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CRISPOLTI, Giovan Battista

di Roberto Volpi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 30 (1984)
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CRISPOLTI, Giovan Battista

Roberto Volpi

Nacque a Perugia, presumibilmente intorno al 1520, da una delle più illustri famiglie della città.

Nel 1549 fu capitaneus communis. Nel 1561 fu capitano del contado per il rione di Porta Eburnea. Il 9 ott. 1562 entrò a far parte della Compagnia del Sacramento, una delle più importanti confraternite della città, della quale sarà poi visitatore (cioè consigliere) e finalmente priore nel 1583. Nel maggio del 1572, durante la vacanza della sede papale seguita alla morte di Pio V, capeggiò una sommossa.

La notizia, riferita dal Pellini, che lo conosceva molto bene essendo con lui imparentato, parve in seguito inverosimile considerando la devozione del C. al potere pontificio. La cosa tuttavia diventa pienamente credibile in quanto, come riferiscono altre fonti, si trattò in realtà della risposta a una provocazione del bargello così scoperta da essere poi universalmente condannata.

Nel 1578 funuovamente nominato capitano del contado. Il 23 nov. 1579 fu creato dal governatore prefetto generale alla Sanità. Il 25 apr. 1581 fu incaricato di vigilare sulle occupazioni di suolo pubblico, specialmente da parte di commercianti e artigiani svolse questo compito con tanto zelo che il 19 ott. 1583 ilgovernatore Corrado Asinario gli confermò la patente relativa. L'importanza storica del C. non deriva comunque dagli incarichi che ricoprì, ma dal fatto di essere l'autore della Cronaca di Perugia dall'anno 1578 al 1586, pubblicata a Torino da Ariodante Fabretti nel 1892 (in Cronache della Città di Perugia ..., IV).

I pregi fondamentali della Cronaca sono di duplice ordine. In primo luogo essa non è destinata alla pubblicazione: costituisce una specie di "diario" privato, compilato anche "per non viver tanto ozioso del continuo" (Cronaca, p. 97). Se questa circostanza può influire negativamente sullo stile, rendendolo disadorno e in qualche punto secco e schematico, consente tuttavia all'autore una piena libertà di giudizio e quindi una totale sincerità. In secondo luogo l'attenzione del C. è rivolta solo marginalmente alla vita politica. La Cronaca è piuttosto un affresco della vita civile di quegli anni: le usanze, le feste, i matrimoni, i rapporti fra famiglie, i problemi del vivere quotidiano vi tengono senza dubbio un posto predominante. Anzi i fatti politici sono presi in considerazione essenzialmente per le conseguenze che comportano in questo campo. La Cronaca ha un suo protagonista indiscusso, cioè lo stesso autore. Ne emerge con evidenza una figura trascinante, ricca di contrasti come l'epoca in cui visse. Il C. è uomo della Controriforma, animato da profondo zelo religioso, ma attaccato ai piaceri della vita, sensibile ai divertimenti e alla bellezza femminile. Appare sempre ligio all'autorità costituita nell'espletare le mansioni che legati e governatori gli affidano è di un'intransigenza assoluta. D'altra parte, contro questa stessa autorità non manca di appuntare gli strali della critica e dell'ironia, fino a riportare il testo dell'insolente "pasquinata" in morte del cardinale Sforza (Cronaca, p. 51) o a definire Sisto V "crudo e severissimo" (p. 132). Sembra persona schiva dagli onori, ma tiene a sottolineare l'ampiezza delle prerogative a lui concesse e il rispetto da cui è circondato in città. Gode di un'autorità maggiore dei nipoti Giovan Francesco e Orazio, che pure sappiamo in quegli anni ai vertici delle magistrature comunali, proprio in quanto tramite indispensabile tra queste ultime e gli organi della legazione. Ma questo non gli impedisce di essere coinvolto, con la famiglia, in una lunga e complessa lite con la Camera apostolica per il censo relativo allo sfruttamento del feudo di Pomonte. Su questi aspetti autobiografici la Cronaca è ricca di dettagli ma altrettanto lo è intorno a fatti che riguardano l'intera comunità, si tratti dell'epidemia dell'agosto 1580, dei festeggiamenti per le visite dei legati, o delle trasformazioni edilizie e urbanistiche, come la costruzione della via Riaria nel 1582. È inoltre fonte preziosa sul fenomeno del banditismo, che in quegli anni, sotto la guida di Alfonso Piccolomini, manteneva nella zona proporzioni notevoli, tanto che nel 1580 i banditi a Cascia avevano fatto prigioniero il governatore con tutta la sua corte (Cronaca, p. 21) o su momenti della vita di noti personaggi contemporanei, da Pompeo Pellini a Pietro Baldeschi a Raffaele Sozi, che per parte sua inserì il C. nei primissimi posti dei Catalogo degli amici.

