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ARGENTI, Giosuè

di Renata Cipriani - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 4 (1962)
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ARGENTI, Giosuè

Renata Cipriani

Figlio di Marcantonio, scultore, nacque a Viggiù il 7 febbr. 1819; studiò scultura all'Accademia di Brera nell'ambiente neoclassico rappresentato da Pompeo Marchesi, Abbondio Sangiorgio, Luigi Sabatelli e Benedetto Cacciatori, ma fu particolarmente sensibile alle ricerche di Luigi Bartolini, interpretandone, il purismo come esteriore ricerca di grazia. Anche l'esempio dello Hayez valse a fargli preferire sempre più temi romantici, nei quali sfoggiare il virtuosismo tecnico appreso fin dall'infanzia dagli artigiani del marmo di Viggiù, fra i quali si distinguevano diversi membri della sua stessa famiglia. Nel 1850 ebbe una borsa di studio per perfezionarsi a Roma, dove si trattenne sei, anni. Nel frattempo cominciò ad esporre con considerevole successo. Alla Galleria d'Arte Moderna di Milano si conservano i gessi dell'Episodio della distruzione di Gerusalemme (1850) e Zenobia tratta dal fiume Arazze (1852) che gli fecero ottenere la borsa di studio e che documentano la sua interpretazione del tardo neoclassicismo; ivi si trova pure il busto dell'Immacolata, esempio fra i più caratteristici della degenerazione degli stilismi puristi in mero virtuosismo, posto al servizio di temi esibizionisticamente edificanti. Oltre a numerosi busti (la Modestia, ecc.), rientrano nello stesso ordine di esercitazioni le numerose versioni della Martire cristiana e del Sogno dell'Innocenza (ibidem), che procacciarono i maggiori successi all'A.; quest'ultima statua infatti, premiata all'Esposizione internazionale di Parigi nel 1867, gli valse un periodo di notorietà in tutto il mondo. Espose a Monaco nel '69, e di nuovo nell'89, a Vienna nel '73 ed ebbe numerose ordinazioni, specialmente di monumenti funebri, anche dall'America; ma già all'Esposizione di Parigi del '78 la sua opera veniva genericamente biasimata fra le tante esibizioni di vana abilità tecnica. Solo dagli scrittori locali continuò a essere celebrato al di sopra dello stesso Vela. Fra le sue opere più impegnative restano il monumento al Vescovo Novasconi nel duomo di Cremona e il gruppo La Salute nella villa Mylius a Loveno sul lago di Como. In gran parte sono perduti i monumenti che eseguì per il Cimitero monumentale di Milano. Fu socio onorario dell'Accademia di Belle Arti di Brera, di quella di Urbino, dell'Istituto d'arte di Napoli.

Ebbe fra i suoi allievi Leonardo Bistolfi, che però presto passò alla scuola del Tabacchi.

Morì a Viggiù il 29 nov. 1901.

Suo fratello Antonio, nato a Viggiù il 27 marzo 1845, fu pure scultore. Studiò all'Accademia di Brera e a 15 anni vinse il premio Canonica con l'altorilievo Morte di Giulio Cesare (Milano, Gall. d'Arte Mod.). Continuò gli studi con P. Magni, orientandosi verso la trattazione di temi allegorici o di genere resi con moderato realismo. Nel 1881 fu tra i fondatori della Famiglia artistica e collaborò all'allestimento del padiglione dell'Esposizione ricavato dallo studio di Pompeo Marchesi eseguendo grandi festoni tirati da lumache; continuò a partecipare alla vita "scapigliata" della Associazione restandone una figura di margine. Nel 1883 espose all'Intemazionale di Roma lo Studio Forzato, che riscosse moderate approvazioni. Nel 1884 ebbe una medaglia d'oro a Londra, nel 1886 a Liverpool. Le sue figure infantili e i monumenti funebri incontrarono il favore del gusto borghese anche fuori d'Italia; in essi si manifesta il progressivo distacco dal realismo ottocentesco per tentare, al principio del secolo, effetti di stilizzazione non privi di una certa eleganza. Costretto a rinunciare alla sua attività per la malferma salute, si spense a Viggiù, ormai dimenticato, il 5 ott. del 1916.

