ZAPPI, Giovan Battista Felice
Poeta, nato a Imola il 18 marzo 1667, morto a Roma il 30 luglio 1719. Educato dai gesuiti e laureato in diritto a Bologna, era a vent'anni a Roma per l'avvocatura, in cui compì carriera notevole. Subito caro a dotti e prelati, in accademie e conversazioni, per la ricercata eleganza dei modi e dell'eloquio, fu nel 1690 dei quattordici fondatori dell'Arcadia col nome di Tirsi Leucasio, e ne divenne il più ammirato poeta, da alcuni riconosciuto, anche in seguito, come l'unico poeta di quel primo periodo. In verità improvvisava molto, e scrisse poco e con poco studio: 55 sonetti, due canzoni, due egloghe, due canzonette, un brindisi, due madrigali, tre scherzi poetici, una cantata, un'elegia.
Arcade di sentimento, ancora secentista di gusto, mescolò il languido all'ampolloso, il facile all'ingegnoso. Piuttosto rilassato nella tecnica del verso e sforzato nell'impostazione degli argomenti, ricercò o lusso o delicatezza d'immagini e la bravura nelle loro combinazioni. Perciò nei suoi versi abbondano, maldestre, le acutezze. Sposo dal 1705 a Faustina Maratti (v. zappi-maratti, faustina), ebbe la casa adorna di studiosi e di artisti; ma neanche allora, improvvisatore brillante, rivelò una particolare vocazione poetica, non coltivando con impegno quella che forse aveva per la poesia leggiera e scherzosa, civettuola e motteggevole, condita di vezzi e di grazie, in metri brevi specialmente; la lasciò invece mostrarsi per lo più futile, effeminata e per così dire flaccida. Perciò, applauditissimo in Arcadia, fu bersagliato come esponente della frollezza di essa non appena i tempi mutarono; e il Baretti ne fece nella sua Frusta la prima stroncatura famosa. Cfr. le Rime dell'avv. G. B. F. Z. e di F. Maratti sua consorte (5ª ed., Venezia 1736).
Bibl.: B. Ciafardini, Il più ammirato tra i fondatori d'Arcadia, in Riv. d'Italia, 15 maggio 1914; G. Galli, Nel Settecento: i poeti G. B. F. Z. e Faustina Moratti, Bologna 1925.