ALBINOLA, Giovanni
Nato a Viggiù il 2 luglio 1809, da Agostino e da Maria Antonietta Buzzi, aveva interrotti gli studi in seminario non ancora ventenne per recarsi a Malaga presso lo zio Gabriele, associandosi a lui nel commercio dei vini. Un altro zio, Fermo (nato nel 1767 e morto prima del 1831), disegnatore, aveva organizzata all'arrivo dei Francesi la Guardia nazionale del dipartimento dell'Adda ed aveva partecipato ai comizi di Lione.
Recatosi a Genova per affari, l'A. venne in contatto con gli ambienti carbonari e, dietro presentazione di F. Argenti, fu affiliato nel luglio 1830 alla vendita "La Speranza", col nome di Masaniello. Gli furono affidati da R. Doria, gran maestro della carboneria, pacchi di proclami rivoluzionari da introdurre in Lombardia e in Piemonte durante i suoi viaggi d'affari. Nel gennaio 1831 una sua lettera, diretta a F. Argenti a Parigi, fu intercettata dalla polizia e provocò il suo arresto, l'8 febbraio, a Viggiù e quello di molti altri carbonari, tra cui l'Argenti stesso, A. Spinola, C. d'Adda. 1130 marzo si apriva il processo, per delitto di alto tradimento, a carico dell'A. e degli altri quindici imputati, trasferiti nel frattempo a Milano nelle carceri di S. Margherita. Durante gli interrogatori, più tardi, condotti dall'inquisitore P. Zaiotti, l'A. fece rivelazioni riguardanti fatti e nomi (fra cui dei fratelli Ruffini) dell'associazione mazziniana. Condannato a morte, la pena gli fu commutata in Otto anni di carcere duro allo Spielberg (22 maggio 1834). Ferdinando I, salendo al trono nel marzo 1835, commutò, ai condannati dello Spielberg, il carcere con la deportazione in America. I prigionieri furono trasferiti (29 febbr. 1836) a Gradisca, nel castello di Eggenberg, e, in seguito, imbarcati sul brigantino Ussaro per New York, dove giunsero il 16 ott. 1836.
In America, l'A. riuscì a trovare una buona sistemazione, dedicandosi nuovamente al commercio. Creatasi a New York una Congrega centrale della risorta Giovine Italia (6 giugno 1841), presieduta da F. Foresti, ne divenne segretario. Nonostante assolvesse il suo compito con zelo e, durante i suoi viaggi d'affari nelle varie città americane, si prodigasse attivamente per la diffusione del giornale mazziniano l'Apostolato popolare,non ebbe mai completa fiducia da parte di Mazzini, memore delle sue delazioni nel 1831. Nell'autunno 1845 fece un viaggio in Europa, incontrò G. Lamberti a Parigi e Mazzini a Londra, accolto freddamente da entrambi; fu anche in Italia, a Firenze e in Liguria.
Morì a New York nel maggio 1883.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Presidenza di Governo, Atti, Fondo Processi Carbonari,cart. 106; Scritti editi e inediti di G. Mazzini, Epistolario,V, p.39; X, p. 47; XX, pp. 104, 262, 266; XXIII, p. 90; XXIV, p. 26; XXVIII, p. 123; XLII, p. 14, 15; Protocollo della Giovine Italia,III, pp. 16, 66, 86, 243, 257, 290, 299, 316 e passim; Carteggi del conte F. Confalonieri,a cura di G. Gallavresi, II, Milano 1913, pp. 717, 733 740, 748, 942, 1109, 1122 e passiffi;G.De Castro, Cospirazioni e processi in Lombardia (1831-'35),in Riv. stor. ital.,XI (1894), pp. 422, 423; A. Sandonà, Contributo alla storia dei processi del ventuno e dello Spielberg,Torino 1911, pp. 330, 331, 333, 335, 340, 343;A. Luzio, G. Mazzini carbonaro,Torino 1920, pp. 27, 37, 55, 60-62, 275-286 e passim;L. Gasparini, L'angelo del castello di Eggenberg,in Rivista d'Italia,XXXI, 4 (1928), pp. 567, 571, 572, 576.