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ALTEMPS, Giovanni Angelo

di Alberto Merola - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 2 (1960)
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ALTEMPS, Giovanni Angelo

Alberto Merola

Nato a Roma, nella seconda metà del sec. XVI da Roberto - il figlio naturale legittimato del cardinale Marco Sittico -, duca di Gallese, marchese di Soriano e delle Rocchette e signore di Mesuraca, e da Cornelia Orsini, ereditò, alla morte del padre, i titoli e i cospicui beni.

Dedicatosi, fin da giovane, agli studi eruditi, divenne uno dei maggiori bibliofili e occupò un posto di rilievo tra i dotti romani dell'epoca. I suoi interessi enciclopedici spaziarono da quelli letterari, storici e archeologici a quelli fisici, astronomici e matematici. Fu, tra l'altro, in rapporti epistolari con Galileo Galilei, che conobbe forse a Roma; e nel luglio del 1616, scrivendogli per ottenere un nuovo telescopio, gli confidava di aver studiato intensamente la matematica per due anni.

Pubblicò nel 1613 a Viterbo, con lo pseudonimo di Nuntio Bonagratia Germano, una commedia in prosa in cinque atti, di imitazione plautina, dal titolo Eutelia, ò vero Felici Avvenimenti ("malcomposta cosetta, fatta a pezzi fra miei studj", come è detto nella prefazione), e altri suoi componimenti in versi apparvero in diverse raccolte poetiche contemporanee.

Proprietario del castello di Gallese, del palazzo Altemps di Roma, nel rione Ponte e della vilia di Mondragone, fatta costruire dal nonno Marco Sittico e che egli vendette nel 1613 al papa Paolo V, chiamò a decorarli i più noti artisti romani del tempo. Tra gli ospiti, studiosi e personaggi di rilievo, che accolse nella sua villa di Mondragone, è da ricordare Gregorio XIII, che da quel luogo promulgò la riforma del calendario giuliano.

Nel 1602, ricevute in dono da Clemente VIII le reliquie di papa Aniceto martire, rinvenute nelle catacombe di S. Sebastiano, l'A. fece edificare, accanto al suo palazzo romano, una cappella votiva, tuttora esistente, dedicata al martire, incaricando delle decorazioni i pittori Ottavio Leoni ed Antonio Circignani, detto il Pomarancio. In seguito il tempietto venne abbellito da un'urna di gran pregio, tratta dagli scavi sulla via Appia e ritenuta l'urna funeraria dell'imperatore Alessandro Severo, nella quale furono collocate le reliquie. Di qui nacque nell'A, l'idea di scrivere una biografia del papa martire, che preparò in gran parte con la guida dell'opera del Baronio, ma con ricerche erudite originali: la Vita S. Aniceti Papae et Martyris. Cum rebus memorabilibus quae 80 Pontifice in Ecclesa sedente accidentur apparve a Roma nel 1617 e in seguito fu anche tradotta in italiano.

L'A. però fu soprattutto felice in questo suo amore per il sapere nel campo della bibliofihia e contribuì grandemente ad arricchire la già notevole biblioteca raccolta dall'avo cardinale. Importante, in particolare, fu l'acquisto che fece il 16 ag. 1611 (per 13.000 scudi) della biblioteca appartenuta un tempo al cardinale Marcello Cervini, poi papa Marcello II. Tale biblioteca, che il Cervini aveva lasciato in dono al cardinale Sirleto, il quale da parte sua l'aveva arricchita di codici greci, era passata al cardinale Ascanio Colonna e, alla morte di quest'ultimo, era stata posta in vendita. L'A. fece disporre in un salone del suo palazzo di Roma, adattato con magnificenza a tale scopo, l'insieme della sua biblioteca, costituita da più di duemila manoscritti e da dodicimila volumi stampati. I libri avevano una speciale rilegatura incuoio e legno di cipresso, che venne appunto chiamata "rilegatura altempsiana". Nella biblioteca erano anche conservate alcune raccolte documentarie riguardanti non solo la famiglia Altemps, ma anche il Cervini, il cardinale Pole e molti altri, specie ecclesiastici, che avevano partecipato al concilio tridentino, o che comunque avevano preso parte agli avvenimenti politico-religiosi intorno alla metà del sec. XVI. L'A. dovette però cedere un centinaio dei codici più preziosi al pontefice Paolo V, e, dopo la sua morte, altri ancora, sempre i più pregiati, gli eredi vendettero al cardinale Pietro Ottoboni, poi Alessandro VIII. Questi codici vennero infine acquistati da Benedetto XIV per la Biblioteca Vaticana, dove fanno parte del fondo Ottoboniano.Ciò che restava della biblioteca dell'A., ormai in gran parte dispersa, fu venduto agli inizi del nostro secolo (nel 1907 e nel 1903) dai duchi di Altemps in due vendite all'asta tenutesi a Roma e a Londra.

L'A., che aveva sposato Maria figlia di Federico Cesi, morta nel 1609, e quindi Margherita Madruzzo dalla quale ebbe numerosa prole, morì a Roma il 5 dic. 1620.

Fonti e Bibl.: P. Litta, Fam. cel. ital.,I, Altemps,tav. II; G. Galilei, Opere (ed. naz.), XII, pp.272-273; Sotheby, Wilkinson, Hodge, Catalogue of the choicer portion of the library of the Dukes of Altemps removed from Piazza S. Luigi dei Francesi Rome,London 1907; D. O. Rossi, Catalogue des livres et des manuscrits composant la bibliothèque des ducs d'Altemps,Roma 1908; G. Galbiati, Un manipolo di lettere degli Altemps al :zrdinale Federico Borromeo,Roma 1940, pp.52 s., 95-101; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia,I, 1, Brescia 1753, p. 523; C. Ruggieri, Memorie istoriche degli archivi della Santa Sede e della Biblioteca Quoboniana ora riunita alla Vaticana,Roma 1825, passim;P. E. Visconti, Città e famiglie nobili e celebri dello Stato pontificio,III, Roma 1848, pp.447-458; G.Ottino-G. Fumagalli, Biblioteca bibliographica italica,I, Roma 1889, p. 324; O. Frati, Diz. bio-bibliogr. dei bibliotecari e bibliofili ital.,Firenze 1933, pp.16s.; G. Mercati, Note per la storia di alcune biblioteche romane nei secc. XVI-XIX,Città del Vaticano 1952, pp. 26, 62, 97, 174; M. Parenti, Aggiunte al Diz. bio-bibliogr. dei bibliot. e bibliofili ital. di C. Frati,I, Firenze 1957,p.31.

Vedi anche
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