TRIA, Giovanni Andrea
TRIA, Giovanni Andrea. – Come egli stesso dichiara (Memorie storiche..., 1744, p. 605), era nato a Laterza, in Terra d’Otranto, il 22 luglio 1676 da Francesco e da Margherita Geminale (dalla documentazione della Dataria risulta però battezzato il 21 luglio 1675, Archivio segreto Vaticano, Dataria Apostolica, Processus Datariae, 1720, c. 9); fu ottavo di undici figli. Studiò a Napoli filosofia, teologia, diritto civile e canonico. Fu ordinato sacerdote il 19 settembre 1699, poi, licenziato in teologia, a Roma si addottorò in utroque iure il 2 giugno 1704 (Archivio di Stato di Roma, Università di Roma, 253, c. 133r, n. 2).
Servì come uditore l’abate Giacomo Navarrete di Cava de’ Tirreni. Il 26 agosto 1709 si trasferì nelle Marche come vicario generale del vescovo di Loreto Lorenzo Gherardi. Dal 14 giugno 1714 Giuseppe Firrao, allora visitatore apostolico di Marche e Umbria, ma fatto nunzio straordinario in Portogallo da Clemente XI, lo volle suo uditore a Lisbona e poi anche in Svizzera (1716-19), dove risolse delicate questioni pendenti tra il vescovo di Costanza e i canonici regolari di Kreuzlingen, in seno agli ospitalieri del Gran San Bernardo, e tra vescovo, capitolo e magistrato di Losanna.
Per motivi di salute rientrò in Italia nel novembre del 1719. Clemente XI lo nominò vescovo di Cariati e Cerenzia (4 marzo 1720); fu consacrato il 17 seguente dal cardinale Antonfelice Zondadari, assistito da Camillo Marazzani, vescovo di Parma, e dal gesuita Pierre-François Lafitau, vescovo di Sisteron in Francia. Entrato in diocesi, provvide alla visita pastorale, fece sistemare nel duomo un sepolcro per i vescovi suoi predecessori (1722), istituì la penitenzieria nella cattedrale di Cerenzia e la prebenda teologale anche in quella di Cariati. Si appellò al cardinale segretario di Stato Giorgio Spinola contro le prepotenze di qualche signore locale, come Nicola Cortese, duca di Verzino e Savelli (1723). Celebrò un sinodo diocesano e ne pubblicò gli atti (Prima dioecesana synodus Cariatensis, et Gerontinensis [...] habuit in S. Ecclesia Cariatensi anno Christo nato 1726 die 16. 17. et 18. mensis Martii, s.n.t.), che presentò a Benedetto XIII in occasione della visita ad limina (17 dicembre 1726).
Per favorire le sue cagionevoli condizioni di salute, il papa lo trasferì alla sede di Larino (23 dicembre 1726) e lo nominò prelato domestico e assistente al soglio (24 dicembre 1726). Nella nuova diocesi, di cui prese possesso il 23 febbraio 1727, celebrò un contrastato sinodo diocesano (Prima dioecesana synodus Larinensis [...] habuit in sancta Ecclesia Larinensi anno a Christo nato MDCCXXVIII, Romae 1728), al quale presero parte anche due avvocati laici (Carlo Spinosa e Tommaso Maria Brencola). Intervenne al concilio provinciale di Benevento del 1729. Con approvazione della S. Sede (13 agosto 1729) staccò dal capitolo del duomo due vicarie curate e istituì un collegio di mansionari. Abolì l’uso del rito orientale per le minoranze albanesi presenti in diocesi, rendendo obbligatorio quello latino. Tra il 1733 e il 1744, affidandosi a Lorenzo Troccoli, fece ammodernare la cattedrale con abbondanza di stucchi e marmi. Produsse un ‘Proprio’ dei santi per la provincia ecclesiastica beneventana (Officia propria Sanctorum, Beneventanae provinciae, Neapoli 1733).
Collaborò per la parte ecclesiastica alla stesura del Trattato di accomodamento tra Regno di Napoli e S. Sede (2 giugno 1741) insieme ai cardinali Alessandro Albani, Pietro Marcellino Corradini, Antonio Saverio Gentili e Giuseppe Spinelli, e al segretario della congregazione delle Immunità Luigi Maria Torrigiani; per parte regia vi lavorarono il cardinale Troiano Acquaviva d’Aragona, ‘protettore’ del Regno, e il cappellano maggiore Celestino Galiani. Le sue posizioni curialiste lo resero poco gradito alla corte, obbligandolo a chiedere il trasferimento dalla diocesi.
Clemente XII lo nominò consultore del S. Uffizio (16 gennaio 1740), poi, quando si dimise da Larino (13 dicembre 1741), Benedetto XIV lo promosse esaminatore dei vescovi e arcivescovo titolare di Tiro (20 dicembre 1741); a Larino gli subentrò il nipote omonimo (22 gennaio 1742), già suo vicario generale. Fu poi nominato correttore della Penitenzieria apostolica (13 dicembre 1743).
