MAZZOLO, Giovan Battista
MAZZOLO (Mazzola), Giovan Battista. – Non si conoscono la data di nascita né le origini familiari di questo scultore e lapicida nato a Carrara, attivo in Sicilia e in Calabria nella prima metà del XVI secolo. Fu sposato a una non meglio identificata Colia ed ebbe un figlio, pure scultore, di nome Giovan Domenico (Di Marzo, 1883, I, p. 755 n. 6). Pur non risultando notizie certe sulla sua formazione, si ipotizza che sia stato allievo di Antonello Gaggini a Messina (Migliorato, p. 40).
Già documentato in questa città il 4 giugno 1512 (Di Marzo, 1909, n. 27), come «magistri Abbatiste Mazolo de Carrara», è menzionato in una carta del 13 giugno 1513, a proposito dell’acquisto di una partita di marmi carraresi (Id., 1883, I, p. 748). Nello stesso anno, per il duomo messinese, eseguì il Monumento funebre dell’arcivescovo Pietro Bellorado, oggi smembrato tra la chiesa e il Museo regionale. Poiché a questa data era già noto come «magister» e acquistava cospicui lotti di materiale, Bottari (1951) ritenne di poter collocare il suo approdo in Sicilia agli inizi del primo decennio, attribuendogli i rilievi del portale di S. Maria la Vetere a Militello, presso Catania, che recano la data 1506: questa tesi tuttavia è accolta solo da parte della critica.
È firmato e datato 1525 il Monumento funebre di Eleonora Branciforte, originariamente nella chiesa di S. Maria di Gesù a Lentini e oggi nella Galleria regionale di Palazzo Bellomo a Siracusa. Per il portale principale della cattedrale messinese, il 24 ott. 1524 il M. ricevette l’incarico di realizzare una Madonna con Bambino, un S. Pietro e un S. Paolo, che vennero consegnati nell’aprile del 1534.
Le statue furono giudicate di alto decoro per la città, tanto che il 7 novembre del medesimo anno il M., in quanto «sculptori celeberrimo», fu insignito dal Senato del privilegio dell’esenzione dalle gabelle (Di Marzo, 1883, I, pp. 751, 756).
Nel corso del quarto e del quinto decennio i contratti di allogazione e i documenti di pagamento testimoniano che possedeva una «fiorente bottega-impresa» (Natoli, p. 20), cui collaboravano aiuti, fornitori e procuratori incaricati di gestire i rapporti economici con i committenti. La serialità dei soggetti e la frequente richiesta di conformarsi a modelli già esistenti, quasi sempre gagginiani, testimoniano di una clientela modesta alla ricerca di opere devozionali (Lojacono, 2002).
Il 23 sett. 1530 il M. fu incaricato di scolpire un’Annunciazione per S. Maria della Consolazione a Brognaturo, portata a termine due anni dopo, simile a quella eseguita per la parrocchiale di Novara di Sicilia, completata nel 1531; nella chiesa dell’Annunziata di Raccuia si trova un altro gruppo, dello stesso soggetto, il cui contratto fu rogato il 9 genn. 1531 (Di Marzo, 1883, I, p. 755).
Su basi stilistiche, la critica riferisce al M. la S. Caterina nella sagrestia della chiesa di Tutti i Santi di Bianco (Reggio Calabria), proveniente da Zoparto, poggiante su uno scannello istoriato che reca la data 1530 (Caglioti, 2002, p. 998).
Il 23 genn. 1532, per la chiesa della Madonna del Rosario di San Procopio, il M. fu incaricato di scolpire una Madonna con Bambino.
Il 27 febbr. 1533 gli fu chiesto di realizzare, insieme con il figlio, un S. Basilio in trono per la chiesa di S. Basilio Magno a Motta Sant’Agata (Di Marzo, 1883, I, p. 756), completato nel 1535: la statua, danneggiata dal terremoto del 1783, fu trasferita nella chiesa di Gesù e Maria a Cataforio. L’altare monumentale della Madonna delle Grazie nella chiesa del Ritiro di Cetraro fu commissionato nel 1533, come si legge nell’iscrizione della predella.
Il coronamento del dossale è di epoca posteriore e sono riferibili all’opera originale solo le lunette con la Pietà, l’Angelo annunciante e la Vergine Annunciata, le figure entro nicchie della Madonna con Bambino, di S. Francesco e di S. Antonio, l’Eterno benedicente sul fastigio, le paraste e l’architrave di schietto sapore classico (Paolino, pp. 35-43).
È affine ai gruppi di Brognaturo, Novara di Sicilia e Raccuia l’Annunciazione nella chiesa dell’Annunciata di Tropea, databile al 1535 (Lojacono, 2002, p. 1057).
Negli anni Quaranta si alternarono commissioni di opere devozionali ad altre di tono minore come fontane e vasche battesimali, documentate ma andate perdute, a Randazzo, Mineo, Caltagirone, Forza d’Agrò, Motta di Castigliaccio, Messina. Altri lavori sono difficilmente rintracciabili perché nei contratti non se ne specifica la destinazione (Di Marzo, 1883, I, pp. 755, 758-761).
Per il convento di S. Maria della Croce di Francavilla Angitola, il 15 giugno 1542 il M. si impegnò a realizzare una Madonna col Bambino: l’opera, sul cui basamento si legge la data 1543, si trova oggi nella chiesa del Carmine di Filadelfia in Calabria.
