BIANCONI, Giovanni Antonio
Nacque a Bologna il 1ºag. 1841 dal naturalista Giovanni Giuseppe e da Vittoria Bignardi; si laureò in matematica nell'università di Bologna dopo aver seguito i suoi primi studi nel seminario della stessa città. Sposò Faustina Fangarezzi e, morta questa, Augusta Frati.
Giovanissimo, fu nominato membro dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna, che pubblicò quasi tutti i suoi lavori. Esordì nel 1866 con la memoria Intorno ad alcuni insetti perforatori dei metalli (in Mem. dell'Acc. delle Scienze dell'Ist. di Bologna, s. 2, VI [1866], pp. 439-455), riferendo acute osservazioni sul comportamento dell'Urocerus iuvencus, cheegli riconobbe come autore dei fori rinvenuti nelle munizioni di piombo della guardia imperiale francese, durante la guerra di Crimea.
Continuando i suoi studi sugli insetti, il B. comunicò all'Accademia in una nota del 1867 di aver identificato nella forma giovanile del Rhyncoprion columbae (o Argas reflexus Latr.) l'insetto attero nocivo ai colombi domestici.
Dello stesso anno è il Saggio di mineralogia porrettana, unelenco con descrizione di rocce, minerali e cristalli rinvenuti nella zona delle Terme di Porretta (vedi Illustraz. delle Terme di Porretta..., Bologna 1867, pp. 171-179).
Dopo uno studio sulla estensione della superficie respirante degli alberi (1868), il B. pubblicò in Mem. dell'Acc. delle Sc. dell'Ist. di Bologna, s. 2, IX (1869), pp. 125-146, la memoria Comparazione dell'organofossorio della Talpa e della Grillotalpa, nella quale confrontò il mammifero e l'insetto sia nel modo di vivere entro il terreno sia nella forma dell'arto anteriore adatto allo scavo.
Il 1869 segna un mutamento negli interessi del B.; le sue ricerche infatti si volsero alla considerazione di un problema allora molto discusso da geologi e naturalisti: la realtà dell'epoca glaciale e le cause che la determinarono.
In una serie di comunicazioni tenute all'Accademia delle Scienze di Bologna tra il 1869 e il 1875 egli sostenne che il livello del Mar Mediterraneo, durante l'epoca glaciale, era molto più alto di quello attuale, sia per il grande apporto d'acqua dei fiumi europei, sia per la chiusura dello stretto di Gibilterra, e l'angustia degli "altri stretti", per cui l'acque avevano un limitato sbocco negli oceani. Queste ragioni avrebbero causato l'invasione del Sahara da parte delle acque mediterranee sicché profondamente diverse da quelle attuali erano le condizioni climatiche dell'Europa che egli paragonò a quelle odierne della Nuova Zelanda (Sul clima d'Europa all'epoca glaciale, in Mem. d. Acc. d. Scienze d. Ist. di Bologna, s. 3, II[1872], pp. 355-380). La grande evaporazione di questo più ampio Mediterraneo alimentò secondo il B. i ghiacciai europei fino al momento della separazione della Spagna dall'Africa con l'apertura dello stretto di Gibilterra. L'acqua defluì nell'oceano Atlantico, abbandonando il Sahara che lentamente si prosciugò; da esso partirono quindi i venti caldi che sciolsero i ghiacciai, ormai poco alimentati: terminò così l'epoca glaciale.
Negli ultimi anni della sua breve vita il B. compì esperienze sulla variazione del livello dell'acqua dei pozzi in conseguenza della pressione atmosferica e iniziò una personale raccolta di testimonianze geologiche di antichi depositi marini dai terreni pliocenici dei dintorni di Bologna, mettendoli in relazione non al sollevamento tettonico dell'Italia alla fine dell'era terziaria, bensì al più alto livello del Mar Mediterraneo, sostenuto nelle sue pubblicazioni precedenti.
Il B. morì a Calcara, frazione di Crespellano, il 21luglio 1875, a causa di una febbre "perniciosa"; stava allora compiendo ricerche insieme con il padre intorno alle proprietà del ghiaccio.
Tra i suoi studi appaiono più importanti quelli condotti sugli insetti tra il 1866e il 1869: in essi appare un più preciso impegno sistematico e una vocazione alle ricerche naturalistiche ereditate dal padre. Non altrettanto felici furono quelli compiuti nel più impegnativo campo della geologia e climatologia, mentre rimane tuttavia suo merito l'aver intrapreso ricerche nel campo dei fenomeni paleoclimatici e geologici, che così grande sviluppo hanno avuto in seguito negli studi condotti sull'era quaternaria.
Oltre a quelle citate, sono opere del B.: Sul Rhyncoprion columbae Hermann o Argas reflexus Latr., in Mem. d. Acc. d. Scienze d. Ist. di Bologna, s. 2, VII (1867), pp. 107-112; Alcune ricerche intorno alla estensione della superficie respirante dei vegetabili,ibid., s. 2, VIII (1868), pp. 163-174; Il Sahara e gli antichi ghiacciai,ibid., s. 2, IX (1869), pp. 581-609; Il Mar Mediterraneo e l'Epoca glaciale,ibid., s. 2, X (1870), pp. 595-646; Di una antica comunicaz. tra il Mediterraneo e l'Atlantico nel Golfo di Guascogna,ibid., s. 3, IV (1873), pp. 13-27; Variaz. del livello dell'acqua dei pozzi per la press. atmosferica,ibid., s. 3, V (1874), pp. 255-267; Prove della contemporaneità dell'Epoca glaciale col periodo Pliocenico a Balerna e a Monte Mario sul Reno,ibid., s. 3, VI (1875), pp. 175-187.
Bibl.: Per le notizie biografiche sul B. vedi in Bibl. dell'Archiginn. di Bologna l'opuscolo anonimo (ma di R. Bonora) segnato 5. Biogr. ed elogi, Caps. 13, n. 29; necrologio, in Opuscoli religiosi,letterari e morali, s. 3, XII (1875), pp. 278-280.