PASSERI, Giovan Battista
PASSERI, Giovan Battista (Giambattista). – Nacque a Farnese, nel Lazio settentrionale, il 10 novembre 1694 dal medico condotto Giambattista Domenico e da Anna Maria Evangelisti.
La famiglia paterna, di ascendenza lombarda, si era insediata a Gubbio, città che Passeri definiva spesso nei propri scritti come sua patria (cfr., per esempio, G.B. Passeri, Lettera all’Eminentissimo Signore Cardinale Spinelli, arcivescovo di Napoli, in Memorie di erudizione della Società Colombaria fiorentina, II, Livorno 1752, p. 3). Il padre era un medico di grande valore. Laureatosi a Fermo e poi a Roma, esercitò in diverse città fra cui Farnese, Acquapendente, Orvieto, Norcia e Todi. Nel 1717 si trasferì definitivamente a Pesaro dove, alla sua attività medica, alternò quella di scrittore di opere legate ai suoi interessi professionali, molto apprezzate da Antonio Marsili e da Giovanni Battista Morgagni.
Nei primi venti anni della sua vita Passeri seguì il padre nei suoi spostamenti. A sei anni intraprese i primi studi a Orvieto. A tredici passò a Roma, dove apprese istituzioni grammaticali e belle lettere sotto la guida del padre Giulio Vitelleschi e principi di architettura e disegno da Filippo Juvarra. Nel 1710 compose la sua prima tragedia, Osiride. Nel 1711 riprese, a Roma, gli studi di giurisprudenza sotto la guida di Gianvincenzo Gravina ed ebbe fra i suoi compagni il Metastasio (Piero Trapassi) e Paolo Antonio Rolli. Presentato da Gravina, entrò a far parte dell’Arcadia con il nome di Feralbo. Nel 1715, richiamato dal padre, fece ritorno a Todi dove restò circa due anni. Il 30 aprile 1716 conseguì la laurea dottorale a Perugia divenendo «abile agli impieghi di toga». Segretario di Giustizia nella Legazione di Pesaro, nel 1726 fu nominato luogotenente a Fossombrone e Pesaro. Nello steso anno sposò Margherita Giovannelli di Bergamo, che morì nel 1738 dopo avergli dato quattro figli.
Iniziò allora a pubblicare le sue opere archeologiche e divenne con il tempo uno dei maggiori conoscitori della cosiddetta etruscheria, assieme con il fiorentino Anton Francesco Gori. Affascinato dal mondo antico, Passeri divenne membro di alcune delle più importanti accademie italiane (fra cui l’Arcadia e la Quirina di Roma, la Colombaria e la Crusca di Firenze, l’Etrusca di Cortona, l’Augusta di Perugia, la Colonia Orotea di Palermo) ed europee (l’Accademia dei letterati di Olimutz [Olmitz] e la Royal Society di Londra). Nel 1730 fondò, assieme con Annibale degli Abati Olivieri, l’Accademia pesarese di scienze, lettere ed arti, destinata a divenire negli anni il vero centro culturale della città, grazie anche al contributo dello stampatore Nicola Govelli. In questi anni Passeri rafforzò la sua amicizia con Olivieri; il sodalizio fu così forte da indurre il primo a lasciare all’amico, dopo la morte, la sua rara raccolta di materiale archeologico e tutto il patrimonio librario, poi donati da Olivieri nel 1787, con la propria biblioteca, alla città di Pesaro.
