BERTUCCI, Giovan Battista il Vecchio (detto Giovan Battista da Faenza)
Da identificare con Giovan Battista Utili, da un soprannome del padre fu detto anche G. B. Bracceschi e, dall'attività della famiglia, Giovan Battista dei Pittori. Nacque a Faenza fra il 1465 e il 1470 da Michele; sposò Dianora, o Elionora, figlia "quondam magistri Iacobi de Nursia" e da lei ebbe quattro figlie, Cecilia, Samaritana, Lucrezia e Caterina, e quattro figli, Michele, Raffaele, Claudio e Giacomo. Il B. ebbe pure un fratello pi ttore, Gerolamo, minore di età, il quale visse e collaborò con lui nell'arte sino al 1510, anno in cui i due fratelli decisero di separarsi e dividersi i beni patrimoniali. In quell'occasione risulta che erano impegnati a dipingere in collaborazione due tavole: una per Pietro de Spadis e l'altra per suor Benedetta della Cura; essi fecero fronte ai loro impegni insieme, col patto però che al B. spettasse tutto quello che, oltre il contratto, rimaneva da fare.
Non si conoscono opere certe di Gerolamo, che morì tra la fine di giugno e i primi di luglio del 1528.Gli erano stati attribuiti due frammenti di tavola con le teste di S. Antonio da Padova e di S. Benedetto (Faenza, Pinacoteca comunale) e gli si può assegnare un S. Antonio abate, laterale di un polittico già nella arcipretale di Sarna presso Faenza (Museo diocesano di Faenza).
Forse negli ultimi anni della sua vita il B. si fece aiutare anche dal figlio maggiore Michele, secondo il Grigioni nato nel 1493, il quale, dopo la morte del padre, si impegnò a finire la decorazione di una cappella e la relativa tavola per ser Giuliano Seguretti.
Michele risulta morto, ventisettenne appena, alla fine del 1520: infatti il 6 febbr. 1521il fratello minore Raffaele(nato tra il 1496 e il 1501) fa quietanza per sé e per gli altri fratelli del pagamento di una tavola che il defunto Michele aveva eseguito nel 1520per don Lodovico Emiliani. La tavola, datata, rappresenta la Madonna in piedi col Bambino fra i ss. Girolamo e Maria Maddalena; già nella cappella Emiliani di S. Francesco di Faenza, si trova ora nella raccolta Piancastelli presso i Musei civici di Forlì. Nell'atto della quietanza Raffaele è assistito dallo zio Gerolamo. Non si conoscono opere di Raffaele che risulta qualificato talora come pittore e talora come falegname; probabilmente Raffaele aveva esordito come pittore e poi si era messo ad eseguire le parti lignee delle ancone dipinte dai fratelli e da amici pittori di lui più valenti. Fu padre di Giovan Battista il Giovane.
Sulla sua educazione e sulla sua attività fino al 1495, quando per la prima volta è documentato attivo a Faenza,1 molto si è congetturato, ma nulla si sa di certo. L'esame stilistico delle sue opere, a cominciare dal trittico, datato e firmato del 1506, eseguito per i camaldolesi di S. Ippolito, lo fanno supporre educato nell'ambiente bolognese, in cui al predominio dei maestri ferraresi andava subentrando l'influenza della scuola umbro-toscana. I vecchi critici hanno voluto vedere una derivazione diretta del B. dal Perugino e dal Pinturicchio e, troppo suggestionati dal fatto che la moglie era figlia di un Iacopo da Norcia, hanno affermato che il B. in gioventù abbia soggiornato e lavorato in Umbria al seguito di quei due maestri; al principio dell'Ottocento quasi tutte le opere del B. andavano sotto il nome del Pinturicchio o del Perugino. Se pure è ammissibile un soggiorno in Umbria e forse a Firenze intorno al 1493, l'arte del B. si basa su quella del ferrarese Lorenzo Costa e non è immune da lontane reminiscenze robertesche. Il Corbara fra l'altro ha indicato le affinità con l'Aspertini della pala del "tirocinio", cosa che fa pensare a una puntata fino a Roma, oltre che a viaggi fra Firenze e Bologna nell'ultimo ventennio del sec. XV. Nessuno poi si è mai chiesto quale parte abbia avuto il fratello Gerolamo in certe opere che sembrano più fiacche e disossate.
