BENOZZI, Giovanna (Zanetta) Rosa Guglielma
Nacque a Tolosa verso il 1701, da Antonio e Clara Mascara. Nel 1716 risulta presente, coi nome d'arte Silvia, nel ruolo di seconda amorosa a vicenda con la cugina E. Balletti, nella compagnia di Luigi Riccoboni allora a Parigi. Il suo debutto, avvenuto il 18 maggio M6 nella sala del Palais Royal, nella commedia Heureuse surprise, non suscitò particolare entusiasmo: ancora giovanissima, sopraffatta dalla fama della cugina, la B. lasciò solo intravedere quello che poteva dare sulla scena.
A Parigi la B., oltre che per le sue possibilità di attrice, si fece presto notare anche per la vivacità del temperamento e la fermezza del carattere. La sua irrefrenabile vivacità si tramutava spesso in vera e propria aggressività, con la conseguenza di continui scontri all'interno della compagnia, perennemente travagliata dalla violenta rivalità che l'opponeva alla cugina. Lo stesso Riccoboni, uomo pacifico e tollerante quant'altri mai, fu costretto più volte a intervenire per placare le tempeste scatenate dalle due attrici: non mostrò mai tuttavia alcuna parzialità nei confronti della moglie, come risulta dalla circostanza che soleva affidare parti principali alla B. anziché alla Balletti. Così fece per la prima commedia di J. Autreau, Le naufrage au Port-à-l'Anglais ou les nouvelles débarquées, rappresentata il 25 apr. 1718 con grande successo e ben due mesi di repliche, in cui la B. sembrò guadagnare nettamente terreno.
Il 14 luglio 1720 la B. si fece onore in una commedia di Autreau, Les amants ignorants, e il 17 ottobre dello stesso anno in quella di Marivaux, Arlequin poli par l'amour, nella quale sostenne il ruolo della pastorella ingenua con un impegno di semplicità e di grazia del tutto sconosciuto alla Balletti. Il 3 maggio 1722 un successo ineguagliabile con la commedia dello stesso Marivaux, La surprise de l'amour, sancì la sua vittoria definitiva sulla cugina.
L'incontro con questo scrittore segnò una svolta fondamentale nella carriera della B., caratterizzata da una lunga, intensa e felicissima collaborazione. Divenuta presto assai famosa, con la sua "arte della semplicità", restò per lungo tempo l'ispiratrice ideale di tanta parte del teatro di Marivaux, al quale offrì un tipo di donna ricca di grazia e di intelligenza, di spirito mordente e di acuta sensibilità. Lo stesso d'Alembert, illuministicamente prevenuto verso gli attori della Comédie italienne, sottolineò la perfetta corrispondenza artistica fra l'attrice e lo scrittore, che "n'avoit eu qu'une seule legon à lui donner", perché dopo "elle devint au théâtre M. de Marivaux lui meme, et n'eut plus besoin de ses conseils".
Tale perfetta aderenza ai personaggi femminili di Mariyaux ha scarso riscontro nella storia del teatro francese del tempo: neanche la ben nota Adriana Lecouvreur, che rappresentava le stesse opere alla Comédie francaise, riusciva, sempre a detta del d'Alembert, a raggiungere una tale compiuta realizzazione. Fra le tante opere scritte da Marivaux per la B. si ricordano in particolare: La double incostance (6 apr. 1723), Le dédain affecté (26 dic. 1724), Le prince travesti ou l'illustre aventurier (5 febbr. 1724), L'île des esclaves (5 marzo 1725).
I rapporti umani fra la B. e Marivaxix non sono molto chiari, né contribuiscono a sciogliere i dubbi le numerose smentite e testimonianze. Di fatto Giuseppe Balletti, marito della B. dal giugno del 1720, era molto geloso e spesso provocava scandali, e non mancarono di circolare negli ambienti letterari parigini alcune maliziose sottolineature della vita galante dell'attrice, tali da indurre l'assai fecondo Marivaux a un improvviso silenzio che si protrasse per tutto il 1726.
