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GIOVANNI ANTONIO da Montecuccolo

di Dario Busolini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 56 (2001)
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GIOVANNI ANTONIO da Montecuccolo

Dario Busolini

Nacque a Montecuccolo nel Modenese (oggi comune di Pavullo nel Frignano), il 13 ott. 1621, figlio di Cesare Cavazzi - qualificato come "marzadro" del conte Massimiliano Montecuccoli nella fede di battesimo - e di Guglielmina, che gli dettero il nome di Galeotto.

Avviato alla vita religiosa, il 5 luglio 1639 entrò nel noviziato cappuccino di Cesena, dove prese i voti un anno dopo, con l'intento di diventare missionario. Ordinato sacerdote, non ottenne la qualifica di predicatore perché i suoi studi furono considerati insufficienti e giudicato dai superiori un soggetto di "buona volontà" ma di "pochissima intelligenza". L'opinione fu condivisa dalla congregazione di Propaganda Fide quando respinse, nel 1649, la sua domanda come missionario in Congo. Solo nel 1653, a seguito della crescente richiesta di religiosi proveniente da quella missione, G. fu riconosciuto idoneo dal provinciale di Bologna.

Partito per l'Africa nel 1654, arrivò a Luanda l'11 novembre, su una nave genovese, destinato alla nuova missione di Matamba. Fino al suo rimpatrio, il 13 sett. 1667, G. visitò diverse altre località dell'Angola (Massangano, Cambambe, Maupungu, Ambaca, ecc.), fece da cappellano nella spedizione portoghese nel Libolo (1659) e una volta si spinse nel territorio congolese (a Soio, nel 1666), tra difficoltà di ogni genere. Seppe inoltre conquistarsi la fiducia della regina del Matamba, Nzinga, che assisté fino alla morte, il 17 dic. 1663. Partito dall'Africa malato, sostò un anno in Brasile in attesa di navi per l'Europa e approdò a Lisbona solo nel dicembre 1668; da qui andò a Roma, portando con sé parte della cronaca della missione che aveva iniziato a scrivere in Africa, nel 1655. Lo scritto piacque a Propaganda Fide, che invitò G. a trasformarlo in un'opera completa, cui egli consacrò i tre anni del suo soggiorno in Italia. Al termine di tale periodo, la congregazione, pur lodando la stesura finale del libro, non volle assumere l'onere della stampa, inviando invece G. nuovamente in Africa, il 30 maggio 1672, questa volta con il grado di prefetto della missione. G. cessò quindi di occuparsi del manoscritto e partì da Lisbona il 16 luglio 1673, con una nave che fece naufragio sulle coste del Benguela. Scampato alla morte con pochi superstiti, arrivò a Luanda il 10 dicembre, ma le sue già compromesse condizioni fisiche si aggravarono rapidamente e ne ostacolarono l'azione di governo, tesa a rappacificare i casi di attrito tra missionari e locali, sollecitare l'invio di nuovi religiosi e difendersi dall'accusa di essere inadatto al ruolo di prefetto.

Quest'ultima critica era stata sollevata per invidia da alcuni missionari cappuccini predicatori, che reputavano necessario il loro titolo di studio per dirigere la missione. Agli occhi di Propaganda Fide, che aveva sottomano gli scritti di G., queste accuse apparivano infondate, ma convinsero la congregazione a rimuoverlo perché non godeva la stima dei suoi religiosi. Nel maggio 1676 fu quindi nominato Paolo Francesco da Porto Maurizio.

G. lasciò definitivamente l'Africa nel 1677. Dopo avere consumato le ultime forze nella redazione delle biografie dei cappuccini morti nel Congo, si spense sulla via del ritorno in patria, a Genova, il 18 luglio 1678.

