ALTAMURA, Giovan Donato
Vissuto a Taranto nella prima metà del sec. XVII, nel dicembre del 1647 fu a capo dell'insurrezione popolare di Taranto contro il governatore spagnolo Ferrante di Cardona e contro la nobiltà locale. Costretti il governatore e la guarnigione spagnola nel castello, saccheggiate e distrutte molte case di nobili, l'A. impedì il 5 genn. 1648 l'ingresso in città al duca di Martina, vicario generale per la Basilicata e il Principato, e tentò di prendere contatto con le truppe repubblicane di Matteo Cristiano, che si erano impadronite delle città di Altamura e Gravina. Il Cristiano ritardò il suo intervento, sebbene fosse stato ripetutamente sollecitato dall'A. per mezzo di un suo figliolo frate, e il duca di Mattina poté ripresentarsi indisturbato di fronte a Taranto con rinforzi condotti da Lecce. L'A. rifiutò decisamente un compromesso proposto dal duca attraverso il principe di Faggiano, governatore del porto di Taranto, che il vicario prometteva di sostituire al Cardona nel governo della città, in cambio della deposizione delle armi da parte dei rivoltosi: l'A. fece anzi imprigionare il prmcipe. Riuscito, però, il Martina a entrare in città, da un ingresso incustodito, gli Spagnoli e i nobili ripresero il sopravvento e indussero la maggioranza della popolazione ad abbandonare l'A., il quale dovette nascondersi. Il governatore pose su di lui una taglia di 500 scudi; l'A. fu tratto dal suo nascondiglio e consegnato agli Spagnoli, che lo archibugiarono il 7 febbr. 1648.
Fonti e Bibl.: D. A. Parrino, Teatro eroico e politico de' governi de' Viceré del Regno di Napoli, II, Napoli 1770, p. 111;F. Capecelatro, Diario... delle cose avvenute nel Reame di Napoli negli anni 1647-1650, III, Napoli 1854, pp. 104-105, 107, 108, 109 n. 41; T. De Santis, Storia del tumulto di Napoli, Trieste 1858, pp. 307, 332-334.