ALIBERTI, Giovanni
Pittore, nato a Canelli il 5 marzo 1662. Si trasferì ben presto ad Asti, dove sposò una Maria Teresa. Non si conosce la sua formazione artistica. Secondo il Lanzi egli fece suoi i modi della scuola bolognese e romana, risentì cioè del Maratta e della scuola dei Carracci, con qualche eco del Correggio. Se accettiamo quanto ci riferisce il Claretta (notizie peraltro confuse e in parte errate), egli avrebbe studiato a Roma con pensione assegnatagli da Carlo Emanuele III. La sua attività, assai fervida, si svolse però nell'ambito della sua regione e senza superare i pregi di un corretto senso prospettico, unito a vivacità di tono.
Affrescò in S. Chiara a Cuneo quasi tutta la chiesa con Episodi della vita della santa e la Gloria dei beati nella cupola. Pure a Cuneo, eseguì due affreschi nel coro di S. Croce. Nel duomo di Alessandria dipinse episodi della Vita della Beata Vergine e di s. Giuseppe nella cappella omonima. In Asti eseguì nella cappella grande o dell'Epifania, nel duomo, una Purificazione di Maria ed una Presentazione al Tempio (ora distrutte); un quadro nell'ex monastero di Gesù raffigurante la Gloria in Paradiso;affreschi in S. Agostino (soppresso nel 1802) nella volta, nelle lunette e nel coro (tre di questi affreschi, staccati, sono ora nel Museo Civico di Asti). Egli ricevette dai padri agostiniani diversi acconti per questi lavori eseguiti negli anni 1712-14. Altri lavori in Asti: la cupola di S. Agnese (ora rovinata); la cupola di S. Martino e la pala nella cappella di S. Alessandro Sauli; due affreschi con Storie di s. Benedetto nella chiesa di S. Anastasio, demolita nel 1907 (conservati ora nel Museo Civico di Asti); l'affresco con S.Famiglia e s. Bartolomeo esistente sulla facciata della casa Artom. A Canelli nel 1700 eseguì per la parrocchia un quadro con la Pentecoste ed in S. Rocco nel 1716 l'ancona del santo; nel 1715 alla Morra il quadro di S. Martino nella parrocchia omonima. A Cherasco, nel 1720, nella chiesa di S. Gregorio affrescò il presbiterio e la volta con Storie del santo a istanza del parroco Gian Francesco Bertone. Pare abbia pure eseguito a Pavia, in SS. Primo e Feliciano, due quadri e nel presbiterio di S. Pietro in Vincoli un quadro con S. Pietro in vincoli.A Casale, infine, sono suoi gli affreschi sulle pareti di S. Caterina. Morì ad Asti nel 1740.
Ebbe due figli: Carlo Filippo, nato ad Asti, morto dopo il 1776, architetto civile e di teatro e scenografo, e Giuseppe Amedeo, detto Abate Aliberti, nato ad Asti verso il 1710, morto nel 1772, pittore, ricordato anche col nome di Gian Giacomo, con qualche confusione di notizie col fratello. Entrambi i fratelli furono allievi di Ferdinando Galli Bibiena a Bologna (1733-39: Arch. di Stato di Torino, lettere dei ministri di Roma, carteggio tra il card. Lambertini ed il ministro marchese d'Ormea; lettere del 7 luglio 1736, 24 genn. 1737, 2 febbr. 1737), dove Carlo Filippo venne pubblicamente premiato all'Accademia. Egli poi, dopo un brevissimo soggiorno nel 1739 a Roma (con sussidio regio), tornò a Torino per lavorare a lungo presso B. Alfieri, ricevendo uno stipendio fisso come "pittore d'architettura" o anche "disegnatore d'architettura", come risulta nei conti delle fabbriche e fortificazioni (Arch. di Stato di Torino, sez. IV, Camerale). Su suo disegno venne eretta (1764) la facciata di S. Teresa in Torino, per conto del card. G. B. Roero (dal solo Bartoli attribuita a L. Barberis).
Del pittore Giuseppe Amedeo che, raccomandato dal card. A. Albani, ebbe diverse commissioni per la corte sabauda e dopo peregrinazioni varie, tornò in Piemonte nel 1758,si conosce solo una Sacra Famiglia nella chiesa del Carmine a Torino. Egli aveva condotto una vita piuttosto sregolata (nel 1726 era già implicato in un fatto di violenza a Saluzzo e dal 1762 al 1770 fu in prigione) e aveva svolto anche un'attività letteraria: nel 1737 aveva pubblicato Rime per le terze nozze di Carlo Emanuele III e nel 1751 aveva raccolto Componimenti poetici per le nozze di Vittorio Amedeo di Savoia con Maria Ferdinanda di Spagna.
Bibl.: Torino, Museo Civico, Atti Spaba,schede ms. di A. Baudi di Vesme, ad voces;F. Bartoli, Notizia delle pitture, sculture ed architetture... d'Italia,I, Venezia 1776, p. 8 (per Giuseppe Amedeo); II, ibid. 1777, pp. 48, 81 (per Giovanni Carlo); G. Della Valle, in Vite de' più eccellenti Pittori Scultori e Architetti scritte da M. Giorgio Vasari..., arricchita di giunte e di correzioni... del p. m. G. D. V.,XI, Siena 1794, pp. 36-39 (per Giovanni Carlo); M. Paroletti, Turin et ses curiosités,Turin 1817, p. 371; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia,V, Firenze 1845, p. 327 (per Giovanni Carlo); C. Rovere, Descrizione del Reale Palazzo di Torino,Torino 1858, p. 75,n. 85 (per Carlo Filippo che vi è detto Alberto Carlo); G. Casalis, Diz. geogr. storico dei Comuni,I, Torino 1833, pp. 449 s.; IV, ibid, 1837, p. 611; XI, ibid. 1843, p. 492; XXI, ibid. 1874, p. 526; G. Taricchi, Dei dipinti di G. C. A. astigiano nella città di Cherasco,Urbino 1878; G. Claretta, I Reali di Savoia munifici fautori delle arti...,in Misc. di storia italiana,R. Deputaz. Subalpina di Storia patria, XXX (1893), pp. 83 s.,116-120, 150-152;G. I. A., Torino sacra,Torino 1898, p. 312 (per Carlo Filippo); N. Gabiani, Catalogo del Museo Civico della città di Asti,Asti 1926, pp. 21, 101 (per Giovanni Carlo); A. Bonino, I pittori A., in Bollett. stor.-bibliogr. subalpino,XXXII (1930), pp. 469-74; J. Meyer, Allgem. Künstler-Lexikon,I, p. 312; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler,I, pp. 287 a. (Carlo Filippo vi è registrato anche con il cognome Alberti,p.191; è registrato inoltre un A. Gian Giacomo le cui notizie vanno però riferite a Giuseppe Amedeo); M. Bryan, Dict. of painters and engravers,I, London 1920, p. 19 (per Giovanni Carlo); Encicl. ital.,II, pp. 489 s.; U. Galetti-E. Camesasca, Encicl. d. pitt. ital.,I, pp. 34 s. (anche qui è registrato A. Gian Giacomo); Grande Dizion. Enciclopedico,I, Torino 1954, p. 367 (con bibliografia).