CAMOCIO (Camozio, Camozzi), Giovan Francesco
Nacque nella prima metà del secolo XVI, ma è incerto il luogo: D. Bernoni (Dei Torresani..., Milano 1890, p. 151n. 1) sostiene che il C. sia nato ad Asola (Crema), basando peraltro questa ipotesi su dati erronei. È forse invece probabile che il C. sia nato ad Asolo (Treviso) dove è ampiamente documentata la presenza della famiglia Camosio, di origine piemontese, cui appartenne Giovanni Battista, noto ellenista da alcuni ritenuto parente, se non addirittura fratello del Camocio.
Il C. risiedeva certamente a Venezia nel 1552, allorché si rivolse, insieme con altri editori, al doge, per ottenere un privilegio di quindici anni per due volumi che intendeva pubblicare (Gallo, p. 93): il primo è una raccolta di brevi scritti di autori greci tradotti in latino, non ancora pubblicati; il secondo è la traduzione, a cura di Giovanni Battista Camozzi (Camosio) di Asolo - forse suo parente - dei Commentarii di Alessandro di Afrodisia ai quattro libri della Meteorologia di Aristotele. Il privilegio fu concesso il 18 luglio1552 e il primo dei due volumi fu pubblicato lo stesso anno; si tratta del De natura structuraque hominis opus di Melezio Frigio. Nel colophon è detto: "Venetiis ex officina Gryphij, sumptibus vero Francisci Camotii et sociorum, Anno MDLII". Il secondo volume fu pubblicato quattro anni dopo, nel 1556, e nel frontespizio è scritto soltanto: "apud F. Camotium". Le opere pubblicate dal C. sono tutte contrassegnate, nel frontespizio, da una piramide, accompagnata dalla scritta "Prudentia perpetuat".
Fino al 1571 il C. pubblicò altri undici libri. Ormai lavorava in proprio: aveva una libreria a S. Lio e un laboratorio di calcografia, anche se egli non eseguì mai personalmente alcuna incisione (Gallo, pp. 93, 97). Heinecken elenca quindici stampe "qui ne portent d'autre marque que son adresse, et qui n'ont aucun nom de Peintre", precisando però che non si sa se siano state incise dal C.: gran parte di esse sono "d'après Titien", e un paesaggio èinciso dal Tiziano stesso. Martino Rota di Sebenico incise per conto del C. numerosi rami di importanti opere d'arte, come, per esempio, una Pietà diMichelangelo.
Il C. fu uno dei più grandi editori di carte geografiche del sec. XVI, ma è molto difficile stabilire con precisione quante carte e raccolte egli sia riuscito a stampare, per la facilità con la quale attraverso i secoli si falsificarono i nomi degli autori, degli editori e le date. Tuttavia, la presenza del suo nome su numerose carte e le sue richieste di privilegi testimoniano la sua intensa attività. Il 2 ott. 1567 ottenne un secondo privilegio di quindici anni. Nel frattempo, però, erano stati rinvenuti nella sua bottega alcuni sonetti osceni, stampati da Domenico Zenoni, che vi aveva aggiunto disegni pornografici. Lo Zenoni, che era incisore di carte geografiche, fu condannato il 9 sett. 1568 alla multa di 10 ducati, mentre il C., multato di 5 ducati, fu costretto a chiedere un nuovo privilegio, che gli fu concesso il 12 ott. 1568.
Dal 1560 al 1575 il C. pubblicò trentasei carte geografiche di grande formato, successivamente ristampate con altre date. Molte delle carte stampate dal C. sono prive del nome dell'autore; altre sono, invece, firmate da P. Furlani, M. Rota, D. Bertelli e G. Gastaldi, dal quale ultimo sono però tutte più o meno derivate. Studiate in particolare dal Gallo (pp. 95 s.), al quale si fa riferimento per le collocazioni, esse comprendono un Mappamondo di derivazione gastaldina e le Navigationi del mondo novo (1560), su disegni di "Nicola Del Dolfinatto"; una carta d'Italia e numerose carte di regioni italiane e dell'Europa settentrionale, della penisola balcanica e dell'Asia Minore (1561-69); una carta dell'Africa (1563); la Sardegna, la Corsica e una carta indicata come ElPignon (1570-75); un altro Mappamondo del 1569, un'Europa probabilmente del 1568, e una pubblicata forse nel 1575. Alcune carte sono di datazione incerta; in altre, l'indicazione cronologica risulta mutata (per motivi commerciali o per eludere privilegi) con la sostituzione di una o più cifre: tale, per esempio, il Disegno et prospetto del alma città di Roma con li nomi antichi et moderni, che nell'unico esemplare (Londra, British Museum, Maps. 23805 [6]) reca la dedica a Giuseppe Salimbeni datata 15 giugno 1569 (A. P. Frutaz, Le piante di Roma, Roma 1962, pp. CXXII s., tav. 234); mentre la versione della Biblioteca Apostolica Vaticana (St. Geogr. 1632 Riserva), pur mantenendo la stessa dedica, è databile al 1675 (e non al 1669 come appare dall'indicazione sovrastampata), per l'inclusione dello stemma di Clemente X. Altro esempio, la carta dell'Europa recante la data 26 luglio 1585, che secondo il Gallo (p. 101) fu probabilmente pubblicata nel 1575, perché, come altre carte, è dedicata al conte Antonio Valmarana, "principe dell'Accademia Olimpica" di Vicenza, il quale fu presidente di quell'Accademia nel 1575, quando questa fu chiusa a motivo della peste, e morì nel 1577.
