BERTINI, Giovan Battista
Nacque a Milano l'11 dic. 1799 da Giuseppe (nato nel 1766 e vivente ancora nel 1829), notevole orafo e facitore di smalti (per i quali pare inventasse i forni docimastici), discendente da una famiglia di artigiani e mercanti originari della Val Vigezzo.
Il B., forse alunno dell'Accademia di Brera, fattosi un nome come pittore su vetro, divenne l'arbitro in questo campo non soltanto a Milano. Nel 1829 fondò con L. Brenta la ditta "Bertini, Brenta & C." avente per scopo la produzione di vetri colorati dipinti a fuoco e trasparenti all'uso antico; dopo tre anni il Brenta si ritirò sicché la ditta assunse la ragione "Fratelli Bertini". Ad essa si devono i fasti e i nefasti ottocenteschi delle vetrate del duomo di Milano.
Dal 1845 col B. collaborò il figlio Giuseppe. I lavori del B. nel duomo di Milano sono nell'ordine: una finestra nella facciata (?) pagata nel maggio 1828, le tre vetrate del capocroce verso l'arcivescovado (cappella di S. Giovanni Buono) decorate, dal 1829 al 1842, Con scene della vita e glorificazione del santo. Dal 1831 al 1837 furono eseguiti quattro dei cinque finestroni della facciata, su disegni di A. Sanquirico il primo a settentrione, di L. Sabatelli i successivi, e la grande Assunta dei finestrone centrale; sono pure del B., tra il 1842 e il 1843, le vetrate della cappella della Madonna dell'Albero con la Vita della Vergine e, tra il '44 e il '49, il grande finestrone con le Storie dei ss. Gervaso e Protaso sopra la tomba del Medeghino al capocroce di destra.
Contemporaneamente a questo lavoro originale, il B. assumeva, dal 1833 al 1837, il restauro delle vetrate del coro, che, fatta esclusione per un centinaio di quadretti rimasti intatti, fu praticamente un rifacimento, nel quale egli utilizzò disegni suoi e del Sabatelli (Storie dell'Apocalisse e del Vecchio Testamento) e adoperò, tagliandoli e smembrandoli, i quadretti lesionati. L'entusiasmo per quest'opera fu tale che a lui vennero affidati il restauro e il completamento delle finestre della basilica di S. Francesco in Assisi, the egli condusse tra il 1839 e il 1845, nonché lavori nel battistero di Pisa e una vetrata nella chiesa di S. Alessandro in Milano. Morì a Milano nel 1849.
Oltre Giuseppe, si ricorda il figlio Pompeo, direttore tecnico della ditta, che fu pittore e autore di cartoni per vetrate.
Nonostante il successo presso i contemporanei e le lodi del Caimi e dei Calvi, nonostante l'onore altissimo della magniloquente epigrafe postagli l'anno stesso della morte nel retrocoro del duomo, il giudizio sul B. non può essere oggi che severamente negativo. Le sue vetrate infatti non sono state concepite ed eseguite secondo i canoni tradizionali, composte cioè di tessere di vetro, variamente tagliate, in cui ogni tessera legata a piombo rappresenta un solo colore o tono, ma sono lastre più o meno grandi variamente sagomate e unite, in ognuna delle quali sono più elementi figurativi e più colori. In altri termini, si tratta di quadri minori dipinti in vetro e cotti, che si incastrano e completano sulla grande composizione, m genere mediocre e piatta, con colori spesso stridenti. Dal punto di vista tecnico inoltre, molte di quelle opere non resistono al tempo e al clima e necessitano di periodici restauri. Ma ancora più gravi e irrimediabili sono i danni arrecati, nell'ignoranza di tecnica, stile, iconografia e storia, alle vecchie vetrate del duomo di Milano e della basilica di Assisi (per una documentazione cfr. Monneret, Giusto e Supino). La colpa non è tuttavia solo di questo artigiano, certo in buona fede nella sua modesta levatura e nella sua grande presunzione, ma anche di quei laici ed ecclesiastici che, digiuni di ogni conoscenza specifica e sordi a ogni necessità artistica, gli affidarono monumenti e testimonianze insostituibili di un'arte rara e insigne.
Bibl.:Vedi la bibl. di Giuseppe Bertini, in Diz. Biogr. d. Ital., IX,pp. 569 s., e particol.: A. Caimi, Delle arti del disegno e degli artisti nelle provincie di Lombardia…, Milano 1862, pp. 132 s.; E. M. Giusto, Le vetrate di S. Francesco in Assisi, Milano 1911, pp. 367, 370, 371; U. Monneret de Villard, Le vetrate del duomo di Milano, Milano 1918, pp. 163-165, 214-216; I. B. Supino, La basil. di S. Francesco di Assisi. Bologna 1924 (v. Indice,dove è erron. indicato come Giuseppe B.).