ANSALDO, Giovanni Andrea
Nato a Voltri (Genova) il 24 ag. 1584, fu messo giovanissimo a imparare pittura da Orazio Cambiaso, figlio di Luca. Quando decise di cominciare a dipingere si fece prestare (Soprani) da un amico un quadro di Paolo Veronese e lo copiò diverse volte. Da queste esercitazioni, e da sicuri contatti con lo Strozzi (l'amicizia del quale per il coetaneo A. è documentata: cfr. Labò, 1925), uscì il suo primo dipinto noto: La decollazione di s. Giovanni Battista (parrocchiale di Recco), cui seguirono S. Ambrogio e l'imperatore Teodosio (S.Ambrogio a Voltri) e la Pietà (Genova, Accad. Ligustica di Belle Arti), in cui le influenze dello Strozzi si fanno sempre più palesi. Ovviamente, l'A. non si sottrasse all'influenza dei fiamminghi (Rubens e Van Dyck), specialmente nel colore, per quanto episodicamente; ma soprattutto s'intonò alla pittura lombarda; ed a ragione il Longhi lo incluse, col Borzone e lo Strozzi giovane, nel gruppo da lui definito "amici dei milanesi", cioè del Procaccini, del Cerano e del Morazzone. Nell'ambito lombardo egli restò manierista, senza sfociare, come lo Strozzi, nel barocco. Studiò la prospettiva, evidentemente anche su basi teoriche, e la bravura del Cambiaso fa pensare che il figlio Orazio possa averne insegnato all'A. qualche regola. Comunque, egli fu tra gli antesignani di quell'illusionismo pittorico da cui doveva svilupparsi la grande pittura decorativa genovese. La volta della cappella di S. Carlo nella parrocchiale di Albisola Marina (1622-23, quando nessun "quadraturista" bolognese si era ancor veduto a Genova), per la libertà della sua composizione prospettica, è un'anticipazione; e nella cupola dell'Annunziata a Genova (1635-38) prospettiva lineare ed aerea concorrono all'effetto illusionistico. A fresco, con fondi prospettici, si ricordano: due Storie di Sansone (danneggiatissime dalla guerra) nel palazzo già Brignole Sale in piazza Embriaci 5; Imprese di Ambrogio Spinola nella villa già Spinola a Sampierdarena (oggi sede Ist. Tecnico Statale); l'Assunta nel palazzo Negrone, ora De Cavi, a Genova. Anche nelle pitture ad olio le ambizioni prospettiche sono costanti (S. Carlo nella cappella di Albisola, Cenacolo all'Accademia Ligustica; Battesimo dei Re Magi nell'oratorio di S. Antonio Abate e delle Cinque Piaghe, Genova). Altre opere notevoli: la Fortezza (Palazzo ducale), Fuga in Egitto (Roma, Gall. Naz. d'arte antica), Strage degli innocenti (Roma, Gall. Doria). Ebbe due grandi allievi: Orazio de' Ferrari e Gioacchino Assereto, in cui la sua eredità è manifesta, ed insegnò la prospettiva a Bartolomeo Basso.
Morì a Voltri il 20 ag. 1638.
Bibl.: R. Soprani, Le vite de' pittori ... genovesi, Genova 1674, pp. 141-146; (vedi anche ediz. riveduta da C. G. Ratti, I, Genova 1768, pp. 200-211); C. G. Ratti, Instruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova..., Genova 1780, I, pp. 9, 51, 59, 60; II, p. 96; Id., Descrizione delle Pitture... delle due Riviere dello Stato Ligure, Genova 1780, p. 9; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, Bassano 1795-1796, II, 2, p. 323; F. Alizeri, Guida artistica di Genova, Genova 1846, I, pp. 99, 153, 564; II, pp. 22, 298; R. Longhi, "Verso il riposo" di G. A. Ansaldo, in Pagine d'arte, VI(1918), pp. 24 s.; U. Ojetti, L. Dami, N. Tarchiani, La pittura italiana del '600 e del '700 alla mostra di Palazzo Pitti, Milano-Roma 1924, p. 48; M. Labò, L'A. in lite e lo Strozzi perito, in Il Comune di Genova, Bollett. Municipale, V(1925), pp. 427-432; R. Longhi, L'Assereto, in Dedalo, VII(1926-1927), pp. 355 s.; N. Pevsner, Die italienische Malerei..., Wildmark-Potsdam 1928, pp. 176 s., 178, 179, 180; Mostra della pittura del '600 e '700 in Liguria (Catalogo), Milano 1947, p. 23; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, pp.536 s. (con ulteriore bibl.).