Non si ha notizia dell'attività del C. dopo il 1575; e poiché a questa data corrisponde l'inizio di una grave pestilenza, si puo supporre che l'editore sia morto a Venezia in quelle circostanze (Gallo, p. 96). La falsificazione delle date apposte sulle carte intorno al 1575 conferma una tale ipotesi, dal momento che era ovviamente più facile rinvenire i rami delle carte più recenti, stampate dal C. poco prima della sua morte.
Molte delle carte pubblicate dal C. furono inserite in varie raccolte e miscellanee, le più note delle quali sono quelle di A. Lafrèry. Il formato differisce notevolmente per ogni singola carta, e varia da una misura massima di mm 1445 × 1350 della carta d'Europa pubblicata nel 1575 dedicata al Valmarana, ad una minima di mm 290 × 190 della carta della Corsica.
Carte di piccolo formato, originariamente pubblicate sciolte, furono più tardi riunite in un solo volume, comunemente conosciuto sotto il nome di "Camocio". Si tratta di ottantotto fogli numerati, compreso il frontespizio, non tutti attribuiti al C. e intitolati: Isole famose, porti, fortezze, e terre marittime sottoposte alla Ser.ma Sig.ria di Venetia, ad altri Principi Christiani, et al Sig.or Turco, novamente poste in luce, in Venezia, "alla libraria del segno di S. Marco" (cioè del Bertelli). Manca la data di pubblicazione. Il titolo è racchiuso da una ricca cornice con uno scudo sormontato dalle iniziali dell'incisore, Natale Bonifacio, "N. B." (Gallo, p. 97). Una copia incompleta di 80 fogli di questo "isolario" è conservata nella Biblioteca universitaria di Padova (Marinelli, pp. 112 s.); la Biblioteca Marciana ne possiede tre copie, due complete (Rari V, 244 e 370) e la terza priva del frontespizio, delle cc. 2 e 84-88 (Rari V, 592). Delle copie complete, la prima (Rari V, 244) ha una carta in più, intitolata Il vero ritratto del sito di Modone et Navarrino nella provincia della Morea e datata "Venetia 1572". La copia incompleta (Rari V, 592) ha le seguenti carte in più: pianta di Venezia; Costantinopoli; Europa, in scala di mm 14 per 360 miglia (calcolando il miglio in m 1480), corrispondente all'incirca a scala 1:38.000.000. La Biblioteca del Civico Museo Correr possiede due copie entrambe complete (Op. P. D. Gr. 2761, 3067). Le date, che compaiono su alcune carte, sono comprese tra l'anno 1566 e il 1574. Su queste seguenti dodici carte ricorre l'indicazione "appresso G. F. Camocio": 3, Golfo di Vinetia, 1571; 4, Istria..., 1571; 13, Fortezza di Macarsca..., 1572; 15, Liesena Insula nella Dalmatia ..., 1571; 17, Curciola insula et città nella Dalmatia, 1571; 28, Soppoto fortezza nella prov.a della Cimera;34, Colfo della Prevesa;37, Golfo di Lepanto;38, Il vero ordine delle due potente Armate Christiana et Turcha nel modo si apresentorno alla loro Battaglia... lì 7 Ottobrio 1571 al Colfo di Lepanto..., 1571; 39, battaglia navale di Curzola del 1571; 49, S. Erini et Thiresia insule poste nell'arcipelago sopra il mar di Ca[n]dia;67, Miracolo apparso in Costantinopoli..., 1571. Delle altre carte una è di M. Rota, due sono di D. Zenoni; quattro di P. Furlani (pp. 74, 86-88): le rimanenti sono anonime.
Il Gallo afferma (p. 98) che l'opera non può essere stata edita prima dell'agosto del 1574, data della carta più recente. In quell'anno era stata pubblicata un'altra raccolta di carte da Donato Bertelli, comprendente sessantotto fogli non numerati con il titolo Civitatum aliquot insigniorum et locor[um] magis munitor[um] exacta delineatio. Cum additione aliquot insularum principalium..., Venetiis 1574, "Donati Bertelli formis". Il Gallo (p. 100) ritiene che il Bertelli, per quest'opera, abbia fatto trarre abusivamente da D. Zenoni le incisioni di molte carte da tavole di proprietà del C.; più tardi, dopo la morte di quest'ultimo, Bertelli ne venne in possesso e, preferendole alle scadenti copie dello Zenoni, si affrettò a pubblicarle nella nuova raccolta.
