LIMIDO, Giovanna (Giovannina)
Nata a Milano nel 1851, figura dal 1864 al 1871 tra le allieve della Scuola di ballo del teatro alla Scala, dove studiò con il maestro di perfezionamento G. Casati. "I primi passi - non essendo la giovinetta bella - furono difficili […] assai magra e nervosa, il suo fisico era, in istrada, assolutamente insignificante" (Il Teatro illustrato, p. 48), ma grazie alle doti tecniche già nel 1869 danzava come "ballerina distinta" al teatro Vicereale del Cairo. Negli anni successivi debuttò come prima ballerina a Torino, Venezia, Roma (nel celebre Flik Flok, 1876) e Genova; nel 1878 era al teatro Liceo di Barcellona e poi al teatro Municipale di Nizza dove rimase, acclamatissima, per due stagioni. Decisa a "diventare la più brava fra le più belle" (consiglio che le fu dato dal baritono G. Aldighieri, primo Barnaba ne La Gioconda di A. Ponchielli), frequentò dal 1879 la scuola privata di Caterina Beretta, la quale "col suo tatto fine, comprese il valore della neofita, le dedicò tutte le sue cure più elette" (Capetti, p. 1).
Il 6 genn. 1881 l'impresa Scalisi-D'Ormeville annunciava nella Gazzetta dei teatri le scritture per il S. Carlo di Napoli: la "Celebrità danzante" Virginia Zucchi ne La sorgente e La fille mal gardée per il carnevale, e per la quaresima la "Ballerina di rango francese" L. (in coppia con A. Coppini) nel fortunato Brahma di I. Monplaisir, su musiche di C. Dall'Argine e riprodotto da G. Mendez.
Nei mesi successivi, alle due ballerine è dedicata la "Zuccheide", una serie di articoli enfatici o ironici di gazzette e monitori teatrali che apertamente dichiarano di promuovere l'artista iscritta all'agenzia di cui la rivista era espressione: la tragédienne Zucchi "brama" per sé la parte della schiava Padmana che sale al rogo con l'amato e ostacola la serata della rivale L. (già rovinata da un allestimento infelice) con claque e ammiratori tanto "entusiasti" da richiamare l'intervento della forza pubblica. Il foglio locale Mefistofele scriveva: "Non c'è neanche da dubitare che l'indecentissimo baccano […] sia stata esclusiva opera della celebre ammaliatrice [Zucchi]" (Zuccheide!, in Gazzetta dei teatri, 14 apr. 1881, p. 2); il ballo "benché battuto da violenta burrasca, poté salvarsi dal naufragio, e l'àncora di salvezza fu la ballerina signorina Limido […] tanto perfetta da far ricordare la Pochini, la Berretta [sic] e le altre migliori che hanno calcato le scene del San Carlo. Quando la Limido avrà acquistato nella mimica […] sarà delle migliori ballerine" (la Gazzetta di Napoli, cit. in Asmodeo, 28 marzo 1881, p. 11).
Nel 1882 giunse per la L. l'attesa scrittura alla Scala in due coreografie di C. Marzagora, rispettivamente dei compositori R. Marenco e Dall'Argine: Daï-Natha, con sfarzose scene esotiche, e Lore-Ley, da Monplaisir. Sempre in quell'anno fu Ercinia ne Le due gemelle (coreografia di A. Pallerini, musica di Ponchielli) al S. Carlo di Napoli. Nella stagione 1883-84 la L. prese parte con E. Cecchetti, al teatro Regio di Torino, al ballo Excelsior, riprodotto da C. Coppi, e a Metempsicosi, "allegoria biblico-fantastica in 12 quadri ridotta in grande azione coreografica" da C. Smeraldi e Marenco; dal settembre 1885 collaborò di nuovo con Coppi e Cecchetti a Londra (Her Majesty's theatre) e sostituì Adelina Rossi nel ruolo di Civiltà nelle prime e instabili rappresentazioni del lavoro manzottiano in Inghilterra: "dancing was out of fashion and unwelcome, but Excelsior was out of the ordinary type" e solo il pas de deux della L. e Cecchetti suscitò "a furore for both of them" (The Times, cit. in Racster, p. 112).
