BALBANI, Giovanni
Figlio di Bonaccorso e di Caterina Carincioni, nacque a Bruges il 15 apr. 1498. Passò la prima giovinezza nelle Fiandre, dove il padre dirigeva una ditta commerciale; dopo la morte di lui, si trasferì per qualche tempo a Lucca assieme ai fratelli Gregorio e Gabriello. Tornò a Bruges nel 1514, all'età di 16 anni, per servire nella compagnia di Agostino Balbani e Stefano Burlamacchi. Iniziato alla pratica della mercanzia sotto la guida di Agostino Balbani, dopo alcuni anni poté prendere le redini dell'impresa che diresse assieme a Stefano Burlamacchi fino al 1525 o 1526. Fu probabilmente sotto la direzione del B. che venne realizzato il trasferimento definitivo della casa commerciale da Bruges ad Anversa, già iniziato da Agostino Balbani. L'azienda di Anversa costituì tra il 1514 e il 1525 una succursale dell'impresa di Michele Burlamacchi e di Francesco e Agostino Balbani di Lucca e fu in corrispondenza con l'altra succursale che la compagnia aveva a Lione sotto il nome di "Michele Burlamacchi, Francesco e Agostino Balbani e C.". Avvenuta a Lucca la scissione dei Balbani dai Burlamacchi nel 1524, poco tempo dopo anche la succursale di Anversa fu riformata. Il B., separatosi dai figli di Michele Burlamacchi, fóndò una azienda che funse da corrispondente della nuova bottega d'arte serica di Francesco e Agostino Balbani di Lucca. Dal 1525 il B. ebbe al proprio fianco un nuovo collaboratore nella persona del figlio di Fancesco Balbani, Giovanni. Nel gennaio del 1526 il B. sposò ad Anversa la neerlandese Margherita, figlia di Giorgio de Zwarte (o Van der Don), e fissò in quella città la dimora della propria famiglia. Nel novembre 1529 trascorse un breve soggiorno a Lucca assieme al fratello Gabriello per concludere una nuova associazione commerciale per Anversa. La nuova compagnia, di cui erano soci anche Bernardino Cenami e Giovanni Bernardini, prese i nomi di "Bernardino Cenami e Giovanni Balbani e C.". Il 6 dicembre dello stesso anno il B. ripartiva per Anversa, conducendo seco il fratello Gregorio, che morì precocemente di lì a poco nelle Fiandre. Il B. divenne da questo momento una delle figure più notevoli del mondo commerciale di Anversa, associato di volta in volta coi Cenami, coi Guinigi, coi Diotati e con gli Affaitati di Cremona. Oltre al commercio della seta, egli fu interessato alle assicurazioni marittime, all'importazione ed alla raffineria dello zucchero.
È, talvolta difficile distinguere l'attività del B. da quella dell'omonimo cugino Giovanni di Francesco Balbani durante il periodo 1530-1537 in cui entrambi erano ad Anversa. Dopo il 1537, col ritorno a Lucca di Giovanni di Francesco, i rischi di confusione diminuiscono, anche se quest'ultimo diede più volte il proprio nome, sempre unito però a quelli dei fratelli, alla succursale fiamminga dell'azienda di Francesco Balbani e figli.
Non si sa quanto sia durata l'associazione del B. con Bernardino Cenami. Nel 1531 parteciparono all'assicurazione della nave "Der Swan", per il viaggio da Lubecca ad Arnemuyen. All'ammontare globale dell'assicurazione, che fu di 1883 lire di Fiandra, la compagnia contribuì nella proporzione di 100 lire di Fiandra.
Nel 1538 il B. era in relazione con gli Affaitati di Anversa, che lo menzionarono in quell'anno nella loro contabilità.
Se le tracce dell'attività del B. nel decennio 1530-40 sono estremamente scarse, esse si moltiplicano invece a partire dal 1541. Il B. si unì in quest'anno ai principali mercanti di Anversa - tra i quali era il fattore della nazione portoghese - per firmare una dichiarazione di protesta contro l'ordinanza imperiale che obbligava ad effettuare i pagamenti per tre quarti in oro. I mercanti sostennero l'impossibilità da parte loro di conformarsi ad un tale decreto, per il fatto che generalmente essi non avevano in cassa neppure il quarto, in contanti, delle somme per le quali si impegnavano.