Databile ai primi anni Quaranta è una serie di lavori calabresi, tra cui una Madonna di Loreto nella chiesa di Maria Santissima delle Grazie a Melicuccà e una Madonna con Bambino (1542) nella parrocchiale dell’Assunta a Castellace, l’attribuzione della quale al M., avanzata da Frangipane (1933, pp. 276, 292), è stata accolta da tutta la critica. Entrate più recentemente nel catalogo del M. sono una Madonna del Pilar in S. Caterina a Tresilico (Negri Arnoldi, p. 185), una Madonna con Bambino in S. Nicola a Delianuova (Sorrenti, in Sacre visioni, p. 115) e una Madonna del Soccorso in S. Biagio a Scido (Migliorato, p. 40).
Il 12 maggio 1546 il M. inviò a Catania il figlio in qualità di procuratore per regolare i suoi affari: Negri Arnoldi ritiene che gli si possano attribuire i rilievi con Storie della Vergine, datati 1545, sul portale della cappella della Madonna nel transetto della cattedrale.
Di attribuzione controversa sono una statua di S. Caterina proveniente dal convento di S. Lucia del Mela e attualmente nel Museo regionale di Messina (Caglioti, 2003, pp. 42-49) e un’ancona con l’Adorazione dei magi in S. Marco a Seminara (Lojacono, 2002, p. 1080 n. 29).
Non si conosce la data di morte del Mazzolo. L’ultima notizia documentaria è del 4 dic. 1550 quando, negli archivi del duomo di Messina (Di Marzo, 1883, I, p. 761 n. 4), si registra un pagamento che attesta l’intervento mazzoliano nel sottarco della cappella di Pietro di Benedetto, sotto la supervisione di Giovanni Angelo Montorsoli.
Fonti e Bibl.: G. Di Marzo, I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI. Memorie storiche e documenti, Palermo 1883-84, I, pp. 193 s., 746-761; II, pp.425-435; Id., Del gran portale marmoreo della cattedrale di Messina, in Messina, 28 dic. 1908, numero speciale di Sicile illustrée, Palermo 1909, pp. n.n.; A. Frangipane, Artisti di Sicilia in Calabria. Giambattista e Giovan Domenico Mazzolo, in Brutium, II (1923), 11, pp. 2 s.; S. Bottari, Il duomo di Messina, Messina 1929, pp. 40-44; A. Frangipane, Inventario degli oggetti d’arte d’Italia. Calabria, Roma 1933, pp. 12 s., 28, 105 s., 150, 167, 276, 292, 295, 304, 312; S. Bottari, Il portale di S. Maria la Vetere in Militello, in Siculorum Gymnasium, IV (1951), 2, pp. 204-209; M. Rotili, L’arte del Cinquecento nel Regno di Napoli, Napoli 1972, pp. 108 s., 112-116; S. La Barbera, La scultura della maniera in Sicilia, Palermo 1984, pp. 24-26; G. Molonia, Note documentarie per un’opera dei Mazzolo in territorio di Calabria, in Messina e la Calabria… dal Basso Medioevo all’Età contemporanea. Atti del I Colloquio calabro-siculo… 1986, Messina 1988, pp. 47-52; E. Natoli, Scultura di ambito messinese in Calabria nei secoli XVI e XVII, ibid., pp. 19-22; A. Barricelli, Scultura devozionale e monastica inedita o poco nota nei Nebrodi, in Quaderni dell’Ist. di storia dell’arte dell’Università di Messina, XV (1991), pp. 25, 30; F. Zeri - F. Campagna Cicala, Messina. Museo regionale, Palermo 1992, pp. 84, 93; F. Paolino, Altari monumentali in Calabria, Reggio Calabria 1996, pp. 35-43, 65-74, 155-161; F. Negri Arnoldi, Scultura del Cinquecento in Italia meridionale, Napoli 1997, pp. 102, 184 s.; Sacre visioni. Il patrimonio figurativo nella provincia di Reggio Calabria (catal.), a cura di R.M. Cagliostro - C. Nostro - M.T. Sorrenti, Roma 1999, pp. 22 s., 107-109, 114-116, 133 s.; A. Migliorato, Tra Messina e Napoli: la scultura del Cinquecento in Calabria da G.B. M. a Pietro Bernini, Messina 2000; O. Sposaro, La chiesa della Ss. Annunziata di Tropea, in Calabria letteraria, XLIX (2001), 7-9, p. 66; L. Lojacono, Per la scultura in Calabria nel XVI secolo: Giambattista e Giandomenico Mazzolo, in Riv. stor. calabrese, XXII (2001), pp. 85-99; F. Caglioti, La scultura del Quattrocento e dei primi decenni del Cinquecento, in Storia della Calabria nel Rinascimento, Roma 2002, pp. 996-1000, 1005 s., 1017, 1033-1036; L. Lojacono, La scultura del Cinquecento, ibid., pp. 1046-1061, 1070, 1080 s.; F. Caglioti, Due opere di Giovanbattista M. nel Museo regionale di Messina, in Aspetti della scultura a Messina dal XV al XX secolo, a cura di G. Barbera, in Quaderni dell’attività didattica del Museo regionale di Messina, XIII (2003), pp. 37-60 (con bibl.); Diz. degli artisti siciliani, a cura di L. Sarullo, III, Palermo 1994, pp. 221 s; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, pp. 308 s. (s.v. Mazzola, Battista), 309 (s.v. Mazzola, Domenico, per Giovan Domenico).