Bibl.: Il Cicerone nelle sale di Brera, Milano 1859, p. 35; A. Caimi, Delle arti del disegno e degli artisti nelle provincie di Lombardia dal 1777 al 1862, Milano 1862, pp. 188 s.; P. Mantz, Les Beaux Arts à l'Exposition Universelle, in Gazette des Beaux Arts, XXIII (1867), 2, p. 227; C. Blanc, Les artistes de mon temps, Paris 1876, p. 506; L. Zanzi, Il mio paese, Varese 1879, pp. 39-44; F. Fontana, Pennelli e scalpelli, Milano 1883, p. 188 (per Antonio); S. Pellegattat Guida storico artistica descrittiva di Viggiù e suoi dintorni, Milano 1894, pp. 81-83 (per Antonio pp. 90-92); L. Callari, Storia dell'arte contemporanea italiana, Roma 1909, p. 32; L. Larghi, Guida al Cimitero monumentale, Milano 1923, p. 42 (per Antonio pp. 92, 194, 198); F. Caravatti, Viggiù nella storia e nell'arte, Varese 1925, p. 106 (per Antonio p. 110); P. Madini, La Scapigliatura milanese, Milano 1929, pp. 180, 254 (per Antonio); S. Vigezzi, La scultura italiana dell'Ottocento, Milano 1932, pp. 74-77, 125; G. Nicodemi, Le Arti italiane nel XIX e XX secolo, Milano 1935, p. 79; N. Tarchiani, La scultura italiana dell'Ottocento, Firenze 1936, p. 38; Comune di Milano, La Galleria d'Arte Moderna di Milano: le sculture, Milano 1938, pp. 12 ss.; F. Sapori, Scultura italiana moderna, Roma 1949, pp. 42, 438; S. Pagani, La pittura lombarda della Scapigliatura, Milano 1955, p. 88 (cita Giosuè fra i fondatori della Famiglia artistica, mentre si tratta di Antonio); E. Lavagnino, L'Arte moderna, Torino 1955, pp. 307, 388 s. (per Antonio p. 642); A. De Gubernatis, Diz. degli artisti italiani viventi, Firenze 1906, pp. 19 s.; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexi kon der bildenden Künstler, II, pp. 92 s.

Vedi anche
neoclassicismo Complesso movimento culturale europeo manifestatosi fra la seconda metà del 18° sec. e il primo trentennio del 19° sec., che, oltre a interessare tutti gli aspetti dell’arte, coinvolse il profondo rinnovamento della cultura e della società. Gli studi dell’ultimo trentennio del 20° sec. ne hanno evidenziato ... scultura Arte e tecnica dello scolpire, cioè di raffigurare il mondo esterno, o meglio di esprimere l’intuizione artistica per mezzo di materiale opportunamente modellato; con valore concreto, l’opera stessa. Nella denominazione di scultura si comprende ogni opera plastica (statue, gruppi, rilievi), sia essa ... Lombardia Regione dell’Italia settentrionale (23.864 km2 con 10.426.155 ab. nel 2008, ripartiti in 1546 Comuni; densità 437 ab./km2), compresa tra il crinale delle Alpi Centrali, il medio corso del Po, il Ticino, il Sarca, il Lago di Garda e il Mincio. La Lombardia è divisa in 12 province: Bergamo, Brescia, Como, ... Milano Comune della Lombardia (181,7 km2 con 1.299.633 ab. nel 2008), capoluogo di provincia e di regione. Seconda città in Italia, dopo Roma, per popolazione e con un’area metropolitana di oltre 3 milioni di abitanti, costituisce la massima concentrazione delle forme più moderne e dinamiche dell’economia del ...
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argènto
argento argènto (ant. ariènto) s. m. [lat. argĕntum, da una radice indoeur. che significa «brillare»]. – 1. Elemento chimico, metallo monovalente, di simbolo Ag, numero atomico 47, peso atomico 107,88, appartenente al primo gruppo del sistema...
argentato
argentato agg. [part. pass. di argentare; cfr. lat. argentatus (der. di argentum «argento») «coperto o provvisto di argento»]. – 1. Rivestito d’un sottile strato d’argento: posaterie a.; carta a., ottenuta da fogli di carta comune cui si...
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