AMEGLIO, Giovanni
Generale italiano, nato a Palermo nel 1854, specialmente noto come ufficiale coloniale. Poco dopo l'occupazione di Massaua fu in Eritrea (1887) col grado di capitano, partecipando alle operazioni verso l'interno per l'estensione del nostro dominio. Si distinse particolarmente a Cheren nella spedizione contro i Dervisci (dicembre 1893). Promosso maggiore nel 1894, ebbe il comando del 5° battaglione indigeni, alla testa del quale guadagnò la croce di cavaliere dell'ordine militare di Savoia (combattimento di Debra-Ailà, 9 ottobre 1895) e la medaglia d'argento al valor militare (combattimenti di Aga-à e di Debra-Matzo, 2-7 maggio 1896). Rimpatriato nel 1897, fu poi, col grado di tenente colonnello, messo a capo del distaccamento misto italiano inviato in Cina in seguito alla rivolta dei Boxers (1902-1905). Maggior generale, allo scoppio della guerra italo-turca, l'A. ebbe il comando della 4a brigata di fanteria, che faceva parte della 2a divisione speciale salpata il 15 ottobre 1911 da Napoli e destinata alla occupazione di Bengasi. Quale comandante dell'avanguardia prese terra a viva forza alla spiaggia della Giuliana, e occupò, sempre combattendo, le posizioni della Berka e di Sidi Daud (19 ottobre 1911). Consolidata la base di Bengasi, per liberarsi dalle molestie dei Senussiti, li attaccò alle Due Palme con pieno successo. Queste azioni gli valsero la promozione a tenente generale per merito di guerra (marzo 1912). Allorché fu decisa l'occupazione dell'isola di Rodi, l'A. ebbe il comando del corpo di spedizione. Occupata l'isola e catturato l'intero presidio turco, gli fu conferita la commenda dell'ordine militare di Savoia.
Fu nominato nell'ottobre del 1913 governatore della Cirenaica, e successivamente governatore della Tripolitania e reggente il governo della Cirenaica, posti che tenne fin quasi al termine della guerra italo-austriaca, essendo rientrato in Italia per rimpatrio definitivo il 9 agosto 1918. Nel gennaio del 1919 assunse il comando del corpo d'armata di Napoli, e nel luglio del 1920 il comando generale della Guardia regia per la pubblica sicurezza, allora istituita, che fu poi soppressa all'avvento del fascismo al potere. Morì a Roma nel dicembre del 1921.