A Napoli consacrò le chiese di S. Maria delle Grazie a Caponapoli (20 ottobre 1726) e di S. Maria del Popolo degli Incurabili (28 novembre 1726). A Roma consacrò l’altare della chiesa di S. Giuliano in Banchi, ricostruita nel 1735, e benedisse il cimitero di S. Spirito (13 maggio 1747) voluto da Benedetto XIV presso i bastioni di S. Onofrio.
Morì a Roma il 16 gennaio 1761 e fu sepolto nella chiesa della Trinità della Missione a Montecitorio (Archivio segreto Vaticano, Vat. lat. 7900: P.L. Galletti, Necrologium episcoporum, c. 126; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e d’altri edificii di Roma dal secolo XI fino ai giorni nostri, XII, Roma 1878, p. 71, n. 122).
Opere. Ricostruì con erudizione la storia della diocesi di Larino (Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino metropoli degli antichi Frentani, Roma 1744), ben accolta dalle Novelle della Repubblica delle lettere (1745, pp. 253, 266) e dal Journal des sçavans (1745, pp. 129 s.). Curò una nuova edizione, con aggiunte e note, del cinquecentesco trattato De Cardinalis dignitate et officio del teologo gesuita Girolamo Piatti (Romae 1602, 1746, 1758). Espresse, ma senza profondità, la sua visione antigiurisdizionalista a commento delle posizioni di Pietro Giannone (Osservazioni critiche intorno alla polizia della Chiesa che si legge da’ suoi primi tempi sino al presente ne’ quattro tomi della Storia civile del Regno di Napoli scritta da Pietro Giannone, Roma 1752; lo scritto era apparso prima con lo pseudonimo di Pietro di Paolo, con la falsa data di Colonia 1752). Per l’Arcadia, cui appartenne con il nome di Abdolomino Dipeo, commemorò Benedetto XIII con un lusinghiero profilo biografico (Le vite degli Arcadi illustri, V, Roma 1751, pp. 3-66).
Fonti e Bibl.: La sua attività episcopale è documentata presso gli archivi storici della concattedrale di Cariati e della diocesi di Termoli-Larino. Presso l’Archivio segreto Vaticano è attestata la sua attività diplomatica e curiale (in partic. Archivio Concistoriale, Acta Camerarii, 27, c. 150v; 28, c. 295v; 32, c. 57; e Dataria Apostolica, Processus Datariae, 1720, cc. 9 ss.; 1741, cc. 249 ss.); Francescantonio Soria riferiva che i suoi manoscritti sarebbero stati depositati presso l’archivio della Penitenzieria; si veda pure Biblioteca apostolica Vaticana, Cataloghi sommari e inventari dei fondi manoscritti, I, a cura di A.M. Piazzoni - P. Vian, Città del Vaticano 1989, pp. 192, 300.
In assenza di uno studio monografico su Tria, bisogna accontentarsi dei cenni autobiografici che egli stesso ha fornito nelle Memorie storiche su Larino (cit., pp. 605-621) e delle scarse menzioni in pochi altri scritti: F. Ughelli, Italia sacra, IX, Venetiis 1721, col. 505; F. Soria, Memorie storico-critiche degli storici napolitani, I, Napoli 1781, pp. 597-600, II, 1782, pp. 597-600; G. Cappelletti, Le Chiese d’Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, XIX, Venezia 1864, pp. 248-251; L. Pastor, Storia dei papi, XV, Roma 1933, p. 710; K. Eubel, Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, V, Patavii 1952, pp. 143, 237, VI, 1958, p. 423; Le lettere di Benedetto XIV al Card. De Tencin dai testi originali, a cura di E. Morelli, I, Roma 1955, p. 314; P. Giannantonio, Pietro Giannone, II, Napoli 1965, p. 112; Giannoniana. Autografi, manoscritti e documenti della fortuna di Pietro Giannone, a cura di S. Bertelli, Milano-Napoli 1968, pp. 103, 142; Dal Muratori al Cesarotti, V, a cura di R. Ajello et al., Milano-Napoli 1978, pp. 454, 493, 771; B. Tanucci, Epistolario, Roma 1980, pp. 306, 469; R. De Sterlich, Lettere a G. Lami (1750-1768), a cura di U. Russo - L. Cepparrone, Napoli 1994, pp. 269, 273, 335; Ch. Weber, Die Päpstlichen Referendare, Stuttgart 2004, p. 948; G. Mammarella, Da vicino e da lontano. Sacro e profano nella ricostruzione di fatti emblematici della storia molisana e delle aree limitrofe, Larino 2009.