Nel corso di tale anno loscrittore fu sostituito presso la Comédie italienne da una serie di imitatori, alcuni dei quali ebbero molta fortuna anche se pochi meriti; tutti scrissero le loro commedie appositamente per la B., che sapeva animare anche i copioni più fiacchi con la sua spigliatezza e vivacità; si ricordano: F. A. Jolly con La capricieuse (11 maggio 1726) e P.-F.-G. de Beauchamps con Le portrait (9 genn. 1727).
Il 18 giugno 1729, ritiratosi dalle scene il Riccoboni con la moglie, fu la B., ormai l'attrice più importante della compagnia, ad indirizzare, contro la tradizione che assegnava tale compito a un attore, il complimento al pubblico (una specie di arringa in difesa dei diritti delle donne), cui fece seguito una commedia di Marivaux ispirata agli stessi motivi: Lanouvelle colonie ou la ligue des femmes. Riallacciati i consueti rapporti con la B., lo scrittore riprese a lavorare per lei con l'antico ritmo a commedie sempre più fortunate, fra le quali si ricordano Le jeu de l'amour et du hasard (1730), Les fausses confidences (1737), L'épreuve (1740).
Nel 1750 l'attrice conobbe, tramite il figlio Antonio Stefano Balletti, Giacomo Casanova. I suoi rapporti con l'avventuriero non sono chiari: il Ravà sostenne che l'affetto che la legò al giovane era puramente materno, e che i sentimenti del Casanova per lei erano suggeriti esclusivamente dalla stima e dalla devozione. In verità le pagine dell'Histoire de ma vie che si riferiscono alla B. sembrano tra le più sincere e commosse. Il Gugitz tuttavia, in base ad un documento di polizia che affermava "Silvia Balletti... vit avec Casanova..., c'est elle qui l'entretient...", contro la tesi del Ravà che propendeva per un errore d'informazione, ritenne di poterla annoverare fra le tante amanti dell'avventuriero.
Già dal 1749 la B. aveva ceduto la parte di prima amorosa alla famosa Madame Favart (M.-J.-B. Cabaret du Ronceray), assumendo il ruolo di madre nobile; ritiratasi dalle scene ai primi del 1758, morì il 16 settembre dello stesso anno.
Solo il Grimm, in una corrispondenza dell'ottobre del 1758, mostrò di non apprezzare la sua arte ineguagliabile, scrivendo: "... je n'ai jamais bien senti le mérite de cette actrice; elle était d'une figure désagréable; elle avait la voix fausse et un jeu à prétentions tout à fait fatigant...". Giudizio quanto mai ingiusto che riflette solo l'atteggiamento aspramente polemico degli enciclopedisti verso la tradizione italiana della commedia dell'arte.
Fonti e Bibl.: [J. A. Jullien], Histoire anecdotique et raisonnée du théâtre italien. Paris 1769, III, p. 245; IV, pp. 377-380; D'Alembert, Eloge de Pierre Carlet de Marivaux, in Histoire des membres de l'Académie franipaise..., VI, Amsterdam 1787, pp. 65-66; M. D'Origny, Annales du théatre italien…,Paris 1788, passim; Corresp. littér. philos. et crit. par Grimm, Diderot, Raynal…, a c. di M. Tournaux, IV, Paris 1878, p. 40; Lettere di donne a G. Casanova, a c. di A. Ravà, Milano 1911, pp. 83-89 (una lettera della B. al Casanova); T.-S. Gueulette, Notes et souvenirs sur le théatre italien au XVIIIe siècle, a c. di J. E. Gueulette, Paris 1938, pp. 45-48, 63, 99, 114, 129, 165-166; J. Casanova, Histoire de ma vie, Wiesbaden 1960, III-IV, passim;E. Campardon, Les comédiens du roi de la troupe italienne…,I, Paris 1880, pp. 12-19; A. Ademollo, Una famiglia di comici ital. del secolo XVIII, Firenze 1885, pp. 41-52; L. Rasi, I comici italiani, I, Firenze 1897, pp. 253-257; G. Gugitz, G. Casanova und sein Lebensroman, Wien 1921, pp. 77, 78. 92; X. De Courville, Un apótre de l'art du théatre au XVIIIe siècle: L. Riccoboni..., II, Paris 1943, passim;G. Attinger, L'ésprit de la commedia dell'arte dans le théâtre français, Neuchâtel 1950. pp. 335. 341 ss., 384-388; Encicl. dello Spett., II, coll. 215-266.