giostra
Esclusivo della Commedia, si registra, nel senso proprio di " combattimento a cavallo, fatto a fini di spettacolo ", in If XXII 6 vidi gir gualdane, / fedir torneamenti e correr giostra; chiarisce il Landino: " torneamenti e giostre sono esercizi militari, fatti per feste e giuochi, e per dar diletto a' popoli. Torneamento è quando le squadre vanno l'una contro dell'altra, e rappresentano una spezie di battaglia; giostra è quando l'uno va contro l'altro a corpo a corpo, e rappresenta la battaglia singolare ".
Più di frequente è usato nel senso di " scontro ": If 35 VII poi si volgea ciascun [avari e prodighi], quand'era giunto, / per lo suo mezzo cerchio a l'altra giostra, " concursum, quem vocat giostram metaphorice " (Benvenuto); secondo il Sapegno, " in giostra, che significa ‛ duello, combattimento ', si avverte una sfumatura sarcastica ". Con riferimento a questo passo il termine ritorna anche in Pg XXII 42 le giostre grame, i " miserabili scontri " degli avari e prodighi.
In questo stesso significato di " scontro " (" scontro bellico ") il sostantivo compare in If XIII 121 Lano, sì non fiero accorte / le gambe tue a le giostre dal Toppo!: secondo il Bassermann, seguito da altri interpreti, fra cui il Chimenz e il Mattalia, l'espressione contiene un'" amara ironia ", perché nella battaglia presso la Pieve del Toppo (" dalle parti del Toppo ", Petrocchi), ove nel 1287 gli Aretini sconfissero i Senesi, questi ultimi " avevano a loro danno esperimentato che la guerra non vuole essere condotta come un frivolo torneo " (Orme 311); ma - notano Casini-Barbi - l'espressione " potrebbe anche essere stata suggerita dalla zuffa a corpo a corpo, che dovette succedere, per l'improvviso uscire degli aretini dall'agguato ove aspettavano i senesi ". Ci sembra, comunque, in considerazione del tono ironico della intera frase che Giacomo di Sant'Andrea rivolge a Lano, che il Bassermann, e chi con lui, abbia rettamente inteso, e che l'ironia si rapprenda tutta proprio nel giostre. Della stessa opinione è il Petrocchi, il quale (come del resto la '21) legge dal Toppo (e non del Toppo, come il Casini), in quanto tale lezione " aderisce meglio all'ironica espressione di giostre ".