Giorgini, Giovanbattista
Scrittore e uomo politico (Lucca 1818 - Montignoso, Massa Carrara, 1906). Laureato in giurisprudenza a Pisa nel 1838, fu prima professore di Istituzioni criminali a Siena, poi a Pisa dove conobbe Vittoria Manzoni (figlia di Alessandro), diventata nel 1846 sua moglie. Liberale, si impegnò nell’attività politica dando vita insieme a Montanelli, Centofanti, Fabrizi e altri al giornale «L’Italia». Nel marzo 1848 si aggregò volontario a Pisa al battaglione di universitari costituitosi per combattere contro l’Austria al fianco delle truppe sabaude. Moderato, legato alla dinastia dei Lorena, nel 1849, dopo l’ascesa al potere dei democratici, fu rimosso dall’insegnamento da Guerrazzi, ma fu in breve tempo reintegrato nel suo ruolo. Convertitosi all’idea unitaria, nell’aprile 1860 entrò a far parte del primo Parlamento italiano dando inizio a un’intensa attività di deputato nelle file della Destra: relatore alla Camera della legge che proclamava il Regno d’Italia (marzo 1861), sostenitore dell’accentramento amministrativo, nel 1868 fu relatore alla Camera del disegno di legge che istituiva la tassa sul macinato. Attento studioso della questione romana sostenne l’esigenza di una politica meno intransigente verso il papato. Senatore dal 1872, nella seconda parte della sua vita tornò a dedicarsi agli studi letterari e linguistici e partecipò alla redazione del Novo Vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze (4 voll., 1870-97), voluto dal ministro della Pubblica istruzione Emilio Broglio.