BARRACCO, Giovanni
Nacque a Isola di Capo Rizzuto, presso Crotone, il 28 apr. 1829 dal barone Luigi, di antica famiglia cosentina, e da Chiara Lucifero. Il padre, gentiluomo di camera del re, pari del Regno e tra i maggiori latifondisti calabresi, affidò la prima educazione del B. come quella degli altri figli a un sacerdote del centro albanese di S. Demetrio Corone, don C. Lopez. Il B. proseguì poi gli studi a Napoli, seguendo le lezioni di filosofia del kantiano O. Colecchi e di B. Spaventa. Nel 1848 non ancora ventenne assisté agli avvenimenti della rivoluzione, simpatizzando per i liberali, tra i quali si schierava il fratello maggiore Stanislao, che firmava la nota protesta del 15 maggio. Dopo la morte del padre, nel febbraio 1849, il B. fissò la sua residenza stabile nella capitale partecipando alla vita brillante e all'attività culturale della nobìltà napoletana.
Divenne ben presto uno degli elementi più in vista di un circolo d'amici, che condividevano le sue idee, quali Camillo Caracciolo, Cesare e Alfonso Casanova della Valle, Ruggero Bonghi, Alfonso Capecelatro, Marcello Spinelli, il conte di Groppello, il principe di Camporeale, Gaetano Filangieri. li B. fu amico del fratello del re, Leopoldo conte di Siracusa, liberaleggiante, che si atteggiava a protettore di artisti e letterati, e del segretario di lui G. Fiorelli. Frequentò così il palazzo del conte alla Riviera di Chiaia, uno dei più noti "teatri privati" della città insieme con quello di casa Craven: il 15 marzo 1858 il B. fece parte degli interpreti del dramma in versi, Alda, la Stella di Mantova, scritto dal duca Proto, contenente allusioni politiche a favore di un'aueanza col Piemonte.
Ma, accanto alla vita di società e alla passione per i cavalli (la razza "Barracco" era fra le più forti), il B. coltivò in quegli anni gli studi umanistici, sia con la lettura dei classici sia con la conoscenza accurata dei poeti italiani, specie di Dante. L'esperienza più significativa fu però dal B. compiuta attraverso l'amicizia col Fiorelli, che aveva reso noti i risultati degli scavi compiuti a Cuma nel 1856 per iniziativa del conte di Siracusa: sorgeva così l'interesse archeologico del B., che doveva trasformarsi in amore di collezionista.
Nel 1859, all'avvento al trono di Francesco II, fu offerta al B. una carica a corte, che egli rifiutò per le proprie convinzioni politiche. L'anno seguente la sua famiglia contribuì con una notevole somma alle spese incontrate dalla spedizione garibaldina nella liberazione del Regno: il B. stesso nell'ottobre 1860 fu tra i dirigenti del plebiscito a Napoli e venne eletto consigliere comunale.
Qualche mese più tardi, con le elezioni per l'VIII legislatura, entrava alla Camera quale deputato di Crotone, iniziando una lunghissima carriera parlamentare, che lo vide deputato dal 1861 al 1876 e, dopo una breve parentesi, nuovamente dall'80 all'86; il 7 giugno di quest'anno veniva nominato senatore.
Alla C=era, dopo aver fatto parte il 14 marzo 1861 della commissione che propose di conferire a Vittorio Emanuele II il titolo di re d'Italia, ricoprì la carica di questore dal maggio 1863 al febbraio 1867 e dal novembre 1873 al settembre 1874; fu quindi vicepresidente dal novembre 1874 al febbraio 1876. Anche al Senato fu a lungo questore, durante e dopo la presidenza del Farini e dal novembre 1887 al dicembre 1904, quando si dimise. La sua attività politica non ebbe, tuttavia, particolare rilievo: schieratosi con la Destra, declinò nel 1869 l'offerta del portafoglio degli Esteri fattagli da G. Lanza, forse conscio che le proprie capacità e interessi lo portavano ad altri campi. Si interessò di questioni attinenti alla sua terra d'origine e all'agricoltura in generale.