Divenuta celebre nel repertorio composito dell'età umbertina, la L. propose nelle principali piazze europee vistosi "balli grandi", divertissements e pot-pourri: Capetti ricorda le stagioni a Budapest e Madrid e il giro con l'impresa Ferrari nei teatri dell'America del Sud. Nel 1887 - anno della crisi economica italiana e della massima espansione all'estero delle compagnie teatrali e delle agenzie lirico-coreografiche - la L. giunse a San Pietroburgo (dove danzavano altre dive italiane come Carlotta Brianza ed Elena Cornalba) con la compagnia organizzata da Cecchetti (primi ballerini la L. e L. Albertieri). Il 15 giugno il teatro estivo Arkadija annunciò il ballo mitologico Le pouvoir d'Amour del coreografo-riproduttore Cecchetti: conquistò il pubblico il grand pas dedeux della Ninfa-L. e del Satiro-Cecchetti con le incredibili prese in aria, eleganti anche nei passaggi più ardui (Skal'kovskij, p. 158). Si affermò un sodalizio d'arte strepitoso: Cecchetti danzatore "grottesco e classico" e la L., "quintessence du classicisme chorégraphique", capace di eseguire tours deforce mai sperimentati dalle ballerine russe, come doubles ronds de jambe en l'air, pas de ciseau o tre giri sur les pointes: "On pouvait vraiment dire à propos de Mlle Limido qu'elle fait des roulades avec les pieds et chante avec ses pirouettes" (Pleščeev, cit. in Lifar, p. 127). In luglio il "ballerino-funambolo-pirata" Cecchetti è accusato di opporre "ciurmerie coreografiche" - un "pot-pourri dell'Excelsior" - ai balli autorizzati da L. Manzotti e dalla Società italiana degli autori (ossia la versione di G. Saracco al Livadija, con C. Brianza protagonista; Asmodeo, 18 ag. 1887, p. 3). In agosto Cecchetti riprende Lerêve d'un peintre da J. Perrot e Sieba ovvero La spadadi Wotan, il ballo creato da Manzotti e Marenco sulla scia delle opere wagneriane: Sieba, interpretata dalla L., è la valchiria, sicura di non innamorarsi di un essere umano, alla quale Wotan affida la spada. Nell'ottobre 1887 Cecchetti fu invitato al Mariinskij, la L. invece rifiutò il contratto con i teatri imperiali a causa dell'antica rivalità con Virginia Zucchi; la rivalità era immotivata (secondo Skal'kovskij, pp. 159 s.), poiché le due artiste rappresentavano due modi di danzare, danse d'exécution e danse en action: il primo colpisce gli occhi con le simmetrie dei movimenti e la varietà dei passi, il secondo parla all'animo con espressione ed emozioni.
Definita a volte in Italia "ballerina di rango francese" alludendo al rigore e alla trasparenza della sua danza, la L. rimane nel ricordo soprattutto come l'allieva speculare di C. Beretta, lontana da ogni allusione metafisica e narrativa. La sua danza "meccanica" non diviene elemento decorativo né si irrigidisce in pose, ma si alleggerisce in attitudes di straordinaria plasticità scultorea. E in questa tensione verso la purezza formale la L. sembra superare inconsapevolmente il suo secolo.
L'ultima apparizione della L. a Milano avvenne al teatro Dal Verme, dove lasciò in Excelsior "un ricordo che non si potrà cancellare" (Il Teatro illustrato, p. 48). Nel 1890 si esibì ancora in Sieba all'Éden di Parigi; qui si ammalò gravemente e morì nello stesso anno.
Fonti e Bibl.: U. Capetti, G. L., Stelle tra le nubi, in Gazzetta dei teatri, 29 apr. 1886, p. 1; Mosca, Arch. centrale di Stato della letteratura e dell'arte (CGALI), Fondo 659, op. 4, cartelle 132 ss.: Afiši sanktpeterburgskich imperatorskich teatrov 1887 (Affiches dei teatri imperiali di San Pietroburgo); A.A. P[leščeev], G-za L. v "Ekscel'siore" (La signora L. in "Excelsior"), Peterburgskaja Gazeta, 6 luglio 1887, p. 3; G. L., Mementi artistici, in Il Teatro illustrato, X (1890), 111, p. 48; A.A. Pleščeev, Našbalet (Il nostro balletto), Sankt-Peterburg 1896, pp. 277 s., 283 s., 334; N. Guerra, Tersicoreide. Schizzi e racconti teatrali (dal vero), Milano 1899, passim; K.A. Skal'kovskij, V teatral'nom mire (Nel mondo del teatro), Sankt-Peterburg 1899, pp. 157-160; P. Cambiasi, La Scala 1778-1906, Milano 1906, pp. 384, 387; S.N. Chudekov, Istorija tancev (Storia della danza), IV (bozza di stampa, Petrograd 1918), passim; O. Racster, The master of the Russian ballet (The memoirs of Cav. Enrico Cecchetti), New York 1923, pp. 112 s.; N. Legat, The story of the Russian school, London 1932, passim; C.W. Beaumont, Complete book of ballets, London 1937, pp. 521, 527; S. Lifar, Histoire du ballet russe depuis les origines…, Paris 1950, pp. 126-128; V.M. Krasovskaja, Russkij baletnyj teatr vtoroj poloviny XIX veka (Il balletto russo nella seconda metà del sec. XIX), Moskva-Leningrad 1963, ad ind.; I. Guest, The Divine Virginia: A biography of Virginia Zucchi, New York 1977, ad ind.; L. Rossi, Enrico Cecchetti. Il maestro dei maestri, Vercelli 1978, pp. 55, 61 s.; Il teatro di S. Carlo, II, La cronologia 1737-1987, a cura di C. Marinelli Roscioni, Napoli 1987, p. 405; Storia del teatro Regio di Torino, Torino 1976-88, V, M.-Th. Bouquet - V. Gualerzi - A. Testa, Cronologie, p. 412; Enc. dello spettacolo, III, coll. 294-297 (s.v. Cecchetti, Enrico); VI, coll. 1501 s.