ALDINI, Gioseff' Antonio
Nacque a S. Mauro in Valle presso Cesena il 28 luglio 1729. Indirizzato dai familiari agli studi giuridici ed alla carriera amministrauva, dopo essersi addottorato a Cesena in utroque iure preferì dedicarsi completamente, dal 1754 circa, a studi più congeniali, umanistici ed eruditi, per i quali si era giovato dell'insegnamento riminese dello scienziato ed antiquario Giovanni Bianchi. E dal Bianchi appunto derivò quei suoi interessi ampi ed articolati, dalle scienze naturali e matematiche alle lingue e alla cultura classica. Occupata una cattedra di legge nell'università di Cesena, l'A. raggiunse una posizione di rilievo nella cultura romagnola soprattutto per alcune controversie sostenute con la Società dei Filiasi di Cesena, che, sorta con intenti di conservatorismo culturale, aveva assunto presto, ad opera particolarmente di ecclesiastici innovatori, atteggiamenti più aperti ed avanzati, suggeriti dal fervore della scienza contemporanea. Come replica ad una presa di posizione dei Filiasi contro l'uso del latino quale lingua della cultura, l'A. pubblicò il De varia latinae linguae fortuna,Cesenae 1775, che rispecchia un preciso orientamento della cultura umanistica italiana dell'epoca, dall'Amaduzzi allo Zaccaria, da P. Borghesi, al Ferri, al Tomitano, al Tiraboschi: con i quali tutti, del resto, e in specie con l'Amaduzzi, l'A. fu in rapporto epistolare.
Con il suo trattato l'A. intese delineare un quadro della lingua latina dalle origini ai tempi più recenti, dimostrandone l'utilità e l'importanza nella storia della civiltà. Si inserì in tal modo nel vivo di una discussione non limitata all'Italia, ma divenuta europea, in Francia sollevata anche dal d'Alembert con tesi analoghe a quelle espresse nelle Osservazioni critiche intorno alla lingua latina,Venezia 1740, di P. Zimbaldi, col quale, invece, polemizzò l'Aldini.
Notevole fu il successo del De varia latinae linguae fortuna:recensito favorevolmente dal Giornale de' letterati,XIX, Pisa 1775, pp. 245-249, provocò una risposta da parte della Società dei Filiasi con l'operetta Pregiudizi d'insegnare le scienze e le arti... in lingua latina,Venezia 1777. A questa l'A. volle ribattere con i Pregiudizi dileguati, opera apologetica,che, fermata dalla censura, rimase manoscritta (ora nella Biblioteca comunale di Cesena).
Studioso di storia locale, tradusse, senza portarla a termine, la storia di Cesena di S. Chiaramonti; e collaborò, specie per la parte riguardante i codici greci, col p. G. M. Muccioli al Catalogus codicum manuscriptorum Malatestianae Caesenads bibliothecae fratrum minorum (1780-84).
Un vero e proprio manuale per gli antiquari sono le sue Istituzioni glittografiche, ossia della maniera di conoscere la qualità e la natura delle gemme incise e di giudicare del contenuto e del pregio delle medesime,Cesena 1785,che comprendono anche una storia della glittografia e gli elenchi delle gemme Odescalchi e delle Gemme antiche figurate di Leonardo Agostini. Ad esse mosse varie critiche il milanese L. Bossi con le Osservazioni sulle gemme incise, scritte ... in proposito delle Istituzioni glittografiche recentemente pubblicate dal dott. G.A.A. di Cesena,Milano 1786.
Membro di numerose Accademie, l'A. fu spesso incaricato di comporre liriche d'occasione, orazioni latine e italiane, epigrafi. Morì a Cesena il 13 maggio 1798.
Bibl.: Memorie intorno alla vita di G. A. A. di Cesena, scritte da Periandro Elideo pastor arcade (P. V. Aldini), s.l. 1835; G. Gasperoni, Il Settecento italiano, Contributo alla storia della cultura,I, L'Ab. Giovanni Cristoforo Amaduzzi,Padova 1941, p. 251.