RAYNERI, Giovanni Antonio
Pedagogista, nato a Carmagnola il 2 marzo 1810. Insegnò filosofia nel collegio di Carmagnola dal 1831 al 1846, avendovi allievi G. M. Bertini e D. Berti. Allievo del corso tenuto a Torino nel 1844 da F. Aporti, nel 1846 fu a Saluzzo, nel 1847 a Genova (con Vincenzo Troya) a dirigervi scuole di metodo. Nel 1847 succedeva a Casimiro Danna - di cui era stato coadiutore - nella cattedra di metodo generale nell'università di Torino. Nel gennaio 1849 promoveva la Società d'istruzione e d'educazione, ch'ebbe presidente V. Gioberti e, col R. vicepresidente attivissimo, accolse C. Boncompagni, G. M. Bertini, D. Berti, V. Troya, D. Carutti, D. Capellina, ecc. Alla legge Boncompagni sulla pubblica istruzione aveva collaborato nel 1848. Membro del consiglio superiore della pubblica istruzione dal 1857, collaboratore del ministro Berti a Firenze nel 1866, morì a Torino il 4 giugno 1867.
Frutto della sua esperienza e del suo insegnamento di metodo furono i Primi principi di metodica (Torino 1850), nei quali è chiara l'influenza del Rosmini, da lui conosciuto a Stresa nel 1845, accentuatasi poi nella 4ª edizione (1854): dal Rosmini infatti ripeteva egli il procedimento che va dalla sintesi primitiva, confusa, all'analisi, e da questa alla sintesi riflessa, come poi il Lambruschini nei dialoghi Dell'istruzione. Opera di maggior lena è quella Della pedagogica, in 5 libri, cominciata a stampare (Torino) nel 1859, ma rimasta incompiuta a metà del 4° libro, e completata da G. Allievo, suo scolaro, sugli appunti di mano del R. (traduzione ted. di A. Keel e K. A. Kopp: G. A. R., Pädagogik in V Büchern, con introd. di G. B. Gerini, Friburgo in B. 1909). L'indirizzo che vi si segue è rosminiano, ma costante è l'interesse allo studio psicologico dell'educando. Né manca l'influsso giobertiano, propriamente nella difesa dell'educazione pubblica, dell'ingerenza diretta dello stato in tutte le scuole (d'accordo del resto con l'Aporti). Vi si parte dal problema fondamentale della conciliazione di libertà e autorità e vi si svolge soprattutto la legge della convenienza, conciliata con quella rosminiana della gradazione. Ma merito principale dell'opera è avere dato all'Italia una prima trattazione sistematica del problema educativo in tutti i suoi aspetti, con sussidio di larga informazione e di equilibrato giudizio.
Scritti minori del R.: Dell'origine e dello scopo delle scuole di metodo (Saluzzo 1846); Della unità della scienza, Prolusione (Torino 1856); Lezioni di nomenclatura geometrica (ivi 1851-58); Saggio di catechetica (ivi 1856; premesso anche alla trad. delle Prime nozioni di religione di G. Girard, ivi 1856); Del giuoco (in L'istitutore, XI, 1864).
Bibl.: Introd. di G. Vidari alla nuova ed. dei Primi princ. di met. (la 12ª, dopo quella del 1881), Torino 1922; G. Lanza, Introd. al vol. della Pedagogica, Torino 1877; G. Allievo, La ped. it. antica e contemp., Torino 1901, pp. 108 segg.; 147 segg.; G. Mantellino, La scuola primaria e secondaria in Piemonte e particolarmente in Carmagnola dal sec. XIV alla fine del sec. XIX, Carmagnola 1909; G. B. Gerini, Gli scrittori ped. it. del sec. XIX, Torino 1910, pp. 658-716; E. Formiggini Santamaria, La pedagogia italiana nella 2ª metà del sec. XIX, Roma 1920, pp. 191-236; G. Vidari, L'educazione in Italia dall'Umanesimo al Risorgimento, Roma 1930, pp. 333-339.