Nel periodo torinese il B. si dedicò anche con passione all'alpinismo: dopo aver scalato le montagne della sua Sila, fu uno dei primi italiani a compiere ascensioni sul M. Bianco e sul M. Rosa. Nell'agosto del 1863 fu compagno di Q. Sella e dei Ballada di Saint Robert in quella ascensione al Monviso, da cui scaturì la prima idea di un Club alpino italiano.
Intanto fra il 1861 e il 1880 compiva numerosi viaggi in tutta Europa, spinto anche da quella curiosità per l'arte, che poté esplicarsi pienamente in passione di collezionista dopo il suo trasferimento a Roma. Guidato, oltre che dal proprio intuito, dai consigli degli illustri archeologi Wolfgang Helbig e Ludwig Pollak, formò in pochi anni una stupenda raccolta di pezzi d'arte antica - presto largamente conosciuta in Italia e a.ll'estero - frutto di ricerche non solo nella Roma degli scavi, ma anche fra i ritrovamenti occasionati dallo sviluppo edilizio che seguì la proclamazione della città a capitale del regno. In relazione con alcuni dei più noti archeologi italiani, il B. collaborava nel 1883 a una pubblicazione con R. Lanciani, E. Schiapparelli e O. Marucchi sugli scavi dell'Iseo Campense (Le recenti scoperte dell'Iseo Campense, descritte ed illustrate con 7 tavole litografiche e fototipiche da R. Lanciani, E. Schiapparelli, G. Barracco e O. Marucchi, Roma 1883); coltivava intanto l'amicizia di artisti, quali il pittore F. S. Lenbach ed Eleonora Duse, e frequentava gli ambienti culturali della Roma fine secolo.
Nel 1893 lo Helbig pubblicava il catalogo della collezione del B., che per parte sua curava il settore delle sculture orientali. Ben presto intanto vari riconoscimenti venivano ai meriti scientifici del B.: la nomina a membro effettivo dell'Istituto archeologico germanico, l'iscrizione ad accademico d'onore dell'Accademia di S. Luca e il conferimento della laurea honoris causa da parte dell'università di Halle.
L'attività culturale e artistica del B. trovava modo di esplicarsi anche al Senato nelle funzioni di questore.
Nel complesso di edifici che costituiscono il palazzo Madama vennero eseguiti, specie nel decennio 1888-1897, ad iniziativa del B., diversi importanti lavori di miglioramento. In particolare vennero approntate la sala Umberto e la rotonda cosiddetta di Monteverde (con i busti di Leopardi, Verdi e Gioberti), fu restaurata la torre dei Crescenzi e aperta una nuova sala della biblioteca (1894). Sul complesso di questi lavori, eseguiti con l'assistenza dell'architetto G. Koch, il B. parlò a lungo in una sua descrizione a stampa dei palazzo del Senato (Il Palazzo Madama in Roma, sede del Senato del Regno, Roma 1904), mentre due album fotografici delle opere sono conservati nella Biblioteca del Senato (Palazzo del Senato, Roma. Opere eseguite nel decennio 1888-1897- Presidenza Farini).
Sul piano parlamentare il B. - orientato in senso conservatore e filocrispino - non partecipò attivamente ai dibattiti politici del Senato: fu tuttavia relatore di alcune leggi, in particolare nel 1888 per la sistemazione della Passeggiata archeologica a Roma, nel 1908 per i provvedimenti a favore delle vittime del terremoto di Calabria e di Sicilia e nel 1912 per la pace di Losanna.
Nel 1911 presenziò, unico superstite della Commissione che nel 1861 aveva proposto di conferire a Vittorio Emanuele II il titolo di re d'Italia, alle celebrazioni cinquantenarie del Regno e all'inaugurazione del Vittoriano. Alla monarchia era il B. profondamente legato e per la regina Margherita aveva una particolare devozione: a questa dedicava la raccolta Regalia: versi (Roma 1908), unica sua prova poetica. Brevi appunti di letteratura, arte e archeologia pubblicava qualche anno più tardi col titolo Lettere d'arte e d'archeologia (Roma 1912).