Infaticabile studioso e promotore di cultura, Passeri collaborò anche al Museum Etruscum (1737) di Gori, scrisse di antichità etrusche e italiche e diede alle stampe anche un supplemento al De Etruria regali di Thomas Dempster. Fra il 1739 e il 1741, poi fra il 1753 e il 1754, pubblicò attivamente anche nella Raccolta di opuscoli scientifici e filologici di Angelo Calogerà. Estimatore sincero di padre Bernard de Montfaucon, in contatto con i maggiori studiosi di antichità del suo tempo, secondo l’opinione dei suoi contemporanei fu «il primo a interpretare i caratteri, la pittura, le sculture, i vasi, le gemme, le medaglie ed ogni altro monumento etrusco» (G.I. Montanari, A chi leggerà, in G.B. Passeri, Historia delle pitture in majolica fatte in Pesaro e ne’ luoghi circonvicini, Pesaro 1857, p. XIII). Il primo anche «a gettare le fondamenta di una scienza, che fino allora era quasi al tutto sconosciuta, la geologia» (ibid.). Come molti eruditi del Settecento credeva profondamente nell’importanza della catalogazione e della conservazione del patrimonio antico per cui in quel «secolo fortunato alle arti» meritavano «una non volgare commendazione quelle pubbliche insigni raccolte, in cui i più pregevoli avanzi dell’antichità si conservano e si defendono dalle fatali ingiurie del tempo, e dalle più fatali dell’ignoranza» (G.B. Passeri, Dissertazione epistolare..., 1776, p. 5).
Su richiesta del cardinale Gianfrancesco Stoppani, Passeri contribuì anche alla creazione del Lapidario di Urbino. Ricoprì, inoltre, la carica di archeologo dei possedimenti del granduca di Toscana e papa Clemente XIV, dal quale ricevette numerose onorificenze. Nel 1741 prese i voti e, successivamente, assunse il ruolo di vicario generale del vescovo di Pesaro. Carica che mantenne fino al 1760, quando fu nominato uditore di camera nella Legazione di Bologna. Nel 1771 tornò a Pesaro dove si dedicò quasi totalmente ai propri studi.
Passeri morì il 4 febbraio 1780, cadendo nel burrone adiacente a una sua villa nei pressi di Pesaro.
Scrisse molto e su argomenti diversi, sebbene il suo interesse principale fosse l’archeologia e la civiltà etrusca. Diede alle stampe oltre settanta opere e ne lasciò un gran numero manoscritte. La Biblioteca Olivierana conserva novantuno suoi volumi manoscritti, ma numerose sono le lettere e i documenti dispersi nelle biblioteche europee. Compose, in latino e in italiano, opere di grande mole e altre più brevi e di argomento circoscritto. Al primo gruppo appartengono le Lucernae fictiles (I-III, Pesaro 1739-51), i cui disegni delle lucerne furono realizzati dallo stesso Passeri e dal fiorentino Giuseppe Menabuoni. Al secondo gruppo appartengono scritti legati a consulenze e analisi sui reperti delle recenti scoperte archeologiche che gli venivano sottoposti. Tra questi vanno ricordati: Continuazione delle lettere Roncagliesi di Giovan Battista Passeri... scritte dalla sua villa di Roncaglia al Signor Annibale degli Abati Olivieri… nelle quali si proseguisce a dare la spiegazione di alquanti monumenti italici antichi, sì scritti che figurati, in Raccolta d’opuscoli scientifici e filologici, XXIII, Venezia 1741, pp. 293-395; XXVI, Venezia 1742, pp. 237-394; XXVII, Venezia 1742, pp. 211-375; Istoria de’ fossili del Pesarese, XLIX, Venezia 1753, pp. 159-229; L, Venezia 1754, pp. 241-298; Istoria de’ fossili del Pesarese e di altri luoghi vicini... Dissertazioni I-IV, Bologna-Venezia 1753-59; Osservazioni... sopra l’avorio fossile e sopra alcuni monumenti greci e latini conservati in Venezia nel museo dell’eccellentissima patrizia famiglia Nani, Bologna-Venezia 1759; Continuazione delle osservazioni sopra alcuni monumenti greci, e latini del