BASTIANINI, Giovanni
Scultore fiesolano, nato a Camerata il 17 settembre 1830, morto a Firenze il 29 giugno 1868. Dimostrò ben presto una mirabile attitudine ad imitare la maniera dei maestri fiorentini del Quattrocento. L'antiquario Giovanni Freppa gli procurò uno studio e gli diede continuo lavoro, mentre giungevano allo scultore numerose commissioni, anche di ritratti; ma soprattutto incontravano favore busti di felice imitazione quattrocentesca, che il B. intitolava fantasiosamente Luisa Strozzi, Beatrice Portinari, Piccarda Donati. Tra questi, singolare fortuna doveva avere un ritratto, in terracotta, di un vecchietto della Manifattura dei tabacchi chiamato "il priore", che esposto a Parigi, all'esposizione retrospettiva del 1865, come ritratto quattrocentesco di Girolamo Benivieni, veniva celebrato da P. Mantz quale pregevolissima opera della bottega del Verrocchio; l'anno dopo era acquistato per 13.600 franchi dal conte Nieuwerkerke, amministratore dei musei imperiali; e da lui ceduto al Museo del Louvre, ove fu esposto tra i Prigionieri di Michelangiolo e la Ninfa del Cellini. Ma, sorta un'aspra e complessa polemica, nella quale il B. intervenne dicendosi autore del busto e pronto ad eseguirne altro simile, e riconosciuto finalmente per moderno, il cosiddetto Benivieni fu relegato nei magazzini. Intanto altre sculture subivano egual fortuna: una Cantatrice fiorentina, esposta pure nel'65 a Parigi, passava nella collezione André; e un busto del Savonarola, che in una mostra fattasi nel'64 al palazzo Medici-Riccardi aveva tratto in inganno anche il Freppa, finì al South Kensington Museum di Londra, ove però, insieme con quello di Lucrezia Donati, dichiarato dal Cavalcaselle opera di Mino da Fiesole, porta oggi il nome del B. Di lui, che morì povero, neppur quarantenne, ricorderemo ancora: La danza, quasi classicheggiante, e Le quattro stagioni, eseguite per i Vonwiller di Napoli; il busto del conte F.O. Jennison (bronzo nella R. Galleria d'arte moderna di Firenze); quello del pittore Gaetano Bianchi, giovine, in costume fiorentino quattrocentesco (nella Bibl. mediceo-laurenziana); quello del sen. Gualterio (propr. Carnielo Incontri); e qualche caminetto per palazzi fiorentini (Pandolfini, ecc.).
Felice assimilatore, più che imitatore, dei modi dei maestri fiorentini del Quattrocento, il B., del tutto padrone del proprio mestiere, più che geniale creatore fu esecutore impeccabile; ma in alcuni ritratti (Jennison e Gualterio) raggiunse, con una fattura accuratissima, ma non scevra di robusta larghezza, una notevole potenza di espressione.
Bibl.: R. Becker, Die Benivieni-Büste des G. B., Breslavia 1889; A. Michel, in Les Arts, maggio 1903; D. Brunori, G. B. e Paolo Ricci, Firenze 1906; M. Foresi, in Rassegna nazionale, CLXXX (1911), pp. 347-414; e in Emporium, LII (1919), pp. 90-102.