D'ESPOSITO, Giosuè
Nacque a Sorrento (Napoli) il 30 luglio 1878 da Antonino e Luisa Maria Pontecorvo, appartenenti ad una modestissima famiglia agricola. Studiò e si diplomò nel 1896 macchinista navale presso l'istituto tecnico nautico "N. Bixio" di Piano di Sorrento.
Dopo aver navigato per pochi mesi, decise, alla fine dello stesso anno, di emigrare negli Stati Uniti d'America, ove fu accolto da lontani parenti colà residenti. Chiese udienza al potente direttore generale della Pennsylvania Railroad Co. onde essere assunto "per un lavoro qualunque, anche il più umile". Fu immediatamente inquadrato come disegnatore in prova presso l'ingegnere capo dell'ufficio di Pittsburgh. Nel 1904 venne promosso assistente dello stesso ingegnere capo e rimase con tali mansioni fino al 1913, quando gli vennero affidati lo studio e la progettazione dell'ampliamento dello scalo ferroviario di Chicago, che, dato il continuo aumento del traffico, richiedeva un'urgente sistemazione. Nel frattempo era stato naturalizzato cittadino statunitense nel 1907 ed aveva sposato, il 18 agosto 1908, Katherina von Olnhausen da cui avrebbe avuto i figli Luisa, Joshua e Julian.
L'ampliamento dello scalo ferroviario di Chicago richiese un lavoro di tre anni. Scoppiata la prima guerra mondiale, il D. nel 1917 divenne assistente del direttore della Emergency Fleet Co., U.S. Shipping Board (comitato esecutivo per i trasporti marittimi durante la prima guerra mondiale), ove rimase fino al 1919, occupandosi della divisione "navi in legno". Nel 1919, tornato a Chicago, gli venne affidato il colossale lavoro della costruzione della monumentale stazione ferroviaria Union Station, lavoro ultimato nel 1925, ma destinato a rimanere nella storia dell'ingegneria, in quanto la stazione di Chicago fu, all'epoca della sua costruzione e per molti decenni successivi, la più attrezzata e razionale del mondo.
Gli onori tributati al D. per celebrare il compimento dell'opera rimasero memorabili in tutti gli Stati dell'Unione. A definitivo suggello, gli venne conferita la nomina a direttore generale della Pennsylvania Railroad Co., carica che ricoprì fino al 1927.
Fu durante la progettazione della stazione ferroviaria di Chicago che il D. ideò il geniale dispositivo conosciuto nel mondo con il nome di "terza rotaia". Essa è una linea elettrica di contatto, per trasportare l'energia elettrica lungo il percorso dei binari, costituita da un conduttore che ha il profilo di una normale rotaia; le due rotaie di guida dei rotabili fungono come conduttori di ritorno. Generalmente la terza rotaia corre parallelamente al binario, esternamente alle rotaie di guida, sul piano del ferro o in cunicolo; deve essere assicurato l'isolamento dal suolo e dal binario e ciò viene ottenuto mediante isolatori rigidi fissati alle traversine di armamento. Secondo la forma degli isolatori si può fare in modo che la superfice utile per la derivazione della corrente sia quella superiore o quella inferiore della rotaia.
Dal 1927 il D. si dedicò alla libera professione, svolgendo opera di consulenza nel settore dei trasporti ferroviari e iniziando un'intensa attività nel settore dell'edilizia. A tale periodo risale la progettazione e realizzazione dell'imponente edificio del Daily News sulla linea ferroviaria Chicago-Milwaukee. Successivamente fu eletto presidente del Comitato per la costruzione dell'edificio monumentale del municipio di Chicago, che costò 15 milioni di dollari dell'epoca e fu utilizzato per la celebrazione centenaria della Fiera mondiale di Chicago.
Nel 1933 fu nominato "state engineer" della Public Works Administration, nel 1934 "project engineer" del Sanitary District di Chicago. Nel 1941 gli venne conferita la laurea "honoris causa" dall'Illinois Institute of Technology. Fu presidente della Società degli ingegneri americani, presidente dell'Associazione americana di ingegneria elettromeccanica, presidente della Società occidentale degli ingegneri.
Il D. morì nella sua casa di Chicago il 16 nov. 1954 e fu sepolto a Des Plaines nell'Illinois.
Bibl.: Who was who in America, 1951-1960, III, p. 223; M. Paturzo, L'emigrante sorrentino che mutò il volto di Chicago, in Il Messaggero, 8 dic. 1958.