BARONCELLI-BANDINI, Giovanni
Nacque a Firenze da Piero di Bandino nei primi decenni del Trecento e forse, come alcuni indizi lascerebbero pensare, nel terzo decennio.
Suo padre (morto nel 1356), una delle personalità più in vista del tempo, diverse volte era stato dei priori e gonfaloniere di giustizia. Giovanni, per parte sua, con una sintomatica preferenza per gli uffici più propriamente politici a scapito di quelli puramente amministrativi, fu più volte dell'ufficio dei priori e nel bimestre maggio-giugno 1385 fu gonfaloniere di giustizia, cariche tutte, ma più specialmente l'ultima, poste al vertice della gerarchia statale della Repubblica fiorentina. Inoltre, fu uno dei Dodici Buonomini nel 1368, nel 1376 e nel 1388, mentre sedette nell'ufficio dei Sedici Gonfalonieri di compagnia negli anni 1366, 1375 e 104. E la frequenza dell'esercizio degli uffici mostra bene la stima da cui era circondato il B.: né la sua attività politica si esaurì negli incarichi ora ricordati, poiché, ad esempio, nell'ottobre del 1389 venne eletto per sei mesi membro dell'ufficio dei Dieci di Balla, organo creato da poco (1384) e importantissimo nella vita costituzionale di Firenze in quanto da esso dipendevano due delle principali funzioni dello Stato: la direzione della politica estera e la condotta della guerra.
Ma il B. è particolarmente noto per i rapporti di carattere finanziario mantenuti per lungo tempo con la curia pontificia. Nel maggio del 1368 egli versava alla Camera apostolica la somma di iooo fiorihi d'oro provenienti dalla percezione delle decime ecclesiastiche in Portogallo, dove erano state raccolte da Quirico Doria di Genova, fattore del banco degli Umaldi, mentre negli anni 1370-1371, col fratello Michele e col lontano parente Simone, ricoprì la carica di depositario della Camera apostolica di Bologna, con l'incarico di raccogliere tutte le entrate dello Stato pontificio e di versarle nelle mani del tesoriere generale, perché fossero adoperate nella guerra contro i Visconti, allora in lotta col pontefice.
Durante il pontificato di Urbano V il B. ricoprì quasi ininterrottamente la carica di "Campsor Camerae apostolicae", titolo concesso con una certa larghezza a quanti si occupavano di cambi presso la Camera, e in diverse occasioni lo troviamo cambiare, e spesso prestare del proprio, somme di denaro ai pontefici: notevole, ad esempio, è il prestito da lui fatto il 28 apr. 1373 alla Camera apostolica (7500 fiorini d'oro), subito rimborsato, mentre per quello dell'Anno successivo (1374, 400 franchi) ebbe come garanzia del rimborso la riscossione della gabella della notte. Col fratello Michele, Giovanni fu anche maestro di moneta della Zecca pontificia, sembra nel 1369, e le monete battute da questa nel periodo della direzione dei due fratelli furono prevalentemente d'oro, fra cui anche fiorini d'oro dello stesso conio di quelli di Firenze.
In ricompensa dei servigi prestati in tante occasioni alla Camera apostolica, il B. venne onorato da papa Gregorio XI della carica, puramente onorifica, di sergente d'Arme. Di lui non si hanno notizie dopo il1404.
Aveva sposato nel 1359 la consanguinea Alessandra di Giammori Baroncefli, dalla quale ebbe tre figli, due maschi e una femmina.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Priorista fiorentino Mariani, I, c. 177; Ibid., Carte Pucci, II, n. 27; Ibid., MS. 267 (Li Dodici Buonomini e li Sedici Gonfalonieri di Compagnia del Popolo, due delli tre maggiori uffici di Palazzo, parte I, Quartieri di S. Spirito e di S. Croce), C. I. Cronaca fiorentina di Marchionne di Coppo Stefani, in Rer. Ital. Script., 2 ediz., XXX, 1, a cura di Niccolò Rodolico, p. 443; Istorie fiorentine di S. Ammirato con l'Aggiunta di S. Ammirato il Giovane, Firenze 1647, 11, P. 771; Serie di Reseduti nell'ufficio de' Dieci di Balía dall'An. MCCCLXIII fino all'An. MCCCCLXXVIII, a cura di Idelfonso di S. Luigi, in Delizie degli eruditi toscani, XIV, Firenze 1781, p. 287; Cronica o Memorie di Iacopo Salviati dall'Anno 1398 al 1411, a cura di Idelfonso di S. Luigi, ibid., XVIII, Firenze 1784, p. 239; Y. Renouard, Les relations des papes d'Avignon et des compagnies commerciales et bancaires de 1376 à 1378, Paris 1941, pp. 15, 226, 358, 372, 406, 409.