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AFFAITATI, Giovan Carlo

di Sergio Bertelli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)
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AFFAITATI, Giovan Carlo

Sergio Bertelli

Nacque a Cremona nel 1500 da Tommaso, decurione dei mercanti della città, e da Petra Matcastra (il Denucé indica come madre Lucrezia Perspica, registrando, però, anche il nome qui accolto). Avviato giovinetto a far pratica presso le filiali della compagnia, in Venezia e in Lisbona, fece il proprio tirocinio sotto la guida dello zio Giovan Francesco. A Lisbona egli conobbe i fratelli Mendès, famiglia di potenti mercanti israeliti, e nel 1514 raggiunse ad Anversa uno di essi, Diego, là stabilitosi due anni prima.

Associatosi ai Mendès e ai Frescobaldi, sotto la sua direzione la filiale di Anversa degli Affaitati sviluppò largamente il commercio della canna da zucchero, sino a costruire una raffineria conosciuta, anche nei secoli seguenti, col nome di "Balbani's suikerhuis". Ma soprattutto nel traffico delle spezie l'A. raggiunse posizioni di netto predominio nelle Fiandre, sino a firmare, insieme con Diego Mendès, intorno al 1532, contratti di vero monopolio col re del Portogallo Giovanni III.

In data imprecisata, ma prima del 1528, l'A. si unì in matrimonio con la cugina Lucrezia; e in seguito alla morte del padre di lei, Giovan Francesco, passarono nelle sue mani risorse mercantili e finanziarie tali da fare di lui il membro preminente della famiglia: dei suoi fratelli, infatti, Giovan Battista fu suo socio, dopo aver diretto la filiale di Valladolid (sino al 1548); Giovan Pietro diresse le filiali di Venezia, poi di Valladolid; Lazzaro prese gli ordini religiosi; Pietro Martire sembra sia vissuto in disparte (nel testamento dell'A. è detto: "il est de par la nature complètement séparé de nous, ses frères. Il n'a jamais rien apporté à la famille"; Denucé, p. 14); infine di Luigi sappiamo solo che visse a Malines, e che fu un Giovan Battista il curatore dei beni dell'A. alla sua morte.

Benché l'ingresso della "firma" degli Affaitati nel mondo finanziario di Anversa appaia ufficialmente per la prima volta nel 1551, la potenza economica dell'A. era già grande nel ventennio precedente: nel 1535 si registra l'acquisto per 8.300 fiorini del castello di Selzeten, a Wommelghen presso Anversa, come residenza estiva degli Affaitati. Nel 1542, al momento dell'attacco di Martin van Rossen alla città, l'A. appare tra gli animatori della difesa: è lui che convince gli altri mercanti a non trasferire i loro beni, che assolda soldati a proprie spese, che anticipa forti somme a Maria d'Ungheria per il pagamento dei soldati spagnoli impegnati nella difesa di Anversa. Il suo castello di Selzeten fu distrutto dalle soldatesche del van Rossen; ma al momento della liberazione della città da parte di Carlo V ne intraprese subito la ricostruzione. Come premio per la parte avuta durante l'assedio, venne ricompensato con l'elevazione a signoria del possedimento italiano di Soresina (in Italia egli ebbe anche la proprietà di San Lorenzo de Picenadio e, per eredità paterna, quella di Cà del Posto o del Porto) e con la facoltà di acquistare, per 40.000 fiorini, la baronia di Ghistelles, alla quale era legato il titolo ereditario di ciambellano delle Fiandre, e dal cui feudo era decaduto il conte di Brienne, Antonio de Luxemburg, per aver appoggiato la invasione di Francesco I.

Lasciata la cura degli affari al fratello Giovan Battista, l'A. si ritirò nel 1549 a Lierre, nei pressi di Bruxelles, dove stabilì la sua lussuosa residenza. Tuttavia nel 1551 il suo nome apparve nuovamente accanto a quello del fratello nell'offerta all'imperatore di 626.000 ducati, quale loro concorso all'organizzazione della crociata.

Grande mecenate, l'A. possedette una raccolta di medaglie, di cui ci è giunto il ricordo nel C. Iulius Caesar, sive historiae Imperatorum di Hubert Goltius, edito a Bruges nel 1563. A lui Cesare Delfini dedicò il proprio studio De Summo Romani Pontificis Principatu (Venetiis 1547), e l'Aretino il quarto volume delle Lettere.

A Lierre morì il 24 dic. 1555 e le sue spoglie furono tumulate nella proprietà di Ghistelles. Lasciò cinque figli: Giovan Francesco, Cesare, Cosmo, Laura (o Clara), Angela. Sua moglie sposò in seconde nozze Balthasar Schetz dei signori di Hoboken, potente famiglia inglese con la quale l'A. aveva stretto relazioni commerciali, e morì a Lierre il 19 marzo 1569.

Bibl.: P. Aretino, Lettere, IV, Parigi 1609, ff. 105-106, nn. 230-231, ff. 166-167, nn. 380, n. 170, n. 391 (la prima ed. di questo volume, Venezia 1550, fu dedicata all'A, e le lettere qui indicate si riferiscono appunto all'offerta del volume); P. Lansens, Ghistelles, son Ambacht et Ses seigneurs, in Annales de l'Acad. d'archéol. de Belgique, XX (1863), pp. 447-455, 528; M. de Limburg-Stirum, Le Chambellan de Flandre et les Sires de Ghisteiles, Gand 1868; L. Gilliodts-van Severen, Coutume du Bourg de Bruges, in Coutumes des Pays et Comté de Flandre, I, Bruxelles 1883, pp. 168-169; Sousa-Viterbo, O dote de D. Beatrice de Portugal, duqueza de Sabova, in Archivo historico portuguez, VII (1909), pp. 183 e passim; R. Ehrenberg, Das Zeitalter der Fugger, I, Jena 1922, pp. 283, 321-323, 399; I. Camelli, Il palazzo Affaitati, nuova sede del Civico Museo, in Cremona, dic. 1929, pp. 976-982; J. Denucé, Inventaire des Affaitadi, Anvers-Paris 1934, passim; R. Carande, Carlos V y sus banqueros. La Hacienda Real de Castilla, Madrid 1949, pp. 462-463 e 611; A. J. van der Aa, Biographisch Woordenboek, I, p. 116.

Vedi anche
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