Il B. morì a Faenza fra il 30 marzo e il 6 aprile 15 16.
Opere del B., nella quasi totalità emigrate dalla nativa Faenza, si trovano sparse in Europa e in America; qui si elencano solo quelle documentate o di sicura attribuzione. Opere datate o databilì: Madonna in piedi col Bambino, s. Giovannino e angelo musicante,a sinistra SS. Ippolito e Benedetto, a destra SS. Romualdo e Lorenzo; in alto Il Padre Eterno fra i cherubini,trittico firmato e dadato 1506, già in S. Ippolito ed ora nella Pinacoteca comunale di Faenza. Salita al Calvario e Deposizione nel sepolcro,due resti di affresco staccati nel 1830 dalla facciata della demolita chiesa di S. Sebastiano, databili per documento all'ottobre-novembre del 1508 (Faenza, Pinac. comunale). Tondo con la Madonna e il Bambino contornato da putti reggenti degli antifonari e da decorazioni, frammento di centro di soffitto ligneo, probabilmente proveniente dalla libreria del convento dei domenicani di Faenza e databile al 1508-09 (Faenza, Pinac. comunale). Adorazione dei Magi e committente, parte centrale del polittico Mengolini, databile al 1508-09, già nella chiesa di S. Caterina di Faenza poi nel Kaiser Friedrich Museum di Berlino (distrutto durante la seconda guerra mondiale). Incoronazione della Vergine fra angeli, evangelisti, profeti, ianti e dottori della Chiesa,lunetta superiore dei polittico Mengolini citato, già nella raccolta Wittgenstein di Vienna,oraprobabilmente in una raccolta privata di Graz. S. Giovanni Battista e S. Maria Maddalena,laterali del polittico Mengolini citato (Faenza, Pinac. comunale). Madonna in trono col Bambino fra i ss. Bernardino da Siena, Gio. Battista, Celestino, papa e Antonio da Padova,la cosiddetta "pala Cittadini" databile al 1511 (Faenza, Pinac. comunale). Opere del B. non datate: Adorazione con s. Giovannino, siglata "J. B. P.", vendita D.C.E. Erskine da Sotheby a Londra (5 dic. 1922). Sposalizio di s. Caterina (Budapest, Gall. nazionale). Madonna in gloria con angeli, ritenuta proveniente dalla chiesa di S. Maria degli Angeli (S. Maria Vecchia) di Faenza (conservata ora a Londra, National Gallery): recentemente M. Davies (1961) l'ha riproposta come parte centrale dell'ancona eseguita dal B. su ordinazione di suor Clarice Manfredi per la cappella di S. Tomaso nella chiesa domemcana di S. Andrea a Faenza. Le parti laterali di detta tavola, come essa già appartenute alla Galleria Hercolani di Bologna, sarebbero un S. Giovanni evangelista, esistente nella collezione di lord Aldenham, e un S. Tomaso di Aquino apparso da Christie il 9 luglio 1948: sarebbero in tal modo databili per documento, assieme alla Madonna, agli anni 1512-13. Incredulità di s. Tommaso con ritratto dei committente, già nella cappella Bazzolini di S. Francesco a Faenza (Londra, National Gallery, n. 1051). Adorazione dei Magi (Faenza, Pinac. comunale), Madonna col Bambino e s. Paolo (mezze figure: Faenza, Pinac. comunale). Piccola Sacra Famiglia (dalla vendita Perkins, Boston, Museo). Sacra Famiglia simile alla precedente (Faenza, Opere Pie Riunite). Presepio coi ss. Giovannino, Girolamo, Giov. Evangelista e Bernardino da Siena,(Faenza, Pinac. comunale). Noli me tangere coi ss. Pietro e Giacomo (detta "L'invocazione"; Faenza, Pinac. comunale).
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