ARRIVABENE, Giovanni
Patriota e uomo politico, nato a Mantova il 21 giugno 1787, morto ivi l'11 gennaio 1881. Durante il dominio napoleonico in Italia, la sua famiglia, nobile e ricca di censo, dovette esulare, perché sospetta di esser ligia all'Austria, ed ebbe confiscati i beni. Tornato in Lombardia prima del 1814, il giovine A. vide tuttavia con dolore tramontare l'astro napoleonico, e durante i primi anni della rinnovata dominazione austriaca fu sospettato di aspirazioni liberali, per aver fondato a sue spese, nel suo possesso della Zaita, presso Mantova, una scuola di "mutuo insegnamento", frequentata da duecento fanciulli, che egli visitava sovente, e che infine il governo austriaco soppresse. Nel settembre del 1820 alla Zaita l'A. ebbe col Pellico e col Porro, da lui conosciuti a Milano, un colloquio, in cui fu trattato della Carboneria. Nel febbraio dell'anno successivo il Pellico fu arrestato a Milano, dove poco dopo, invitato dal Confalonieri, si condusse l'A., il quale, tornato a Mantova, ebbe in casa sua una minuta perquisizione da parte della polizia austriaca (maggio 1821) e fu tratto in carcere a Venezia. Seppe abilmente difendersi dall'accusa di appartenere alla Carboneria e il 21 dicembre fu messo in libertà. A ogni modo, egli non si sentiva sicuro in patria, specialmente dopo l'arresto del Confalonieri. Si rifugiò quindi in Svizzera, poi a Parigi, dove apprese (10 agosto 1822) che su di lui gravava l'accusa di alto tradimento. Andato a Londra, ebbe notizia che con sentenza del 21 gennaio 1824 era stato condannato a morte e alla confisca dei beni. Visse alcun tempo in Inghilterra, dove pubblicò uno studio sulla Beneficenza della città di Londra, quindi nel Belgio, ospite della famiglia Arconati, e a Parigi. Nel 1838 ottenne la revoca del sequestro dei suoi beni, e sebbene gli fosse stato permesso il ritorno in patria, non vi si fermò stabilmente, facendo invece brevi apparizioni a Mantova e in Piemonte. Nel 1848 accorse in Lombardia, ma riprese la via dell'esilio dopo i rovesci di quell'anno. Visse nel Belgio fino al 1859, nel quale anno si fissò stabilmente in Italia. Il 29 febbraio fu nominato senatore del regno. Mentr'era nel Belgio, l'A. s'adoprò validamente in opere di beneficenza e pubblicò scritti di statistica e di economia. Nel 1861 pubblicò a Torino un primo volume, intitolato Intorno a un'epoca della mia vita (1795-1859), che fu tradotto in francese e in tedesco. Ne aveva preparato un secondo, per gli anni posteriori, che fu stampato dopo la sua morte dal nipote G. B. Intra a Firenze (1884), insieme con la ristampa del primo.