ARNOLFINI, Giovan Battista
Nacque a Lucca da Iacopo di Battista e da Caterina Bartolomei. Fu battezzato in San Giovanni il 19 giugno 1524.
L'attività mercantile lo portò a risiedere per lo più all'estero, in particolare ad Anversa, dove una compagnia commerciale sotto il nome del padre esisteva fin dal 1517 e dove il fratello Vincenzo dirigeva una società propria attorno al 1551. Che l'A. collaborasse strettamente con il fratello Vincenzo appare da una vertenza che nel 1579 oppose costoro agli altri due fratelli, Francesco e Silvestro, che erano i soci principali della compagnia di Lucca "Eredi di Iacopo Arnolfini, Bernardino Viviani e Lodovico Penitesi e C.", fallita nel 1574.
A questo fallimento non rimase estraneo l'A., che nel 1577, quando a Lucca i capi dei creditori del fallimento decisero la alienazione di parecchi immobili appartenenti al capitale della compagnia, fece, da Anversa, procura al proprio figlio Martino ed al proprio "socio", Lodovico Penitesi, dando il suo consenso alla vendita di poderi di proprietà comune, provenienti dall'eredità paterna. Questo atto di procura, che porta la firma di Paolo Burlamacchi e di Bonaventura Michaeli iunior, fa pensare che la compagnia di cui l'A. faceva parte ad Anversa fosse quella degli "Eredi di Girolamo Arnolfini e Bonaventura Michaeli e C.".
Lo stesso anno, il 20 giugno, ad Anversa, davanti al notaio Ser Piero van Lare di Lovanio, l'A. nominò nuovamente suoi procuratori a Lucca il fratello Francesco, Lodovico Penitesi e Pellegrino Garzoni per raccogliere l'eredità del bisavolo paterno, Iacopo da Ghivizzano.
Aveva sposato Maria figlia di Giovanni Bernardini, uno dei soci principali della compagnia di Lione "Giovanni Bernardini, Arnolfini e Guinigi e C." strettamente legata alla società Arnolfini-Penitesi di Lucca e agli Arnolfini-Michaeli di Anversa. La compagnia di Lione fallì alla fiera d'agosto del 1574, determinando per contraccolpo il fallimento della società di Lucca. L'A. ebbe un figlio, Martino. Morì probabilmente lontano da Lucca.
Martino visse a Lucca, dove nel 1580 sposò Luvisa, figlia di Federico Trenta, dalla quale ebbe cinque figli: Francesca (nata nel 1589), Federigo (nato nel 1583), Niccolò (che fu prete), Francesco e Iacopo (nato nel 1581). Il patrimonio di Martino era rimasto indiviso con i fratelli e soci del padre, fino al 1591, quando avvenne la divisione dei beni fidecommissari ereditati da Iacopo da Ghivizzano, con lo zio Silvestro Arnolfini; e fino al 1601 quando furono divisi i beni ancora comuni con lo zio Vincenzo Arnolfini. Tuttavia, nel 1606, era ancora proprietà comune di Martino e del cugino Attilio di Silvestro Arnolfini e dell'Ospedale della Misericordia, come erede di Bernardino Viviani (antico socio della compagnia Arnolfini e Penitesi di Lucca), il diritto di pesca sul lago di Sesto, che essi diedero allora in affitto. Il patrimonio immobiliare di Martino fu valutato, nell'estimo lucchese del 1599, a un corrispondente di 9.000 scudi. Egli fece testamento nel 1606 a favore dei figli Federigo, Niccolò, Francesco e Iacopo. Iacopo fu per quasi diciannove anni consecutivi ambasciatore della Repubblica di Lucca in Spagna: si conservano le sue corrispondenze ufficiali per i periodi tra il 5 maggio 1625 e il 15 giugno 1626, e tra l'11 ott. 1636 e l'8 genn. 1639. La relazione finale dell'ambasceria fu redatta il 29 genn. 1644. Iacopo fu per due volte gonfaloniere di giustizia: nel 1653 e nel 1658. Fece testamento il 5 maggio 1659.
Bibl.: Lucca, Bibl. Governativa, ms. 1102, G. V. Baroni, Notizie genealogiche delle famiglie lucchesi: Famiglia Arnolfini (1241-1650), ff. 974, 998, 1000-1003, 1013, 1065, 1095, 1128-1165; G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca dall'anno 1004 all'anno 1700, a cura di C. Minutoli, in Arch. stor. ital.,s. 1, X(1847), suppl., p. 225; S. Bongi, Inventario del R. Arch. di Stato di Lucca, I, Lucca 1872, p. 187; Inventario del R. Arch. di Stato di Lucca, V, Arch. Gentilizi,parte I, Arch. Arnolfini,Pescia 1935, pp. 14, 17, 26.