MARMOCCHINI CORTESI, Giovanna
– Più conosciuta come Giovanna Fratellini, dal cognome del marito, nacque a Firenze il 27 ott. 1666 (Moucke) da Giovanni e da Petronilla Ceccatelli. Ancora fanciulla fu introdotta dallo zio materno alla corte di Vittoria Della Rovere, granduchessa di Toscana, dove ricevette la propria educazione. Compì l’apprendistato presso il padre cappuccino I. Galantini, miniatore di corte; studiò poi con il pittore A.D. Gabbiani disegno e tecnica a olio e, infine, con D. Tempesti, da cui apprese la nascente tecnica dei pastelli nella quale diverrà maestra. Nel 1684, a diciotto anni, fu data in sposa a Giuliano Fratellini con cui, nel 1690, ebbe un figlio, Lorenzo Maria (ibid.).
La M. si affermò sulla scena artistica principalmente per la sua eccellenza di ritrattista, molto apprezzata all’interno della corte medicea. Membro dell’Accademia del disegno dal 1706, per i Medici e per i rappresentanti del loro entourage realizzò uno straordinario numero di lavori, molti dei quali conservati oggi agli Uffizi, tra cui si ricordano i ritratti della Granduchessa Vittoria, del Granduca Cosimo III, del Principe Ferdinando e di sua moglie Violante di Baviera (Violante Beatrice di Wittelsbach).
Quest’ultima, in particolare, affidò alla M. il ruolo ufficiale di ritrattista di corte, commissionandole gli innumerevoli ritratti che usava collezionare, regalare ai suoi ospiti o inviare ai parenti lontani. Le carte documentano che, soltanto tra il 1717 e il 1722, Violante Beatrice commissionò alla M. almeno una ventina tra pastelli e miniature in avorio (Meloni Trkulja, 1995). Si sa da Moucke che molti degli smalti dipinti dalla M. venivano incastonati con pietre preziose e utilizzati «per fermezza ai finimenti delle gioie» (p. 213), preziosi doni per le dame di corte.
Per ordine della stessa Violante Beatrice, inoltre, la M. si recò a Bologna per ritrarre Giacomo Stuart, figlio di Giacomo II re d’Inghilterra, sua moglie, Maria Clementina Sobieski, e i suoi figli, dei quali eseguì i ritratti a olio e a pastello. Da lì, nel 1719, si spostò a Venezia per eseguire il ritratto di Teresa Cunegonda Sobieski, figlia di Giovanni III re di Polonia e cognata di Violante Beatrice (Moucke; Sani). A Venezia incontrò Rosalba Carriera, e Moucke (p. 158) lascia intendere che, sebbene l’incontro tra le due pittrici fosse stato casuale, R. Carriera riservò alla M. «gentilissime accoglienze», dato peraltro confermato dalla corrispondenza tra loro intercorsa (Sani).
Benché non ne sia rimasta alcuna testimonianza materiale, le fonti dicono che la M. non fu soltanto una ritrattista: Moucke ricorda, infatti, alcuni soggetti sacri dipinti per Cosimo III, in particolare un Battesimo di Cristo, un’Ultima Cena, una Crocifissione, S. Antonio da Padova col Bambino Gesù e, ancora, un S. Gaetano con la Vergine e il Bambino Gesù, un’Annunciata e un Ecce Homo.
Per il principe Ferdinando realizzò diversi ritratti al naturale, tra cui quello a figura intera del padre, il Granduca Cosimo, miniato su smalto; una Maddalena nel deserto, una Lucrezia, il Giudizio di Paride, alcune Veneri e altre storie e favole a pastelli, diverse teste di Baccanti e due Baccanali «tenuti in gran pregio» (ibid., p. 212). Alla morte del principe, nel 1713, ne ritrasse il corpo prima delle esequie. Ma di queste opere non si ha alcuna notizia.
La M. morì a Firenze, dove fu sepolta nella chiesa di Ognissanti il 18 apr. 1731, vicino alla tomba di suo figlio Lorenzo Maria.