museo Nani..., Bologna-Venezia 1759; In Thomae Dempsteri libros de Etruria regali paralipomena, quibus tabulae eidem operi additae illustrantur. Accedunt dissertationes de re nummaria Etruscorum, de nominibus Etruscorum, et notae in tabulas Eugubinas..., Lucca 1767; Picturae Etruscorum in vasculis nunc primum in unum collectae explicationibus, et dissertationibus inlustratae..., I-III, Roma 1767-75; De marmoreo sepulcrali cinerario Perusiae effosso arcanis ethnicorum sculpturis insignito in quibus symbolicae sacra quaedam revelatae religionis mysteria adumbrantur..., Roma 1773; De marmoreo sarcophago Eugubino arcana Bacchi mysteria exprimente in vestibulo monasterii splendidissimae Congregationis Olivetanorum adservato, Roma 1774; Illustrazione di un simulacro argillaceo, scoperto nella campagna di Perugia nell’anno 1773, posseduto dal capitano Giuseppe Belforti, Perugia 1774; Linguae Oscae specimen singulare quod superest Nolae in marmore musei seminarii cum adnotationibus Joh. Baptistae Passerii Pisaurensis, Roma 1774; De animarum transuectione dissertatio, in Di san Terenzio martire protettor principale della citta di Pesaro ricerche di Annibale degli Abati-Olivieri-Giordani, Pesaro 1776; Dissertazione epistolare... sopra un’antica statuetta di marmo trovata nel distretto di Perugia, ed ora esistente nel Museo dell’Instituto di Bologna, Bologna 1776; Novus thesaurus gemmarum veterum ex insignioribus dactyliothecis selectarum cum explicationibus..., I-IV, Roma 1781-90; Parere dello spazzacammino di porta S. Angelo Di Perugia ossia Appendice alla Raccolta di dissertazioni intorno l’iscrizione del Panteo sagro d’Arimino, Perugia 1789.
Assieme con Francesco Antonio Gori pubblicò: Notizie del memorabile scoprimento dell’antica città di Ercolano vicina a Napoli del suo famoso teatro, templi, edifizi, statue, pitture, marmi, scritti e di altri insigni monumenti avute per lettera da vari celebri letterati..., Firenze 1748; Thesaurus gemmarum antiquarum astriferarum quae e compluribus dactyliothecis selectae aereis tabulis 200 insculptae observationibus inlustrantur..., I-III, Firenze 1750. Ancora con Gori dette alle stampe la Lyra Barberina, una raccolta postuma, in due volumi, dei testi di argomento musicale di Giovan Battista Doni. L’Autobiografia di Passeri è conservata a Pesaro, Biblioteca Oliveriana, Mss., 1822, lett. V.
Fonti e Bibl.: A. Abbati degli Olivieri-Giordani, Memorie dell’uditor Giambattista Passeri tra gli Arcadi Feralbo, Pesaro 1780; G. Mamiani Della Rovere, G.B. P., in Biografia degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti del sec. XVIII e de’ contemporanei, III, Venezia, 1836, pp. 349-358; U.M. Salustri, Commentario sulla vita di Giambattista Passeri, Roma 1850; M. Pallottino, Etruscologia, Milano 1968, pp. 3, 169; W. Angelini, Un funzionario di Legazione, G.B. P., tra Arcadi e illuministi ferraresi (1761-1770), in Economia e cultura a Ferrara dal Seicento a tardo Settecento, Urbino 1979, pp. 187-272; F.V. Lombardi, Il mondo romano antico nella figura del pesarese G.B. P., in Atti e memorie della Deputazione di storia patria delle Marche, XCIII (1988), pp. 275-293; U. Agnati, Per la storia romana della provincia di Pesaro e Urbino, Roma 1999, pp. 223-225; C.R. Chiarlo, G.B. P.: problemi di metodo, in Dell’antiquaria e dei suoi metodi. Atti delle giornate di studio (Pisa, Scuola Normale Superiore, 1998), a cura di E. Vaiani, Pisa 2001, pp. 177-193; M.P. Paoli, Montani, Francesco, in Dizionario biografico degli Italiani, LXXV, Roma 2011, pp. 851-854; G. Gardelli, Agli albori dell’etruscologia: G.B. P. e Orvieto antica, in Scritti in ricordo di Francesco Satolli, a cura di A. Satolli, Orvieto 2013, pp. 305-346.