Astronomo, ottico, naturalista (Modena 1786 - Firenze 1863). Costruì obiettivi acromatici per microscopi e inventò l'obiettivo a immersione omogenea; fondamentali le sue ricerche sulla fecondazione delle piante.
Ingegnere, professore di matematica a Modena (1815-25), fu nel 1831 chiamato a Firenze da Leopoldo II come astronomo nel Museo di fisica e storia naturale. Costruì obiettivi acromatici per microscopi, di una notevole perfezione, e inventò (1847) l'obiettivo a immersione omogenea, aumentando la potenza del microscopio. A lui è dovuto anche il prisma che porta il suo nome. Ideò uno speciale cannocchiale, da lui chiamato iconantidiptico, nel quale di un oggetto mobile si vedono due immagini procedenti in versi opposti, particolarmente adatto all'osservazione astronomica. Nel 1840 costruì due obiettivi acromatici per cannocchiale, l'uno di 28, l'altro di 24 cm di diametro (tra i più grandi cioè allora esistenti) usati con successo nell'osservatorio di Arcetri. Le osservazioni astronomiche dell'A., che ebbero principalmente lo scopo di provare gli strumenti, sono pubblicate soltanto in parte. Nel campo delle scienze naturali, fondamentali sono i suoi studi (1823) sulla fecondazione delle piante, con i quali dimostrò che l'embrione non deriva, come allora si riteneva, dalla trasformazione del budello pollinico quando esso giunge all'ovulo. Nel campo dell'istologia descrisse nelle fibre muscolari le strie che portano il suo nome. Notevoli le sue ricerche (1852-1862) nel campo della patologia vegetale (sulla crittogama della vite, sulla rachitide del frumento, sul seccume delle foglie del gelso e sul calcino del baco da seta).