Citata brevemente da Orlandi (1733), fu ricordata da Moucke (1762), che ne scrisse un ampio elogio in forma di prima compiuta biografia. Moucke dichiarò di aver tratto le informazioni da un manoscritto autografo tenuto dalla Marmocchini Cortesi. La definì artista di «non ordinario talento» (p. 209), conosciuta e protetta da principi e potenti, la cui fama raggiunse molti Paesi stranieri. Anche Lanzi ne diede un giudizio lusinghiero («non ignara della invenzione e spertissima ne’ ritratti) e la definì la «Rosalba della sua scuola». Riconsiderata a partire dal Novecento da Marangoni (1912), che, tuttavia, ritenne la sua tecnica troppo dura, ben diversa da quella della celebrata pastellista veneziana, sarà necessario attendere il 1947 perché Ross dedichi alla M. una breve nota. Nell’articolo in The Burlington Magazine si dà conto di un ritratto di giovane a smalto, firmato, conservato alla Walters Art Gallery di Baltimora, che raffigura il principe Ferdinando o piuttosto il più giovane fratello Gian Gastone, ipotizzando che il piccolo smalto fosse destinato alla madre di lui, Margherita Luisa d’Orléans che, lasciata Firenze alla volta della Francia, volle portare il ritratto con sé. Seguirono a molti anni di distanza, gli studi di Meloni Trkulja (1981; 1989; 1995) sulla pittura del Settecento nei quali viene ricordato l’operato della M. in qualità di ritrattista al servizio della famiglia Medici.
Il figlio Lorenzo Maria Fratellini nacque a Firenze il 14 genn. 1690. Moucke ne stese un breve elogio in coda al ritratto biografico della Marmocchini. Da esso emerge che fu proprio la M. che, accertata l’inclinazione artistica del figlio, lo affidò dapprima agli insegnamenti di Gabbiani e successivamente gli trasmise l’arte di utilizzare i pastelli e la miniatura. Moucke menziona tra le sue opere diversi ritratti di cortigiani, amici e ospiti stranieri della corte medicea, in particolare quello dell’orefice Giuseppe Vanni, oggi agli Uffizi, già pendant di quello del nano, buffone alla corte di Violante Beatrice, Tommaso Micheli, nella villa di Lappeggi. Morì a Firenze il 12 ott. 1729.
Fonti e Bibl.: P.A. Orlandi, Abecedario pittorico… (1733), Firenze 1788, pp. 556 s.; F. Moucke, Serie di ritratti di eccellenti pittori…, IV, Firenze 1762, pp. 209-217; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia (1809), I, a cura di M. Capucci, Firenze 1968, p. 206; M. Marangoni, La pittura fiorentina del Settecento, in Riv. d’arte, VIII (1912), p. 72; M.C. Ross, An enamelled portrait by Giovanna Fratellini, in The Burlington Magazine, LXXXIX (1947), pp. 314-318; F. Borroni Salvadori, Le esposizioni d’arte a Firenze 1674-1767, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XVIII (1974), 1, p. 86; Uffizi. Catalogo generale, Firenze 1979, ad ind.; G. Greer, Le tele di Penelope, Milano 1980, pp. 26 s., 77, 253, 276; S. Meloni Trkulja, in Merletti a palazzo Davanzati. Manifatture europee dal XVI al XX secolo, Firenze 1981, pp. 105 s.; M. Monteverdi, Storia della pittura italiana vista attraverso l’opera delle pittrici, Milano 1981, pp. 50 s.; B. Sani, Rosalba Carriera, Torino 1988, p. 275; S. Meloni Trkulja, in La pittura in Italia. Il Settecento, II, Milano 1989, p. 720; Id., Battesimi di ritratti ultramontani, in Antichità viva, XXXIV (1995), 4, pp. 35-39; L. Zangheri, Gli Accademici del disegno, Firenze, 2000, p. 139; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 396 (s.v. Fratellini, Giovanna); The Dictionary of art, XI, p. 743 (s.v. Fratellini, Giovanna); Allgemeines Künstlerlexikon (Saur), XLIV, München-Leipzig 2005, p. 217 (s.v. Fratellini, Giovanna).