Giovanna
Donna amata da G. Cavalcanti, secondo quanto D. afferma in Vn XXIV 3 E lo nome di questa donna era Giovanna, salvo che per la sua bieltade, secondo che altri crede, imposto l'era nome Primavera; e così era chiamata (e soggiunse [§ 4]: Primavera, cioè prima verrà lo die che Beatrice si mosterrà dopo la imaginazione del suo fedele, poiché per istigazione dello stesso D. l'amico Guido trasferisce all'appellativo della donna amata, Primavera perché nel fiore della propria giovinezza, un intenso valore simbolico).
Chi potesse essere questa G., è impossibile dire; e se il Cavalcanti mai nomina così la donna amata, non abbiamo alcun motivo per dubitare di un'identificazione così precisamente espressa da D., e ribadita nel sonetto Guido, i' vorrei (Rime LII 9 E monna Vanna e monna Lagia poi...), dal quale si può inoltre inferire che G. o Vanna era maritata (monna Vanna con monna Bice ancora nel sonetto Io mi senti' svegliar, Vn XXIV 8 9). Per il valore del senhal Primavera e il giuoco etimologico dantesco, cfr. Contini, Poeti II 489, e in questa Enciclopedia la voce Cavalcanti, Guido. Un accostamento tra G. e Matelda è in G. Bassi, Commenti danteschi, Lucca 1899.