Fu membro dell'Accademia degli Insensati con il nome di Immerso. Della sua attività in questo ambito ci resta un sonetto in morte di Giulio Mengacci da Gubbio, pubblicato nel 1720 da Giacinto Vincioli: composizione d'occasione, che svolge il solito tema del dolore della città per la scomparsa del figlio illustre, ma che rivela una padronanza di stile insospettabile nell'autore della Cronaca. Impossibile invece attribuirgli la lettera al Bonciari che il Vermiglioli, forse equivocando sul nome accademico, asserisce di aver visto tra le carte Mariotti. La lettera porterebbe infatti la data del 1608, mentre il C. morì nel 1589, e il 7 novembre di quell'anno fu sepolto nella chiesa di S. Francesco al Prato.

L'autografo della Cronaca si conserva tuttora nella Biblioteca Augusta di Perugia (ms. 1209) ed è molto mutilo, specie per gli anni 1585 e 1586. Non è da escludersi l'ipotesi, già in passato avanzata, che alcune parti siano state soppresse per la pesantezza dei giudizi che contenevano su personalità di rilievo.

Fonti e Bibl.: Fonti archivistiche in Arch. di Stato di Perugia, Offici dei Comune di Perugia, n. 15, ff. 112v, 188v n. 16, f. 59r Perugia, Arch. capitolare di S. Lorenzo, Quarto libro della Venerabile Compagnia dei SS. Sagramento, f. 32v Ibid., Arch. della Badia di S. Pietro, CM 205: Fam. perugine, f. 282r. V., inoltre, Perugia, Bibl. Augusta, ms. 1866, Catal. degli amici di Raffaele Sozi. f. 132v, e a stampa sull'attività del C., P. Pellini, Della Historia di Perugia, Città di Castello 1970, p. 1206 G. Vincioli, Rime di F. Coppetta ed altri poeti perugini, Perugia 1720, p. 239 G. B. Vermiglioli, Biografia degli scrittori perugini, Perugia 1829, 1, 2, p. 363 n. 2 G. R. Sanesi, Cronache della città di Perugia…, a cura di A. Fabretti, IV, in Arch. stor. ital., XIII (1894), pp. 177-183.

Vedi anche
capitano Comandante di una compagnia di soldati o di un corpo equivalente; nella gerarchia militare di quasi tutti gli eserciti fa parte della categoria degli ufficiali inferiori. Nella navigazione mercantile, capitano marittimo è qualifica professionale di chi ha il comando della nave.  ● Nel corso del tempo, ... priore Il superiore di una comunità religiosa e in particolare di una comunità monastica. ● Titolo di particolare dignità in alcuni ordini cavallereschi (anche gran priore). Nell’Ordine dei Cavalieri di Malta il priore presiede l’organo preposto all’amministrazione dei possedimenti compresi in più commende. ... Prato Comune della Toscana (97,6 km2 con 185.603 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. Si estende a 61 m s.l.m. presso lo sbocco in pianura della valle del Bisenzio, ai piedi del gruppo calcareo della Calvana. Fino agli inizi del 20° sec. lo sviluppo topografico della città risultava contenuto entro il perimetro ... Perugia Comune dell’Umbria (449,9 km2 con 163.287 ab. nel 2008), capoluogo provinciale e regionale. È posta su un colle a 493 m s.l.m. nella Valle Tiberina, presso l’incrocio di importanti vie di comunicazione, che la collegano con il Lazio e l’Emilia attraverso la valle del Tevere, con la Toscana (Val di Chiana) ...
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battista¹
battista1 battista1 (ant. batista) s. m. [dal lat. tardo baptista, gr. βαπτιστής, der. di βαπτίζω «battezzare»] (pl. -i). – 1. Propr., chi battezza, battezzatore; in partic., il sacerdote che ha l’incarico di battezzare in vece del parroco....
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