Un'assicurazione marittima che si può far risalire a questo stesso periodo (benché non datata) ci prova l'esistenza della ragione commerciale cantante sotto il nome di "Giovanni Balbani e C.", di cui non si sa d'altronde quali fossero gli eventuali altri soci. Si tratta dell'atto d'intimazione di disastro agli assicuratori delle navi "St. Antoine" e "La Misericorde", che viaggiavano cariche di pastello per conto di Giovan Battista e Lorenzo Guicciardini. Tra gli assicuratori invitati a versare il premio si trovava il Balbani.
Assentatosi da Anversa nel 1542 per un viaggio a Lucca, dove sottoscrisse un atto di composizione con Niccolò di Silo, Piero di Antonio Lamberti e col fratello Gabriello Balbani, il B. tornò nello stesso anno nelle Fiandre. Nel 1542 appare come socio della compagnia "Vincenzo, Baldassarre Guinigi e Giovanni Balbani e C.", che era tra i creditori del fallimento di Robert de Neufville. Essa ottenne di far vendere, a profitto della collettività dei creditori, le case che il Neufville possedeva ad Anversa nel Mercato vecchio del grano e nella via del Pellegrino presso la sede dell'antica Ansa tedesca. Nello stesso periodo il B. cominciò ad interessarsi al commercio dello zucchero in società con i Guinigi, insieme ai quali fondò nel 1545 una raffineria ad Anversa, della quale nel 1547 divenne socio anche Girolamo Diodati. In questo stesso anno fu costruita una nuova sede della raffmeria, chiamata la "Maison du Sucre" o, in fiammingo, "Suyckerhuys".
Nel 1548 il B. presenziò ad Anversa ad un lodo arbitrale tra il suo socio Girolamo Diodati ed il mercante di Anversa Pietro Taelman. Assieme al B. presenziava all'atto un certo Cursio Balbani, che alcuni studiosi hanno presentato come parente del B. e membro della famiglia lucchese, senza d'altronde poterne trovare le tracce nei documenti familiari. Si trattò invece verosimilmente della corruzione del nome genovese Balbiani, una famiglia di mercanti, alcuni membri della quale erano ad Anversa.Dopo la morte di G. Diodati, Giovan Battista Affaitati acquistò nel 1551 una partecipazione alla raffineria del Balbani, associazione questa che apportò all'impresa un impulso decisivo, poiché gli Affaitati erano specializzati nel commercio con il Portogallo e con Madera, da cui importavano zucchero grezzo e melassa.
Nel 1551 il B. fu raggiunto ad Anversa dal ventisettenne Niccolò di Timoteo Balbani. Questo proveniva da Lione, dove aveva collaborato in un primo tempo con la società di "Giovanni e Filippo Balbani e C." e in seguito con "Niccolò Montecatini e Redi di Giò. Luiso Malpigli e C." della quale suo padre era direttore. Nel 1551 aveva dovuto essere allontanato da Lione a causa della cattiva condotta degli affari e dei debiti contratti. Il B. lo accolse presso di sé ad Anversa e gli diede in moglie la figlia Susanna, con una dote di 3.000 scudi, che venne subito investita, come quota parte di N. Balbani, nella compagnia che veniva allora fondata sotto i nomi di "Redi di Giovanni Bernardini e Vincenzo Guinigi e C." di cui il B. era socio. Fu pure socio di questa azienda il figlio ventenne del B., Vincenzo (che nel 1550 aveva concluso a Lucca il contratto di matrimonio con una Guinigi, Zabetta di Francesco di Michele, o - secondo G. V. Baroni - Zabetta di Tommaso). La compagnia, nel 1554,era in relazione con la piazza di Marsiglia, dalla quale importava ad Anversa olio d'oliva.
Il 17 luglio 1555 il B. vendette a Giovan Carlo Affaitati, fratello di Giovan Battista, la propria partecipazione alla raffineria di zucchero; l'industria continuò tuttavia a portare il nome del B., e come "Balbanis Suyckerhuys" lo stabile sopravvisse ad Anversa fino al 1887 quando un incendio lo distrusse.
Nel 1559 il B. rinnovò la ragione sociale della società di Anversa, con Niccolò Balbani e il proprio figlio Vincenzo; quest'ultimo fu incaricato della direzione degli affari, poiché il B., ormai vecchio, intendeva ritirarsi a vita più tranquilla.
Nel 1562, però, la morte prematura di Vincenzo, e le gravi difficoltà determinate in tutte le imprese dei Balbani dal fallimento di Arrigo e Giovanni di Francesco Balbani a Lione costrinsero il B. a rientrare nel mondo degli affari.
