• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

CAPPELLI, Giovanni Antonio

di Bruno Passamani - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 18 (1975)
  • Condividi

CAPPELLI, Giovanni Antonio

Bruno Passamani

Nacque a Brescia nel 1664. Già nel 1704 l'Orlandi scriveva che "dalle lettere passò al disegno e al colorito nella Scuola di Pompeo Ghitti, in Bologna nell'Accademia di Lorenzo Pasinelli e in Roma in quella di Bacciccia". Sbaglia quindi il Carboni, ponendo il viaggio a Roma dopo la morte del Ghitti (1704). Del resto è documentata l'attività indipendente del C., a Brescia, fin dal 1703, data degli affreschi del chiostrino di S.Clemente (Miracoli di santi e sante dell'Ordine domenicano con ritratti dei papi, cardinali, vescovi, dottori dell'Ordine). Nel 1713 affresca Fatti,miracoli e martirii di santi francescani nel primo chiostro di S.Giuseppe; nel 1715 completa gli affreschi del chiostro del Carmine iniziati dal Ghitti ed interrotti per la sua morte (Santi e sante dell'Ordine carmelitano, oggi frammentari). Fra questi due estremi si colloca l'esperienza emiliano-romana ed il distacco appare evidente osservando gli affreschi.

Attraverso i soggiorni extrabresciani il C. giunge ad una maniera facile e scenografica che sciorinerà in grandi composizioni teatrali, con sfondi architettonici che richiamano Pietro Testa (di cui è supponibile possedesse incisioni) e con personaggi spesso truculenti e ancora secenteschi: esse sembrano proporsi, con scarso successo, di risolvere in maggiore libertà le macchine decorative della corrente quadraturistica facente capo a Sandrini ed a Sorinese.

Della sua opera assai feconda e rivolta soprattutto all'affresco, molto è andato perduto: nelle chiese cittadine di S. Giuseppe, S. Francesco, S. Clemente, duomo nuovo, S. Alessandro, SS. Giacomo e Filippo, oratorio di S. Maria Elisabetta, ecc. e nell'appartamento del capitanio nel Broletto (Allegorie). Numerosi dipinti sono tuttora conservati nella chiesa di S. Giuseppe (Vergine incoronata con i ss. Giuseppe,Rocco,Francesco,Chiara; Fuga in Egitto; Visitazione; Annunciazione; Morte di S. Giuseppe; Quattordici stazioni della Via Crucis; gli affreschi del 1713 già ricordati), in S. Francesco (Adorazione dei Magi), nella chiesa dei SS. Faustino e Giovita (S.Benedetto in gloria affrescato nella volta della scala maggiore), in S. Agata (S.Pietro visita s. Agata in carcere), infine al Carmine, che raccoglie una cospicua testimonianza della sua pittura ad affresco (seconda cappella a destra: affreschi nella volta e nelle lunette con Fatti della vita di s. Eligio, 1724; quinta cappella a destra: affreschi nella volta, nelle lunette e nei pennacchi con Fatti della vita di s. Alberto; sesta cappella a destra: affreschi nella volta e nelle lunette con Fatti della vita di s. Angelo martire; i già ricordati affreschi nel chiostro).

Per quanto riguarda le opere nel territorio bresciano, si possono ricordare quelle ancor oggi conservate di Bienno (chiesa dei SS. Faustino e Giovita: medaglie entro prospettive con figure ed ornamentazioni varie dipinte ed affrescate nella navata e nelle cappellette laterali), di Cedegolo (S. Gerolamo: Storie dei padri domenicani entro medaglie con quadrature architettoniche e prospettiche nella volta e nelle pareti), di Salò (chiesa delle salesiane: pala d'altare raffigurante la Visitazione; la SS.Trinità e Gloria di s. Francesco di Sales, affrescate nel presbiterio e nella navata entro medaglie).

Il C. morì a Brescia nel 1741.

