ARASCIONE, Giovanni
Sacerdote, musicista, nato a Cairo (attualmente Cairo Montenotte, Savona), il 18 ott. 1546. Questa data, sfuggita al Fétis, all'Eitner e ad altri musicologi, è sicura. Essa si trova espressamente indicata dall'A. in uno dei sonetti di carattere biografico che figurano nell'introduzione della sua opera Nuove laudi ariose della Beatissima Vergine scelte da diversi Autori a quattro voci (in Roma, per Niccolò Mutij, 1600), dalle cui pagine introduttive si apprendono anche le poche notizie pervenute sulla sua persona. Conterraneo e contemporaneo di G. G. Ancina, è assai probabile che l'A. abbia con lui compiuto gli studi nella vicina città di Mondovì, stringendo quell'amicizia di cui si ha più tardi testimonianza.
A Roma e a Napoli l'A. fu in relazione con i migliori musicisti del tempo. L'Oratorio e la Congregazione filippina erano allora nel maggiore splendore, ma l'A. non vi appartenne mai, dichiarandosi sempre "prete secolare". Concreta testimonianza della sua attività musicale è la raccolta delle Nuove laudi ariose (di cui esistono due soli esemplari: uno presso la Biblioteca Vallicelliana in Roma, l'altro presso la Biblioteca G. B. Martini in Bologna), da lui compilata in collaborazione con l'Ancina. Questi non esitò a denominare l'opera "seconda parte" del suo Tempio Armonico, precisando che alcune delle poesie ivi contenute già erano state da lui "composte et elaborate" due anni prima (1598), mentre si trovava in periodo di riposo presso l'abbazia di S. Angelo. Forse anche l'A. è autore del testo poetico di qualche lauda. Le settanta composizioni musicali, di cui consta l'intera antologia, sono dei musicisti dell'epoca, alcuni dei quali famosi. Tra di essi non compare mai il nome dell'A.; né alcun documento è pervenuto circa la sua attività di compositore. Sebbene l'A. non sia appartenuto alla Congregazione filippina, tuttavia è da considerarsi musicalmente nell'orbita di essa. Le sue "laudi ariose" (così denominate per la tendenza alla chiara vocalità del nuovo stile monodico) concludono il periodo aureo della letteratura laudistica cinquecentesca.
Nel 1589 una gravissima malattia colse l'A. a Napoli, ma da essa fu insperatamente sanato. Si ignorano l'anno e il luogo della sua morte.
Bibl.: P. Damilano, G. Ancina musicista filippino (1545-1604), Firenze 1956, p. 89 ss.; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, pp. 349-350; F. J. Fétis, Biogr. univer. des musiciens, I, Paris 1860, p. 125; R. Eitner, Quellen Lex. der Musiker, I, pp. 183-184; Diz. Ricordi della musica e dei music., Milano 1959, p. 52.