CAPPELLI, Giovanni Antonio
Nacque a Brescia nel 1664. Già nel 1704 l'Orlandi scriveva che "dalle lettere passò al disegno e al colorito nella Scuola di Pompeo Ghitti, in Bologna nell'Accademia di Lorenzo Pasinelli e in Roma in quella di Bacciccia". Sbaglia quindi il Carboni, ponendo il viaggio a Roma dopo la morte del Ghitti (1704). Del resto è documentata l'attività indipendente del C., a Brescia, fin dal 1703, data degli affreschi del chiostrino di S.Clemente (Miracoli di santi e sante dell'Ordine domenicano con ritratti dei papi, cardinali, vescovi, dottori dell'Ordine). Nel 1713 affresca Fatti,miracoli e martirii di santi francescani nel primo chiostro di S.Giuseppe; nel 1715 completa gli affreschi del chiostro del Carmine iniziati dal Ghitti ed interrotti per la sua morte (Santi e sante dell'Ordine carmelitano, oggi frammentari). Fra questi due estremi si colloca l'esperienza emiliano-romana ed il distacco appare evidente osservando gli affreschi.
Attraverso i soggiorni extrabresciani il C. giunge ad una maniera facile e scenografica che sciorinerà in grandi composizioni teatrali, con sfondi architettonici che richiamano Pietro Testa (di cui è supponibile possedesse incisioni) e con personaggi spesso truculenti e ancora secenteschi: esse sembrano proporsi, con scarso successo, di risolvere in maggiore libertà le macchine decorative della corrente quadraturistica facente capo a Sandrini ed a Sorinese.
Della sua opera assai feconda e rivolta soprattutto all'affresco, molto è andato perduto: nelle chiese cittadine di S. Giuseppe, S. Francesco, S. Clemente, duomo nuovo, S. Alessandro, SS. Giacomo e Filippo, oratorio di S. Maria Elisabetta, ecc. e nell'appartamento del capitanio nel Broletto (Allegorie). Numerosi dipinti sono tuttora conservati nella chiesa di S. Giuseppe (Vergine incoronata con i ss. Giuseppe,Rocco,Francesco,Chiara; Fuga in Egitto; Visitazione; Annunciazione; Morte di S. Giuseppe; Quattordici stazioni della Via Crucis; gli affreschi del 1713 già ricordati), in S. Francesco (Adorazione dei Magi), nella chiesa dei SS. Faustino e Giovita (S.Benedetto in gloria affrescato nella volta della scala maggiore), in S. Agata (S.Pietro visita s. Agata in carcere), infine al Carmine, che raccoglie una cospicua testimonianza della sua pittura ad affresco (seconda cappella a destra: affreschi nella volta e nelle lunette con Fatti della vita di s. Eligio, 1724; quinta cappella a destra: affreschi nella volta, nelle lunette e nei pennacchi con Fatti della vita di s. Alberto; sesta cappella a destra: affreschi nella volta e nelle lunette con Fatti della vita di s. Angelo martire; i già ricordati affreschi nel chiostro).
Per quanto riguarda le opere nel territorio bresciano, si possono ricordare quelle ancor oggi conservate di Bienno (chiesa dei SS. Faustino e Giovita: medaglie entro prospettive con figure ed ornamentazioni varie dipinte ed affrescate nella navata e nelle cappellette laterali), di Cedegolo (S. Gerolamo: Storie dei padri domenicani entro medaglie con quadrature architettoniche e prospettiche nella volta e nelle pareti), di Salò (chiesa delle salesiane: pala d'altare raffigurante la Visitazione; la SS.Trinità e Gloria di s. Francesco di Sales, affrescate nel presbiterio e nella navata entro medaglie).
Il C. morì a Brescia nel 1741.
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