BASSANO (Bassan, Bassani), Giovanni
Compositore seguace d'un indirizzo musicale tipico del periodo di transizione tra rinascimento ed età barocca. Non si conoscono luogo e data della sua nascita, né vi sono chiari indizi sulla sua origine; v'e chi suppone ch'egli fosse imparentato con la famiglia Bassano d'Inghilterra. Anche il periodo degli studi resta nell'oscurità. Il primo dato positivo è quello che si trova nella raccolta di Fantasie a tre voci apparsa nel 1585, ch'è la prima sua pubblicazione conosciuta, ov'egli si qualifica come "musico dell'Illustrissima Signoria di Venezia", il che indica solo genericamente una ufficiale funzione nella Serenissima. Nella raccolta del 1598 appare il titolo di "maestro di musica del Seminario di San Marco".
L'istituzione qui indicata era stata fondata da qualche decennio, propriamente con la denominazione di "Seminario gregoriano", ed era come una scuola di musica sacra supplementare alla cappella di S. Marco, collocata però fuori della basilica. Primo maestro assuntovi fú Baldassarre Donato, il quale presto chiese ed ottenne presso di sé un coadiutore, nella persona di Giovanni Croce; quando poi nel iSgo succedette allo Zarlino come maestro di cappella, lasciò al Croce l'effettivo esercizio dell'altra carica da cui però solo nel '96 fu ufficialmente liberato. Intanto, nel novembre 1595, alla funzione data al Croce di "docere pueris seminari" era stato addetto anche il B., qualificato come "sier Zuanne Bassan cantor", notizia che determina - con ritardo però - la vaga indicazione della stampa del 1585.
Visto poi il profitto da lui ottenuto nell'istruire i ragazzi - che nel Natale 1595 furono utilizzati - dallo stesso maestro di cappella -, il B. con decreto del 16 marzo 1596 venne stabilito come maestro di canto nel seminario con la remunerazione di 50 ducati annui. Il 16 dic. 1601 un decreto dei procuratori di S. Marco stabiliva che al posto di capo "de concerti delli organi" (della pratica strumentale, cioè), occupato dal defunto Girolamo da Udine, venisse eletto "ser Zuane da Bassan per anni quattro", il quale doveva pói essere confermato ogni quattro anni, con settanta ducati annui di stipendio "atiò possa attender a ben servire siccome ha promesso et si aspetta dalla sua diligentia et valore, cessando però al ditto ser Zuane il salario de ducati 30 all'anno che lui havea per sonar il cometo in capela...". Si conosce così che il B. svolgeva anche un'attività di strumentista - suonatore di cometto - collaterale. (o forse anteriore?) a quella per la musica sacra, e che dal 160 i il suo merito gli valse la importante nomina di maestro dei concerti. Ancora nel 1607, da m decreto, risulta il suo titolo di "capo de concerti" e nel 1615 come "maestro di concerti in San Marco" è menzionato incidentalmente nella Musica vaga, et arteficiosa continente Mottetti con Obblighi, e Canoni diversi... (Venezia, G. Vincenti) di Romano Micheli. Data e luogo di morte restano sconosciuti.
Delle sue composizioni ci sono pervenute quattro raccolte, che sono da distinguere in due gruppi: le prime due, se non possono venir ascritte, come prima si era asserito, al nuovo genere specificamente strumentale apparso intorno al 1600, contengono tuttavia composizioni polifoniche di stile piuttosto neutro, cioè tra vocale e strumentale (più precisamente la prima raccolta di Fantasie a tre voci porta l'indicazione Per cantar et sonar con ogni sorte d'instrumenti [In Venetia, presso Giacomo Vincenzi, & Ricciardo Amadino, compagni, 1585] e trattandosi di composizioni prive di testo si pensa potessero essere cantate come esercizi di solfeggio; la seconda, invece, del 1588, Il fiore de Capricci musicali a quatro voci per sonar con ogni sorte di stromenti [Venetia, presso G. Vincenzi], nel titolo addita solo l'esecuzione strumentale, ma quanto al contenuto non si discosta dallo stile della precedente; ed è questa una delle prime volte che appaia il titolo di Capriccio). Le altre due raccolte, cioè quelle di Ricercate, Passagi et Cadentie per potersi esercitar nel diminuir terminatamente con ogni sorte d'Istromento, & anco diversi passaggi per la semplice voce..., In Venetia, appresso G. Vincenzi, & R. Amadino, compagni, 1585 - ristampata nel 1598 -, e di Motetti, Madrigali et Canzoni francese [sic], di diversi eccell. autori a 4, 5 et 6 voci. Diminuiti per sonar con ogni sorte di stromenti et anco per cantar con semplici voce [sic]..., Venetia, G. Vincenti, 1591 - il cui unico esemplare alla Bibliothek des Gymnasiurn zum grauen Kloster di Berlino è andato distrutto durante la seconda guerra mondiale -, sono documento, per il loro tempo, di un gusto e una tendenza che si manifesta in forme più o meno analoghe in ogni epoca: cioè della rielaborazione ornamentale e virtuosistica di composizioni altrui, che in quel periodo si attuava specialmente nella riduzione dello stile polifonico a monodico e fiorito. Vi si trovano infatti liberi adattamenti di composizioni di artisti