamarlo arco diurno o periodo diurno); a differenza dal g. vero e proprio, la sua durata varia a seconda della latitudine del luogo e dell'epoca dell'anno (per es., è minore in inverno che in estate), salvo che agli equinozi, quando è metà del g. solare, cioè 12 ore, in tutti i luoghi della Terra; esattamente, tale durata vale, in ore, (2/15) arccos (tanφ tanδ), con φ latitudine del luogo, δ declinazione solare, in gradi sessagesimali; dalla formula ora data si deduce anche l'istante dell'inizio o della fine del g., che è metà della durata anzidetta, interpretata come ore a partire dal mezzogiorno solare vero (culminazione locale del Sole); occorre poi passare, mediante l'equazione del tempo, al tempo solare vero locale e di qui al tempo civile. Ricordiamo qui di seguito altre specificazioni del termine. ◆ [ASF] [GFS] G. civile: il g. che inizia alla mezzanotte di tempo civile, cioè del tempo del fuso orario di appartenenza del luogo. ◆ [GFS] G. complementari e intercalari: → calendario. ◆ [ASF] [GFS] G. lunare: l'intervallo di tempo tra due successivi passaggi del Sole al meridiano di un punto della superficie della Luna, pari al tempo impiegato dalla Luna, vista dalla Terra, per tornare in congiunzione con il Sole; la sua durata è di 29d 12h 44m 2.8s ed è divisibile in un arco diurno e in un arco notturno di durata all'incirca uguale (² 350 ore ciascuno).