CASCIONE (Cascioni, Cassone), Giovan Battista
Nacque a Palermo nel 1729. Era figlio di Giambattista, eletto proingegnere del Senato di Palermo il 10 luglio 1715. Verisimilmente per distinguerlo dal padre il C. viene chiamato, da alcuni autori, Cascione Vaccarini, traendo il secondo cognome da quello del canonico Giovan Battista Vaccarini, architetto, di cui era nipote.
Fu, come gran parte dei più noti architetti isolani del Sei e del Settecento, un sacerdote e come loro - e certo anche per l'appoggio del padre e dello zio - ricoprì, per ben sette anni (dal 1783 fino all'anno in cui venne a morte), quella che era la carica sicuramente allora più ambita, di regio architetto del Senato di Palermo, dopo essere stato, dal 1775, "architetto coadiutore" del regio architetto don Nicolò Palma.
Dal 1774 il C. è documentato a Caltagirone dove si recò come ingegnere incaricato dal Tribunale del Real Patrimonio e della Deputazione delle acque e strade. Scrisse allora relazioni sulle acque dell'Acquanova o Simini, sul ponte della Rocca, sulla fontana del Piano della Loggia, sullo stato dei lavori della chiesa matrice e sui lavori relativi ai tetti della chiesa di S. Giuliano. Nel 1778 ricevette dalla città 140 onze. Le sue costruzioni a Caltagirone, dove lavorò con S. Attinelli e G. V. Marvuglia, furono terminate da Natale Bonaiuto.
Dal 1772 il C. aveva lavorato a Comiso alla ricostruzione della chiesa della S. Annunziata distrutta dal terremoto.
Morì a Palermo nel 1790.
Gli sono attribuiti a Palermo: il pal. Comitini (probab. in attuazione del progetto del Palma) e quello Valguarnera-Ganci, oltre al non più esistente conservatorio di S. Lucia fuori porta a Maqueda. Nelle vicinanze gli si attribuiscono, invece, il prospetto del palazzo della villa Valguarnera nella Piana dei Colli, portata a termine entro il 1785, in cui l'artista - assieme ad un Vincenzo Fiorelli - continuò con ogni probabilità l'opera iniziata dall'autore del progetto originario, don Tommaso Napoli; e il prospetto della chiesa di S. Anna in S. Flavia, i cui disegni furono forniti da lui in collaborazione con l'architetto Antonio Interguglielmi e con lo stesso committente, il conte Giovanni Filangieri.
Fonti e Bibl.: Descriz. della villa Valguarnera, Palermo 1785; Palermo, Bibl. comunale: V. Castelli, Dizionario enciclop. siculo, ms. (sec. XIX), II, ff. 161 s.; F. Stanganelli, Vicende stor. di Comiso, Catania 1926, p. 72; F. Meli, Degli architetti del Senato di Palermo nei secc. XVII e XVIII, Palermo 1938, pp. 43, 50; A. Giuliana Alajmo, Architetti regi in Sicilia dal sec. XIII al sec. XIX, I, Palermo 1952, pp. 3, 7; V. Ziino, Doc. e testimonianze sulla costruzione della Villa Valguarnera, in Atti del VII Congr. nazionale di storia dell'architettura, Palermo 1956, p. 331; M. Collura, Ilcomplesso monumentale di S. Flavia, in Quaderno... della Fac. di architettura dell'Università di Palermo, 1965, n. 5-7, pp. 108, 112; G. Lanza Tomasi, Le ville di Palermo, Palermo 1966, p. 137; M. De Simone, Ville palermitane dei sec. XVII e XVIII, Palermo 1968, pp. 201 s., G. Ganci, Il barocco nella Sicilia occidentale, Roma 1968, p. 45; A. Blunt, Barocco sicil., Milano 1968, p. 178 (vedi rec. di G. Ganci, in Art Bulletin, LII [1970], p. 462).