BURRINI, Giovan Antonio
Pittore, nato a Bologna nel 1656, morto ivi nel 1727. Scolaro di Domenico M. Canuti, compì la sua educazione artistica a Venezia. Tornato a Bologna eseguì opere di fresco colorito veronesiano in casa Ratta e Marchesini. Recatosi poi a Roma, ebbe l'incarico di dipingere un S. Gerolamo (disperso) e il Martiio di S. Vittorio ora nel duomo della Mirandola. Nuovamente a Bologna affrescò in casa Albergati; nella villa di questi ad Asola, ove dipinse in una cappella la storia della vita del beato Nicolò; nel palazzo dei conti di Novellara. Nel 1688 fu a Torino, ove affrescò nella cappella degli Scalzi (Daniele alla fossa dei leoni, ecc.), in casa Graveri e altrove. Fu questo il suo momento più felice. Del 1688 è anche il Martirio di S. Eufemia posto a Ravenna nella chiesa di S. Eufemia, che può considerarsi il suo capolavoro, per l'energia del disegno e la trasparenza del colore. Nel 1690, affrescava a Bologna, nel palazzo Alamandini, la caduta di Fetonte dal cielo, con forme briose e vivaci, una cappella nella chiesa dei Teatini, un'altra in S. Bartolomeo con M. Chiarini. Mediocre, ma interessante pittore, entro l'eclettico manierismo del tempo, ebbe un fare risoluto e colore fresco ed arioso.
Gli fu allieva la figlia Barbara (nata nel 1700 a Bologna) che ebbe fama di abile ritrattista.
Bibl.: G. Zanotti, Storia dell'accademia Clementina, I, Bologna 1739, pagine 319-39; id., Le pitture di Bologna, Bologna 1732, passim; L. Motta-Ciaccio, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911.