Sotto i nomi di "Giovanni e Niccolò Balbani e C." l'azienda continuò ad operare ad Anversa negli anni seguenti. Il B. si era frattanto associato il figlio ventenne Cesare. Dal 1564 la ditta fu corrispondente della bottega lucchese diretta dal proprio fratello Gabriello Balbani, dai figli di Luiso Balbani e da Timoteo Balbani (quest'ultimo padre di Niccolò, socio e genero del Balbani). La compagnia anversese del B. fu anche in corrispondenza con la "Grande Boutique" di Ginevra, impresa di manifattura e commercio di drappi di seta, fondata in quegli anni da alcuni Lucchesi esuli per motivi religiosi.
Nel 1566 la compagnia fallì. Il B. morì ad Anversa nel 1577.
Dal matrimonio con Margherita de Zwarte il B. ebbe sei figli. La primogenita Caterina, nata ad Anversa nel 1530, andò sposa nel 1547 a Giovanni di Piero Arnolfini. Vincenzo (1531-1562) morì precocemente, lasciando un figlio dal nome di Giambattista, nato ad Anversa nel 1556. Susanna (1534-1600) sposò Niccolò Balbani. Anche Gregorio (1537-1546) ed Elena (1548-1557) premorirono al padre. Gli sopravvisse invece Cesare, nato ad Anversa nel 1541. Dopo il fallimento del 1566, Cesare rimase ancora in possesso di un cospicuo censo che il matrimonio con la spagnola Anna di Luis Gallo aumentò considerevolmente. Verso il 1575 pagava ad Anversa una imposta annua di 40 fiorini per essere esonerato assieme ai figli dal servizio militare. In quegli anni Cesare aveva aperto una nuova ditta di commercio ad Anversa sotto il proprio nome e quello degli eredi di Niccolò Balbani. Quando il partito calvinista prese il potere in città la ditta si trasferì a Colonia (1578). Il fallimento l'attendeva tre anni dopo (1581). Cesare ebbe molti figli: Goffredo, Giovanni Battista, Anna, Bartolomeo, Maria, Elena, Cesare, Bonaventura, Giulio. Morì tra il 1595 e il 1614. Nel 1615 il figlio Bartolomeo acquistò per conto della madre un gruppo di fabbricati chiamato "De Haseleere", che il tribunale di Anversa aveva fatto vendere all'incanto in seguito ad un duplice pignoramento a carico dei figli di Bartolomeo Lucchini. Nell'aprile 1618 Bartolomeo Balbani col fratello Giovanni e le sorelle Anna, moglie del genovese Piero Bargalá, e Maria, moglie di Giovanni Tibanti, rivendettero questa proprietà al ligure Lorenzo Maggioli, acquirente a nome del banchiere genovese Giovanni Agostino Balbi, per 16.000 fiorini. Gli eredi del B. furono gli ultimi membri della famiglia lucchese che risiedettero nei Paesi Bassi.
Fonti e Bibl.: Genève, Bibl. Publique et universitaire, Libro dei dignissimi ricordi delle nostre famiglie, raccolti da V. Burlamacchi, Cronaca della famiglia Balbani, f.9 v.; Lucca, Bibl. governativa, ms. 1103, G. V. Baroni, Notizie genealogiche delle famiglie lucchesi, Famiglia Balbani, ff.49, 50, 55; A. Hofmeister, Eine Hansische Seeversicherung aus dem Jahre 1531, in Hansiche Geschichtblätter, XV (1888), pp. 169-177; J. A. Goris, Etude sur les colonies marchandes méridionales (portugais, espagnols, italiens) à Anvers de 1488 à 1567. Contribution à l'histoire des débuts du capitalisme moderne, Louvain 1925, pp. 118, 181, 437, 617, 619, 641; M. Mazzolani, Postille sui Balbani di Lucca, in Bollett. stor. lucchese, I(1929), pp. 108 s.; J. Denucé, Inventaire des Affaitadi, banquiers italiens à Anvers de l'année 1568, Anvers 1934, pp. 18, 64, 212; M. Mazzolani, I Balbani nella Germania Inferiore, in Bollett. stor. lucchese, X, 1 (1938), pp. 23-24; R. Ehrenberg, Le siècle des Fugger, Paris 1955, p. 154; E. Coomaert, Les français et le commerce international à Anvers. Fin du XVe-XVIe, siècle, I, Paris 1961, p. 299.