Fonti e Bibl.: Brescia, Bibl. Queriniana, ms. K. V. 4 m. 1: Notizie di pittori scultori,architetti del corr. secolo, 1779, cc. 4v-5r; P. A. Orlandi, Abecedario pittor., Bologna 1704, pp. 203 s.; G. B. Carboni, Le pitture e sculture di Brescia esposte al pubblico, Brescia 1760, pp. 11, 20, 22 s., 30, 32, 34 s., 70 s., 78, 118, 130 s.; M. Oretti, Pitture della città di Brescia e del suo territ. [1775], a cura di C. Boselli, in Comment. dell'Ateneo di Brescia, CLVI (1957) p. 160; F. Maccarinelli, Le glorie di Brescia [1747-1751], a cura di C. Boselli, Brescia 1959, pp. 10, 36 s., 52, 73, 75 s., 137, 143, 144, 147, 150, 155, 158, 162; Delle pitture di Brescia - 1791 - (Ms. Queriniano L II 21 mis. 2), a cura di C. Boselli, in Commentari dell'Ateneo di Brescia, CLVIII (1959) pp. 99, 101; G. B. Carboni, Not. istor. delli pittori,scultori ed architetti bresciani [1776], a cura di C. Boselli, Brescia 1962, pp. 17, 24, 43; F. Nicoli Cristiani, Vita e pitture di Lattanzio Gambara, Brescia 1807, p. 143;L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, Bassano 1818, III, p. 247; P. Brognoli, Nuova guida per la città di Brescia, Brescia 1826, pp. 139, 186, 187, 194, 196; A. Sala, Pitture e altri oggetti di Belle Arti in Brescia, Brescia 1834, pp. 94, 103, 1049 107; P. Perancini, Breve illustr. dei più rimarchevoli oggetti d'arte esistenti e nella città di Salò, Salò1871, p. 24; S. Fenaroli, Diz. degli artisti bresciani, Brescia 1877, p. 91; F. Micheletti, Al Garda!, Brescia 1903, p. 81; E. Canevali, Elenco degli edifici monumentali,opere d'arte,monumenti storici ecc. della Val Camonica, Milano 1912, pp. 51, 181; F. Capretti, La chiesa di San Giuseppe in Brescia e il suo triduo dei defunti, in Brescia sacra, XII(1921); L. Fè d'Ostiani, Storia,tradizione ed arte per le vie di Brescia, Brescia 1927, pp. 368, 396, 402, 404; G. Rebaioli, Un trionfo di Cesare del C. a Bienno, in L'Arengo (Brescia), 4 gennaio 1935; E. Calabi, La pittura a Brescia nel Seicento e Settecento (catalogo), Brescia 1935, pp. 16 s.; Catalogo delle cose d'arte e di antich. d'Italia, A.Morassi, Brescia, Roma 1939, ad Indicem (conbibl.; rec. di C. Boselli, in Commentari dell'Ateneo di Brescia, 1942-1945, pp. 16, 85); B. Passamani, La pittura dei secc. XVII e XVIII, in Storia di Brescia, III, Milano 1963. pp. 632 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 551.

Vedi anche
affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). martire Nel cristianesimo primitivo, appellativo (gr. μάρτυς, «testimone») in un primo tempo degli apostoli, in quanto testimoni qualificati della vita e della resurrezione di Cristo; successivamente di coloro che attestavano la verità del cristianesimo, dando prova, in circostanze pericolose, di fede incrollabile; ... santo Secondo l’accezione originaria, ciò che è inviolabile in quanto protetto da una sanzione: gli ambasciatori, i tribuni della plebe, le mura, le porte; quindi, in genere, tutto ciò che, consacrato da una legge morale o religiosa, è per ciò stesso inviolabile, o ciò che, per comune consenso degli uomini, ... arte In senso lato, ogni capacità di agire o di produrre, basata su un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche, quindi anche l’insieme delle regole e dei procedimenti per svolgere un’attività umana in vista di determinati risultati.  ● Il concetto di arte come tèchne, complesso ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Arti visive
Vocabolario
sant’Antònio
sant'Antonio sant’Antònio. – Nome di alcuni santi, di cui noti soprattutto sant’Antonio da Padova (c. 1195-1231) e sant’Antonio abate (morto vecchissimo, a circa 105 anni, nel 356), che fa parte di alcune locuz. del linguaggio com.: con...
fióri di sant’Antònio
fiori di sant'Antonio fióri di sant’Antònio locuz. usata come s. m. pl. – Suffrutice della famiglia crocifere (Iberis semperflorens), con fiori candidi; originario del Mediterraneo, si coltiva nei giardini, e fiorisce da ottobre ad aprile....
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali