Musicista (n. forse Firenze, dopo il 1500 - m. Roma 1571); forse allievo del fratello Paolo, fu dal 1550 a Roma, dove nel 1555 successe al Palestrina quale maestro della cappella Giulia in S. Pietro. Più che per le poche pagine profane (madrigali) l'A. è ammirato per le musiche di chiesa (messe, mottetti, Magnificat, ecc.) e le laudi spirituali composte per le riunioni oratoriali promosse dal suo amico Filippo Neri e pubblicate in 2 libri a Roma nel 1563 e nel 1570. L'arte dell'A. è considerata come una delle prime manifestazioni della tendenza (trionfante poi con il Palestrina) verso una polifonia più chiara e trasparente di quel che non fosse la franco-fiamminga, e meglio atta, quindi, a lasciare intendere le parole dei sacri testi.