Opere. La Istorica descrizione de' tre regni Congo, Matamba et Angola… e delle missioni apostoliche esercitatevi da religiosi cappuccini (Bologna 1687) è il risultato della sintesi dei tre manoscritti originali di G. (i cosiddetti Manoscritti Araldi, dal nome della famiglia modenese che ne è proprietaria, tuttora editi solo nella parte iconografica) e di altro materiale andato perduto, con la revisione stilistica di F. Alamandini. L'opera di revisione e di sintesi fu imposta da Propaganda Fide a causa delle troppe concessioni al fantastico e al miracolistico (un lungo procedimento che determinò l'uscita postuma del volume). Resta, nonostante ciò, la più valida fra le testimonianze storiche della missio antiqua lasciate dai cappuccini, preziosa per le molte notizie raccolte sul posto dalla tradizione orale degli Africani sulle vicende e gli usi delle popolazioni congolesi e angolane, integrate con ricerche documentarie a Luanda, presso l'Ordine e presso Propaganda Fide. Il volume ha avuto altre tre edizioni italiane (Milano 1690, Parma 1691, Tivoli 1931, quest'ultima poco fedele), due traduzioni in tedesco (München 1694 e l'edizione ridotta, a cura di P.H. Külb, in Die Reisen der Missionäre, IV, Regensburg 1863), una in francese (Paris 1932) e in portoghese, la più valida scientificamente (João António Cavazzi de Montecuccolo, Descrição historica…, a cura di Graciano Maria de Leguzzano [al secolo G. Saccardo], Lisboa 1965).

Le 75 biografie raccolte nelle Vite dei frati minori cappuccini… morti nelle missioni d'Etiopia dall'anno 1645 sino all'anno 1677 (il manoscritto, conservato nella Biblioteca di Evora, è stato pubblicato da C. Toso, Il Congo, cimitero dei cappuccini…, 1992) riflettono la fretta con cui furono composte e l'impossibilità di G., alla vigilia della morte, di fare ricerche d'archivio, ma contengono notizie affidabili sul primo trentennio della missione cappuccina nel Congo e sugli uomini che vi lavorarono.

Fonti e Bibl.: J. Cuvelier, Notes sur Cavazzi, in Zaïre, III (1949), 2, pp. 175-184; F. Leite de Faria, Introdução bibliogràfica, in João António Cavazzi de Montecuccolo, Descrição historica…, cit., I, Lisboa 1965, pp. XI-LVIII; G. Pistoni, I manoscritti "Araldi" e di p. G. Cavazzi da Montecuccolo, in Atti e mem. dell'Accademia naz. di scienze, lettere ed arti di Modena, s. 6, XI (1969), pp. 152-165; T. Filesi - I. De Villapadierna, La "Missio antiqua" dei cappuccini nel Congo (1645-1835). Studio preliminare e guida delle fonti, VI, Roma 1978, ad ind.; M. Schenetti, Nei regni del Congo. La vita e l'opera di p. G. Cavazzi da Montecuccolo, Bologna 1978; G. Saccardo, Congo e Angola, con la storia dell'antica missione dei cappuccini, a cura di E. da Cavaso, Venezia-Mestre 1982-83, ad ind.; E. Bassani, Un cappuccino nell'Africa nera del Seicento. I disegni dei "Manoscritti Araldi" del p. G. Cavazzi da Montecuccolo, Milano 1987; Il Congo, cimitero dei cappuccininell'inedito di p. Cavazzi, sec. 17, a cura di C. Toso, Roma 1992; C. Toso, Il contributo dei religiosi italiani al pacifico sviluppo dell'antico Congo (sec. XVII-XVIII), in Africa, XLVII (1992), 2, pp. 184-220.

Vedi anche
cappuccini Frati dell’ultima delle tre famiglie autonome del primo ordine di s. Francesco d’Assisi (➔ frati minori).  ● Le monache cappuccini, istituite a Napoli dalla venerabile Maria Lorenza Longo (1538), osservano stretta clausura con la prima regola di s. Chiara. religioso Nel diritto canonico precedente al Concilio Vaticano II, membro di una società riconosciuta dall’autorità ecclesiastica, legato dai voti pubblici di povertà, umiltà, obbedienza, secondo le norme della società stessa. conte Titolo nobiliare che nella gerarchia araldica segue quello di marchese. ● A Roma, nell’età repubblicana, il conte (comes) assisteva e consigliava i magistrati preposti al governo delle province. Con Costantino il termine indicò una serie di pubblici funzionari: alcuni dirigevano importanti uffici centrali ... santo Francésco d'Assisi Francésco d'Assisi, santo. - Fondatore dei frati minori (Assisi ca. 1182 - ivi 1226). È uno dei santi più venerati della cristianità: voleva ripercorrere la vita povera di Cristo e degli apostoli e, come loro, mettere in pratica il Vangelo amando il prossimo. Vita. Fondatore dei frati minori, delle clarisse ...
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sant’Antònio
sant'Antonio sant’Antònio. – Nome di alcuni santi, di cui noti soprattutto sant’Antonio da Padova (c. 1195-1231) e sant’Antonio abate (morto vecchissimo, a circa 105 anni, nel 356), che fa parte di alcune locuz. del linguaggio com.: con...
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