Fu certamente pubblicata dal C. la carta dell'Europa compresa nella raccolta delle Carte geografiche a stampa del '500 (reg. n. 32) del Civico Museo Correr (descritta dall'Almagià negli Atti dell'VIII Congresso geogr. ital. (1921), Firenze 1922-23, II, pp. 295-302). Essa doveva comprendere sedici fogli divisi in quattro serie, e misurare in tutto mm 1445 × 1350. La Biblioteca del Museo Correr ne possiede solo cinque fogli: quattro della prima serie, il quinto della seconda serie. Nei fogli sono indicati, con intervalli di 10º, i gradi di latitudine: nella prima serie questa si estende dai 64º agli 80º, nella seconda serie, da 48º a 64º. L'intera carta doveva estendersi dai 16º agli 80º di latitudine Nord. I gradi di longitudine, che si estendono dai 319º 30', ai 103º, sono numerati ogni 5º, con intervalli di 15'. Non è disegnato il reticolato, ma è tracciato solo il Circolo polare artico. La scala è di mm 68 per 200 miglia (calcolando il miglio in m 1480), cioè di 1: 4.350.000. La proiezione è cilindrica. Il disegno è molto ben curato. Le montagne sono indicate da conetti con lumeggiamento da destra; le località sono indicate da un numero, variante secondo la loro importanza, di case e torri. I toponimi, indicati in italiano e nella lingua del territorio in cui si trovano, vanno diminuendo da Occidente ad Oriente. L'Islanda è disegnata tutta oltre il Circolo polare. L'ambra e le balene, disegnate nell'Atlantico presso le coste della Norvegia nella carta di Olaus Magnus, sono divenute un'isola, l'isola di Ambra. Nel mare vi sono vascelli dell'epoca e pesci mostruosi. In Russia sono disegnate molte foreste e cavalli, lupi, volpi, ermellini e zibellini. La carta è a colori. Il mare e azzurro, come i corsi d'acqua, e i laghi, di tinta più scura; le montagne sono in marroncino, le foreste in verde, le terre non abitate in rosso. L'Islanda è colorata in giallo, come la Finlandia, la Russia e i territori dell'Europa centrale ad oriente del Reno; la Groenlandia, la Norvegia, la Svezia e la Danimarca sono in violetto, e i territori dell'Europa centrale ad occidente del Reno sono in verde chiaro.
Il primo foglio della prima serie contiene una lunga dedica al Valmarana, datata Venezia, 26 luglio 1585 (da leggersi 1575). In questa dedica il C. accenna alla sua pubblicazione di una carta dell'Asia, ma di questa non si ha nessun'altra notizia.
Bibl.: K. H. von Heinecken, Dictionnaire des artistes dont nous avons des estampes..., III, Leipzig 1789, pp. 542-544; G. Marinelli, Saggio di cartografia della Regione veneta, Venezia 1881, n. 577; A. E. Nordenskioeld, Facsimile-Atlas to the early History of Cartography..., Stockholmn 1889, pp. 118, 121; R. Biasutti, Il"Disegno della Geografia moderna" dell'Italia di G. Gastaldi (1561), in Memorie geografiche, II (1908), p. 55; E. Pastorello, Tipografi, editori, librai a Venezia nel secolo XVI, Firenze 1924, p. 19; R. Almagià, Intorno ad una raccolta di carte cinquecentesche di proprietà del Lloyd Triestino, in L'Universo (Firenze), VIII (1927), pp. 268, 289; L. A. Bagrow, Ortelii Catalogus Cartographorum, I-II, Gotha 1928-1930, ad nomen;R. Almagià, Monumenta Italiae Cartographica, Firenze 1929, pp. 16, 18, 19, 22, 23, 28, 29, 31; L. Donati, Alcune stampe sconosciute di Martino Rota, in Archivio storico per la Dalmazia, XIII (1932), p. 23; G. H. Beans, A Large World Map dated 1569 published by J. Franciscus Camotius, Philadelphia 1933; Monumenta Cartographica Vaticana, II, R. Almagià, Carte geografiche a stampa di particolare pregio o rarità dei secc. XVI e XVII esistenti nella Bibl. Apost. Vat., Città del Vaticano1948, ad Indicem;R. Gallo, G. F. C. and his large Map of Europe, in Imago Mundi, VII (1950), pp. 93-102; A. Cucagna, Il Friuli e la Venezia Giulia nelle principali carte geogr. regionali dei secc. XVI, XVII e XVIII, Trieste 1964, pp. 95 s.