Giovanna
Madre di s. Domenico, discendente della famiglia d'Asa; sposò il nobile Felice de Guzman. D. ne fa menzione nell'espressione esclamativa oh madre sua veramente Giovanna, / se, interpretata, val come si dice ! (Pd XII 80-81) che pone in bocca a s. Bonaventura nel mentre che questi tesse l'elogio di s. Domenico. Il nome è di origine ebraica: Giovanni significa ‛ Iehova è benigno '; s. Girolamo interpreta " Dominus gratia eius ". Quindi G. vale la " graziosa " (Anonimo), la " piena di grazia ", la " donna gradita ". D., che ignorava l'ebraico, derivò l'interpretazione del nome da Uguccione da Pisa (" Iohannes interpretatur gratia Domino, ‛ Ia ' idest Dominus, ‛ anna ' idest gratia, unde Iohannes quasi Iohanna ").
Ma già un antico biografo del santo, Teodorico d'Appoldia, nei suoi Acta Sanctorum Augusti (I 556), aveva messo in risalto il carattere significativo del nome G. (" [Dominicus] parturitur, nutritur, fovetur a Iohanna Dei gratia matre "). La frase se, interpretata, val come si dice ha lasciato lungo tempo perplessi i commentatori, e perché pareva curioso che D. facesse dubitare un beato, e perché la frase sembrava desse a vedere che egli non era poi troppo sicuro se l'interpretazione da lui data fosse esatta (Torraca). Ma il Parodi ha fatto osservare che D. non avrebbe potuto lasciare il verso che precede la frase in questione senza un'esplicazione qualsiasi, a rischio di parere oscuro e strano: quindi, spiegarlo " era esigenza non meno di buon gusto che di buon senso ". La frase d'altronde non ha, a parere del critico, alcun valore dubitativo; il se infatti non è ipotetico, ma introduce una proposizione assertiva o assuntiva: se vale interpretare il nome G. " nel senso letterale che gli si dà ", oppure " se questo nome proprio è lecito intenderlo nel suo significato etimologico " (Parodi).
Bibl. - P. Toynbee, Dante's obligations to the ‛ Magnae Derivationes ' of Uguccione da Pisa, in " Romania " XXVI (1897) 537-554; Parodi, Lingua 391.
D. sottolinea il valore etimologico del nome G. anche nel designare la donna cui è destinata la canzone CVI delle Rime (Al v. 153 Bianca, Giovanna, Contessa), e cioè la contessa Bianca G., figlia di Guido Novello conte di Poppi. Anche questa signora è dunque " piena di grazia " (Barbi-Pernicone: " e quindi dotata anche di sapienza "). V. anche BIANCA; contessa.