Nel 1902 il B., che non aveva eredi diretti, preoccupato per la sorte della sua raccolta, la donò al Comune di Roma, che gli mise a disposizione un'area formante un piccolo isolato tra il corso Vittorio, via del Consolato e via Paola, ove egli fece costruire, a sue spese, dall'architetto G. Koch, l'edificio che accolse la collezione.
Il Museo, chiamato "Museo di Scultura Antica", inaugurato nel gennaio 1905, fu diretto dal Pollak, che lo arricchì con nuovi acquisti e compilò nel 1909-1910, in amichevole collaborazione col B., un nuovo catalogo. Il 17 marzo 1905 fu conferita al B. una medaglia d'oro e la cittadinanza onoraria di Roma. La palazzina del Koch fu demolita nel 1938 per esigenze di piano regolatore e dal 1948 il Museo è stato riordinato e riaperto al pubblico nella * Piccola Famesina" di Antonio da Sangallo il Giovane al corso Vittorio (costruita per il prelato francese Le Roy, i gigli del cui stemma scambiati con quelli Famese dettero il nome, errato ma ancora usato, all'edificio), restaurata tra il 1898 e il 1904 dell'architetto E. GuJ. Vi sono raccolte sculture egizie, assire, arcaiche greche, di arte fidiaca e policietea, dei grandi maestri del IV sec. a. C., ellenistiche e alcune romane. Vi sono inoltre annesse la Biblioteca Barracco e la Biblioteca Pollak, donata, quest'ultima, dalla signora Margaret Siissmann Nicod in memoria del cognato L. Pollak e della sorella Giulia PoRak Siissmann.
Il B. morì a Roma il 14 genn. 1914.
Fonti e Bibl.: Un nutrito gruppo di lettere del B., relative soprattutto al periodo della sua carica di questore al Senato, si trova nel Museo Centrale del Risorgimento, Roma. Notizie biografiche sul B. in T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale, Roma 1896, p. 91; R. De Cesare, La fine di un regno. L Regno di Ferdinando II, Città di Castello 1908, pp. 118, 158, 160, 164, 166, 208, 217, 246, 343, 354; Atti parlamentari - Senato, Discussioni, legislatura XXIV, I sessione 1913-14, tornata del 26 febbr. 1914 (Commemorazioni del pres. Manfredi e dei senatori De Cesare, Santini, Cefalù, Filomusi Guelfi, Cruciani Alibrandi e Tommasini), pp. 155-165; L. Pollak, In memoria di G. B. (28 apr.1829-14 genn. 1914). Nel centenario della sua nascita, Roma 1929 (con bibl., docc. e fotografie); G. Q. Giglioli, Commemorazione del senatore G. B., Roma 1929; L. Pollak, In memoria di G. B.; il dono di un Museo a Roma, in Capitolium, V (1929), pp. 334-346; A. Frangipane, Per G. B., in Erutium, VIII, s (15 giugno 1929); D. Farini, Diario di fine secolo, a cura di E. Morelli, Roma 1962, vedi Indice; Diz. del Risorgimento Naz., II, Q. Sella, Una salita al Monviso, Torino 1863, passim. Sul museo B. vedi specialmente: G. Barracco-W. Helbig, La collection Barracco, Monaco 1893; G. Perrot, La collection Barracco, in Yournal des Savants, giugno 1894, PIP-345-363; G. Barracco-W. Helbig, Collezione Barracco, Roma 1907; G. BarraccoL. Pollak, Catalogo del Museo di Scultura Antica, Fondaz. Barracco, Roma 1910; S. Bocconi, Museo Barracco, Roma 1924; G. Q. Giglioli, Il Museo Barracco, in Romana Gens. Bollett. d. Ass. archeol. romana, maggio 1947, n. s, pp. 1-4; C. Pietrangeli, Il Museo Barracco riordinato, in Bollett. d'arte, XXXIV (1914), pp. 76-80; Id., Il Museo Barracco nella "Farnesina ai Baullari", in Capitolium, XXIII(1948), pp. 137-143; Id., Museo Barracco, Roma 1960.