AFFAITATI, Giovan Francesco
Figlio di Carlo Ludovico, nacque a Cremona nella seconda metà del sec. XV. Diresse la filiale di Lisbona della compagnia e fu tra i primi mercanti che stabilirono una propria succursale al momento della formazione dell'importante "Feitoria de Flandes", allorché nei primi anni del '500 le navi portoghesi approdarono con i loro carichi di zucchero nel porto di Anversa. Lo zucchero di Madera fu infatti la base di tutti i traffici svolti dalla "firma" degli Affaitati a Lisbona; e l'A. fu subito interessato ai nuovi viaggi e alle nuove scoperte geografiche che venivano aprendo a questo commercio sempre più ampie vie.
Così nel 1502, ottenuto dal re il permesso di collaborare alla seconda spedizione nelle Indie, dopo il ritorno di Vasco da Gama dal trionfale viaggio a Calicut (1498), l'A. inviò un suo agente, Matteo da Bergamo, al seguito della spedizione diretta da Estevão da Gama. Le lettere scritte sulla via del ritorno, da Mozambico, dall'uomo di fiducia dell'A. (e pubblicate da F. Hümmerich e da P. Peragallo) sono preziose per la documentazione della spedizione lusitana. L'utile tratto da essa, in base alle lettere inviate dall'A. al fratello Luca, a Cremona, nel 1503, fu di 5.000 ducati contro i 2.000 investitivi. Tale primo successo fu causa che, l'anno dopo, alla nuova spedizione a Calicut, l'A. partecipasse con un dodicesimo alla spesa per l'allestimento di due navi. Egli si teneva in corrispondenza con gli oratori veneti in Spagna, Domenico Pisani e Pietro Pasqualigo, informandoli di quanto veniva a sapere circa le imprese dei Portoghesi nelle Indie Orientali, e da Lisbona mandava alla sede di Cremona e alla filiale di Venezia, retta dal congiunto Giovan Pietro (morto nel 1549), dispacci destinati al Senato veneziano, che sono fonte preziosa di notizie sulla situazione economica del Portogallo. In essi il Leite ha voluto vedere, erroneamente, dei rapporti di spie veneziane, affermazione confutata dal Denucé. Le lettere dell'A. furono utilizzate ampiamente da Marin Sanudo nella compilazione dei suoi Diarii.
L'ampio sviluppo della sede di Lisbona della compagnia venne trasformando a poco a poco il ricco mercante in banchiere, sì che vengono già registrati nel 1508-10 e nel 1511-14 prestiti alla Corona lusitana. Anche il prestito a Beatrice di Savoia nel 1521 reca la firma dell'A., ed è sua opera l'associazione, stipulata nel 1527, degli Affaitati con i banchieri fiorentini Giraldi, anch'essi interessati al commercio della canna da zucchero di Madera.
Lo scopo costante dell'attività dell'A. era stato il monopolio delle spezie del Portogallo; se non lo raggiunse, ottenne, però, che la sede da lui creata ad Anversa, e diretta dal nipote Giovan Carlo, vi potesse esercitare in esclusiva la vendita delle spezie recate da navi battenti bandiera portoghese. Nelle transazioni commerciali svolte in quella città egli associò a sé Girolamo Frescobaldi, una delle più forti "firme" italiane nelle Fiandre.
Con lui ebbero saldo fondamento le fortune della famiglia, che, fortemente impegnata in speculazioni commerciali e finanziarie a larghissimo raggio, seguì, attraverso succursali e compagnie affiliate, l'estendersi dei traffici europei, intessendo una fitta rete di affari in Roma, in Venezia, in Francia, nelle Fiandre, in varie città della Germania settentrionale, a Londra, in Spagna e in Portogallo.
A Lisbona l'A. morì nel 1528, lasciando una figlia, Lucrezia, andata sposa in prime nozze al cugino Giovan Carlo.
Bibl.: M. Sanudo, I diarii, IV, Venezia 1880, pp. 67, 87, 485, 663, 666; V, ibid. 1881, pp. 129, 130, 131, 133, 840, 841, 843; F. Hummerich, Vasco da Gama und die Entdeckung des Seewegs nach Ostindien, München 1898, pp. 193 ss.; P. Peragallo, Viaggio di Matteo da Bergamo in India sulla flotta di Vasco da Gama (1502-1503), in Bollett. d. Soc. geografica ital., XXXIV (1902), pp. 92-129 (in appendice, da p. 125, lettere dell'A.); Id., Cenni intorno alla colonia italiana in Portogallo nei secc. XIV, XV, XVI, Genova 1907, pp.27, 29 e passim; W. Heyd, Histoire du commerce du Levant, II Leipzig 1923, pp. 512-514, 526; E. Ehrenberg, Das Zeitalter der Fugger, I, Jena 1922, pp. 283, 321 ss., 399; D. Leite, Historia da Colonizaçao Portuguesa do Brasil, II, Porto 1923, pp. 248, 251, 256; J. Lucio de Azevedo, Epocas de Portugal Economico, Lisboa 1929, pp. 28, 98 e passim; D. Leite, Descobridores do Brasil, Porto 1931, p. 197; J. Denucé, Inventaire des Affaitadi, Anvers-Paris 1934, pp. 9, 14, 18-19, 20, 22-23, 55, 66, 76, 78, 79 e passim; Ch. A. Julien, Les voyages de découverte et les premiers établissements, Paris 1948, p. 341.