quali Palestrina, Orlando di Lasso, A. Gabrieli, L. Marenzio, C. Merulo, Clemens non Papa, ed altri di varia statura. Ma se in certi casi la libera rielaborazione anche virtuosistica può tradursi in arte, nel B. si ha piuttosto impressione di deformazioni degli originali in senso decadente, di barocchismi di cattivo gusto, specie quando le composizioni trascritte siano di aureo stile contrappuntistico, come Vestiva i colli o Io son ferito ahi lasso del Palestrina, o Susanne un jour di Orlando di Lasso. Ma, certo, ci troviamo di fronte a documenti d'uno stile assai diffuso nel tempo, e sinanco codificato in metodi e trattati, che si può anche, in certa misura, mettere in rapporto con quello delle trascrizioni strumentali o "intavolature" dello stesso periodo, segnatamente per liuto, come, ad esempio, quelle di Vincenzo Galilei, che però avevano una più seria ragione d'essere ed erano fatte con maggior senso d'arte. Oltre a quelle già citate, si ricordano del B. le seguenti opere: Canzonette a quattro voci, In Venetia, Presso G. Vincenzi, 1587; Motetti per Concerti ecclesiastici. A 5.6.7.8. & 12 voci, In Venetia, Appresso G. Vincenti, 1598 (è il suo primo libro di motetti; la parte dell'organo reca la data del 1559); Concerti ecclesiastici. A cinque, sei, sette, otto & dodeci voci... Libro Secondo, In, Venetia, appresso G. Vincenti, 1599. Lo Eitner cita anche del B. Madrigale e Canzonette concertate per potersi... Libro primo, [Venezia, G. Vincenzi?], 1602, e una o più composizioili nella raccolta Voluntary and Fugues made on purpose for the Organ or Harpsichord by Ziani, Pollaroli, Bassani and other Famous Authors, London, J. Walsh & P. Randall... & J. Hare, [1710?], ma evidentemente deve trattarsi di musiche di Giovanni Battista Bassani e non del Bassano. Alcune composizioni furono inserite nelle raccolte coeve, come le canzoni Amor mi sforza a dirvi e O dolce servitù nella Corona. Il Terzo Libro delle Canzoni alla Napolitana, a tre voci, In Vinegia, appresso Girolamo Scotto, 1571, Questi gigli novelli in Dei Floridi Virtuosi d'Italia. Il Secondo Libro de Madrigali d cinque voci, In Venetia, presso G. Vincenzi & R. Amadino, compagni, 1585 (Più volte ristampato) e altre tre nella raccolta di Thomas Morley, Canzonets or Little Short Songs to Foure Voyces: Selected out of the best and approued Italian Authors..., Imprinted at London by Peter Short 1597. Diversi canti sacri del B. figurano nelle raccolte di Kaspar Hassler (Haslerus, 1600, 1613), Erhard Bodenschatz (1603), Abraharn Schade (Schadaeus, 1611) e la Missa super Dic nobis Maria quid vidisti in via, a sei voci con il basso generale, nella raccolta di Georg Vintz del 1630, Missae ad praecipuos dies festos accommodatae. Quinque, sex & octo vocibus, singulari industria nune primum in lucem datae, praelo submissae. Cum basso continuo et generali (per i tipi di F. M. Dedekind, s. l.). In edizioni moderne sono stati pubblicati Sieben Trios far violine, viola, viola da gamba (oder andere Streich oder Blasinstrumente), a cura di Edith Kiwi nella collezione Hortus Musicus, n. 16 (Kassel u. Basel 1949), e quattro Fantasie nelle Leichte Fantasien von Bassano, Lupo und Morley für drei Gamben oder andere Melodieinstrumente, curate da Joseph Bacher per la stessa collezione (n. 64, Kassel u. Basel 1950, pp. 6-13).
Al B. si attribuisce anche, sulla testimonianza del Praetorius (Syntagma musicum, t. II, p. 41), l'invenzione di uno strumento a fiato (ad ancia doppia, di legno e con bocchino ad S), sul tipo del fagotto, che da lui avrebbe preso il nome di "bassanello": inoltre, dall'avvertenza preposta all'opera Ricercate, Passagi et Cadentie ecc., ove parla delle note di piccolissimo valore dette "bissicrome", si è argomentato che egli possa essere stato il primo -compositore ad usare questo termine (che è stato oggi mutato in "biscrome").
Bibl.: F.Caffi, Storia della musica sacra nella già Cappella ducale di San Marco in Venezia dal 1318 al 1792, I, Venezia 1854, pp. 43 s., 195, 207; II, ibid. 1855, pp. 50, 56; G. Gaspari, Cat. della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, pp. 378, 462; III, ibid. 1893, p. 256; IV, ibid. 1905, p. 79; G. Benvenuti, Andrea e Giovanni Gabrieli e la musica strumentale in San Marco, I, Milano 1931, pp. LVIII, XVIII, LXXVI; G. Reese, Music in the Renaissance, New York, 1954, pp. 394, 403, 412, 465, 499, 545, 550; K. G. Fellerer, Palestrina. Leben und Werk, Düsseldorf 1950, pp. 183-189; R. Eitner, Bibliographie der Musik-Sammelwerke des XVI. und XVII. Jahrhunderts, Berlin 1877, p. 400; C. Sartori, Bibliografia della musica strumentale italiana stampata in Italia fino al 1700, Firenze 1952, pp. 52 s., 58, 73, 100, 265; The British Union-Catalogue of early Music Printed before the year 1801, II, London 1957, pp. 691, 1102; R. Eltner, Quellen-Lexikon der Musiker. I, pp. 367 s.; Dio Musik in Geschichte und Gegenwart, I, coll. 1397 s.; Dizionario Ricordi della Musica e dei Musicisti, Milano 1959, p. 112.